Per quanto la diatriba fra Huawei ed USA sia ben lontana dal poter dichiararsi conclusa, qualche piccolo segnale di allentamento c’è stato. Fra questi, probabilmente il più importante è la concessione di una proroga per far continuare alcuni degli accordi precedentemente raggiunti fra Huawei e le aziende statunitensi. Questa venne stabilita a maggio e, dopo una durata di 90 giorni, si decise di prorogarla ulteriormente e, come riporta Politico, la scadenza verrà nuovamente spostata più in là. Il 18 novembre ci sarebbe dovuta essere la seconda battuta d’arresto, ma la volontà del dipartimento del commercio americano sarebbe quella di rimandarla di nuovo.
Aggiornamento 16/11: differentemente da quanto fatto trapelare in precedenza, il rinnovo della proroga avrebbe una durata decisamente inferiore. Anziché di 6 mesi, il governo Trump sarebbe intenzionato a prolungarla per soltanto 2 settimane, come riportano due persone vicine alla vicenda.
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Gli USA dovrebbero prolungare la proroga ed evitare che non arrivino gli aggiornamenti
In questo caso la proroga sarebbe ancora più corposa, visto che le fonti vicine alla questione parlano addirittura di 6 mesi di proroga. Ciò consentirebbe a Huawei di poter continuare fino a maggio 2020 alcune delle procedure che si interromperebbero se il ban prendesse pienamente forma. Fra queste ci sono soprattutto gli aggiornamenti software, finora consentiti ai modelli certificati, dato che il ban impedirebbe all’azienda di utilizzare a pieno il supporto da parte di Google per Android. Lo stesso accadrebbe anche nel caso di Honor, ovviamente, mentre i modelli non certificati per entrambi i produttore rimarrebbero tagliati fuori dall’ecosistema Big G.
In caso il ban entrasse a pieno regimo, gli aggiornamenti potrebbero continuare solamente sotto forma di EMUI, non potendo, per esempio, fare affidamento alle ultime patch di sicurezza. Un pericolo su cui la stessa Google lanciò l’allarme mesi fa, dato che ciò significherebbe avere centinaia di milioni di dispositivi sotto potenziale pericolo.Non solo: la proroga andrebbe contro anche la decisione dell’FCC, permettendo agli operatori telefonici rurali in USA di continuare ad utilizzare le infrastrutture di Huawei.
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