Abbiamo conosciuto ed apprezzato Xiaomi, sin dal principio, proprio per la capacità dimostrata dall’azienda di offrire prodotti di ottima qualità, pur ad un prezzo contenuto. Questa volta – con Redmi Go – la società va oltre i base gamma e presenta un prodotto con poche aspettative dal punto di vista hardware, ma che promette grazie ad Android Go, una resa comunque discreta.
Stiamo parlando di un prodotto non pensato propriamente per il mercato italiano (ne tanto meno occidentale) ma che, visto il costo così basso, ha comunque un certo fascino. Credete che possa essere all’altezza? Scopritelo nella nostra recensione completa.
Indice
Recensione Redmi Go
Unboxing
Design e qualità costruttiva
Redmi Go bada al sodo, questo è il suo scopo e lo si capisce già dal design. Troviamo infatti un dispositivo abbastanza anonimo, contraddistinto dalla scocca in policarbonato blu senza interruzioni: non è presente il sensore di sblocco sul retro. Frontalmente abbiamo un display in 16:9. Uno dei suoi punti di forza è la compattezza, infatti il device offre un display da 5 pollici e dimensioni ridotte: 140.4 x 70.1 x 8.4 mm per un peso di 137 grammi.
Nonostante il design “retro”, per il prezzo a cui viene posto il prodotto, offre comunque una buona qualità costruttiva ed una compattezza discreta aiutata senz’altro dalle dimensioni.
Da questo punto di vista le scelte sono apprezzabili, troppo spesso ci troviamo di fronte a smartphone che preferiscono non rinunciare ad un tocco di design pur conservando il prezzo basso ed il risultato non è mai soddisfacente.
Display
Ci troviamo di fronte ad un’unità HD da 5 pollici, 720 x 1280 pixel (296 ppi) IPS. Proprio il display sintetizza perfettamente l’obiettivo di questo smartphone, non troppo pretenzioso, pur conservando le dimensioni adatte ai più svariati utilizzi.
Tuttavia non dobbiamo aspettarci troppo. Il pannello, infatti, mutua tutti i difetti più comuni dei display IPS, amplificandoli in alcuni casi. È il caso della qualità dei colori: Redmi Go si predispone per una tendenza generale ad una gamma cromatica fredda. Problematica risolta soltanto in parte dalla possibilità di settare il display in modalità notturna.
Anche gli angoli di visuale non sono particolarmente soddisfacenti, basterà virare leggermente la visuale ed i colori saranno – quasi immediatamente – falsati. Con Redmi Go è possibile impostare la luminosità adattiva, tuttavia sarà meglio affidarsi a quella manuale dal momento che la prima tenderà ad abbassare la luminosità di qualche punto percentuale di troppo rispetto a quella necessitata.
Hardware e prestazioni
Lo smartphone arriva con Android Go, un sistema operativo dedicato proprio ad hardware meno prestanti. In tal senso, infatti, le specifiche non rendono giustizia all’effettiva esperienza d’uso. Le prestazioni di Redmi Go sono alimentate dallo Snapdragon 425, soluzione a 28 nm, Quad Core 1.4 GHz, supportata dalla GPU Adreno 308, 8/16 GB di memoria utente e 1 GB di RAM.
A dispetto di specifiche tecniche così basse, Redmi Go offre un’esperienza d’uso – tutto sommato – fluida. Si potrà tranquillamente navigare, messaggiare e perfino giocare, tutto contraddistinto, però, da un pizzico di lentezza (ma nulla di grave).
Nel periodo di utilizzo, infatti, mi sono spinto anche a provare titoli più pesanti, come Asphalt 9, che mi hanno comunque permesso di giocare in maniera sorprendentemente “fluida”. Chiaramente il dispositivo non è indicato per il gaming e – complice anche il display ridotto – l’esperienza da gioco non sarà proprio soddisfacente. Ad ogni modo con l’ausilio di Android Go il dispositivo – dal punto di vista della reattività – mi ha convinto.
Software
Eccoci arrivati al grande protagonista: il software. Se il piccolo Redmi Go riesce a “rimanere a galla” tra smartphone più potenti è proprio grazie alla versione ottimizzata di Android Go, basato in questo caso su Android 8.1 aggiornato alle patch di maggio. Si tratta di un OS che si rifà, in grandi linee, ad Android One. Un’esperienza utente, quindi, molto vicina allo stock di Google.
Nonostante il dispositivo Xiaomi non possa contare sulla MIUI, troviamo all’interno dell’interfaccia alcuni richiami: nelle impostazioni abbiamo i “Servizi Mi” e l’ottimizzazione audio che permette di selezionare le cuffiette Xiaomi utilizzate per ottimizzarne la resa.
Per il resto il dispositivo segue le impostazioni base. Presente anche la gestione del risparmio energetico “parecchio invasiva” che inibisce gran parte delle app e la possibilità di modificare, all’interno del display, le dimensioni dei caratteri. Non troviamo nulla di nuovo lato “strettamente” software, perché la novità è presentata dalle “app Go”.
App Go – Esperienza d’uso
Nell’uso pratico, a contraddistinguere Redmi Go da altri smartphone base gamma, ci sono proprio le app Go, o app Lite. Molte di queste non sono disponibili al download in Italia, pensate prettamente per paesi in via di sviluppo, altre – invece – sono disponibili nel pacchetto delle app di Google.
C’era molta curiosità intorno alle versioni rivisitate in chiave lite di app come Maps Go, YouTube Go e Gmail Go. Se da un lato l’utilizzo risulta essere più immediato e “leggero” sia dal punto di vista dello smartphone, con caricamenti più rapidi, sia sotto il profilo del consumo dei dati, dall’altro non si sono dimostrate così affidabili come le app standard.
Più precisamente, mentre non troverete particolari difficoltà ad aspettare il caricamento di un video piuttosto che di una mail, le incertezze di Maps Go possono essere un problema.
Nonostante ciò Redmi Go offre la possibilità di scaricare anche – tramite il Play Store – le app classiche che però risulteranno comunque troppo pesanti per un utilizzo discreto.
Qualità fotografica
Redmi Go anche in questo caso si mostra particolarmente umile. Abbiamo soltanto due sensori fotografici, il principale posto sul retro da 8 mega-pixel con apertura focale f/2.0 ed il secondario – frontale – da 5 mega – pixel con apertura focale f/2.2.
Anche la fotocamera, così come il design, ci riporta (purtroppo) indietro di qualche anno. Gli scatti sono quasi sempre impastati e mossi di giorno, per non parlare di sera. Proprio in assenza di luce riscontriamo un rumore di fondo particolarmente elevato e foto quasi buie, sia con il sensore principale che frontale.
Troviamo la possibilità di selezionare l’HDR che però non aiuta particolarmente a migliorare il bilanciamento delle immagini. Anche il software fotografico non potrà tornarci particolarmente utile: tramite le impostazioni potremo soltanto selezionare la modalità foto o manuale. Dal punto di vista della personalizzazione troviamo soltanto la possibilità di scegliere il filtro e la “scena”. A differenza dei dispositivi AI, in questo caso saremo noi – manualmente – a dover selezionare la scena (tra ritratto, panorama, etc.). Inoltre Redmi Go offre la possibilità di registrare video in 1080p a 30 fps.
Connettività & Audio
Dal punto di vista della connettività, Redmi Go offre tutto il necessario. Presente la radio FM, jack da 3.5 mm, altoparlante mono, Bluetooth 4.1, Wi-Fi 802.11 b/g/n, sensore di prossimità ed accelerometro. In tal senso non ho riscontrato particolari problemi ne per quanto riguarda la ricezione, ne nell’utilizzo di Bluetooth e Wi-Fi.
Autonomia
Redmi Go possiede una batteria da 3000 mAh. Un’unità discreta viste dimensioni del display e potenza che riuscirà, anche se stressate (come ho fatto io) il piccolo dispositivo, a portarvi tranquillamente fino a sera. In termini pratici, riuscirete a raggiungere circa 3 ore e mezza / 4 ore di display acceso. Il dispositivo si caricherà completamente in poco più di due ore con l’alimentatore presente in confezione.
Conclusioni
Dalla nostra disamina sono apparsi chiaramente i limiti di Redmi Go. Il prodotto, attualmente venduto a circa 50€, potrà quindi essere utilizzato comunque come “muletto”. Tuttavia, qualora sceglieste di acquistarlo, dovrete fare alcune rinunce non da poco che, invece, altri smartphone (come Redmi 7A) non richiedono.
Sicuramente ci troviamo in presenza di uno smartphone senza pretese, dal costo abbattuto al minimo, che potrà tornarvi utile in alcune occasioni, ma siamo ben lontani dall’etichettarlo come best buy.
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