A quasi un anno di distanza dal suo lancio, lo Xiaomi Mi 6 risulta piuttosto invitante in virtù di un prezzo alquanto contenuto. Ovviamente ve ne abbiamo già parlato in fase di recensione ma oggi siamo qua per parlarvene sotto un’altra ottica. Visto che Xiaomi e modding vanno spesso e volentieri a braccetto, abbiamo deciso di installare a bordo dello smartphone una ROM Pixel Experience, basata su Android 8.1 Oreo. Non paghi di ciò, abbiamo messo a confronto la MIUI Camera e la Google Camera. Curiosi di scoprire il risultato?
Xiaomi Mi 6 + ROM Pixel Experience + Google Camera
Innanzitutto, come ogni procedura di questa natura, è necessario effettuare alcune procedure previa l’installazione della ROM. In primis lo sblocco del bootloader, al seguito del quale installare una custom recovery e dopodiché flashare la Pixel Experience. Quest’ultima potete scaricarla e seguirne lo sviluppo direttamente dal thread ufficiale su XDA.
Inoltre, per attivare a pieno la Google Camera dovrete attivare le Camera2 API eseguendo il rooted installando Magisk. Dopodiché basterà installare questo modulo di Magisk per abilitare le librerie fotografiche.
IMPORTANTE: Queste procedure sono operazioni complesse che, se eseguite in maniera scorretta, potrebbero danneggiare il vostro device. Si consiglia l’esecuzione solo da utenti che abbiano maturato una buona esperienza in ambito modding Android. Lo staff di GizChina.it non si riterrà responsabile per eventuali danni al dispositivo.
Software ed interfaccia
Come anticipato, questa custom ROM è basata su Android 8.1 Oreo con patch di sicurezza di febbraio 2018. L’esperienza fornita è puramente stock, con tutti i pro e contro del caso. Lo stacco con la MIUI è piuttosto radicale. Opzioni e funzionalità si presentano ridotte all’osso, ovvero le medesime viste sugli ultimi Google Pixel 2.
Ciò significa la presenza del Pixel Launcher, fra widget, Google Assistant, Google Lens, icone, font, animazioni e quant’altro. La ROM comprende già la suite Gapps ma non la Google Camera. Seguendo la procedura illustrata nel thread XDA, infatti, vi ritroverete installata la MIUI Camera. Come forse saprete, scegliere la versione di Google Camera da usare non è facilissimo. Noi abbiamo scelto questa, in quanto una delle meno buggate fra quelle disponibili.
Da segnalare un bug riguardante l’Ambient Display. Di base questo si attiverà alla ricezione delle notifiche e… quando vorrà lui. Infatti, in più occasioni ci è capitato che questo si risvegliasse all’improvviso senza che venisse mosso il telefono.
Prestazioni e connettività
Partiamo dal sensore ID, le cui performance risultano pressoché invariate rispetto a quelle con software originale. Non il più veloce sul mercato, ma di sicuro nemmeno lento. Per quanto riguarda la fluidità generale, si nota come il tutto risulti più scattante. Difficilmente incapperete in lag o freeze, assenti nella nostra prova.
La connettività è gestita bene, con slot dual Nano SIM (ed assenza della banda 20). Purtroppo ci sono delle pecche in questo comparto, ovvero il mancato supporto a NFC e banda 5 GHz per il Wi-Fi.
Autonomia e ricarica
Anche se non è al livello dei suoi cugini mid-range, lo Xiaomi Mi 6 si è sempre comportato in maniera più che adeguata sotto il profilo dei consumi. Se con firmware originale raggiungevamo circa 5.30/6 ore di display attivo nell’arco di una giornata, con la Pixel Experience riusciamo a spingerci oltre.
Pur utilizzandolo assiduamente, non sarà difficile superare le 7 ore e, con un po’ di moderazione, riuscirete a coprire più di una giornata di utilizzo. Questo grazie all’assenza di battery drain e alla scarica graduale riscontrata durante la nostra prova.
Anche se tecnicamente il Quick Charge 3.0 non sarebbe supportati, per una ricarica completa dei 3350 mAh qua presenti occorreranno circa 100 minuti. Un risultato invariato rispetto alla ROM originale.
Qualità fotografica: MIUI Camera vs Google Camera
Ed eccoci al comparto che probabilmente interesserà maggiormente a voi lettori: quello multimediale. Se conoscete Xiaomi, saprete bene che la qualità fotografica non è certo il maggior pregio dei propri dispositivi. Il software può risultare parecchio invasivo in quanto a gestione delle luci e riduzione del rumore, con conseguente “effetto pastello”.
Ecco, quindi, che abbiamo messo a confronto la tradizionale MIUI Camera con la sempre più apprezzata Google Camera. La versione da noi utilizzata è questa, in quanto meno buggata ma non perfetta. Per esempio, l’app va in crash nel caso si selezioni lo slow-motion. Inoltre, i video catturati, oltre ad avere una qualità non eccezionale, presentano lag sia in registrazione che riproduzione. Senza considerare che, in fase di riproduzione, l’audio sparisce dopo pochi secondi. Trasferendo le clip sul PC, invece, l’audio si sente normalmente. Negli screenshots seguenti potete trovare i settaggi da noi impostati.
Come visto sui succitati Pixel 2, la Google Camera permette di scattare in modalità Ritratto anche con un sensore singolo. Questo significa bokeh anche per i selfie, per quanto il riconoscimento dei contorni sia decisamente perfettibile.
Foto in diurna
In fase diurna le differenze fra l’app di Xiaomi e quella di Google non sono poi così palesi. Generalmente le foto scattate con la GCam presentano un miglior bilanciamento dell’esposizione. Tuttavia, in alcuni confronto si nota come le foto della MIUI Camera siano più luminose. In alcuni casi anche troppo, risultando sovra-esposte. Questo anche in modalità HDR: in alcune occasioni (come il secondo scatto qua sotto) si limita soltanto ad alzare gli ISO, senza differenziare granché zone chiare e scure.
Foto in notturna
Quando calano le luci la situazione si fa decisamente diversa. È qui che si nota la vera efficacia della Google Camera, in grado di riportare alla vita luci e colori altrimenti assenti con la MIUI Camera. È palese in quasi tutti gli scatti a confronto come il software di Google sia maggiormente in grado di mantenere una certa vivacità dell’immagine. Per non parlare delle luci, spesso e volentieri sovra-esposte dall’app Xiaomi: con la GCam sarete in grado di mantenere dettagli che avreste perso in caso contrario. Tutto ciò si riflette anche negli scatti con flash LED attivo.
Selfie
Concludiamo con la fotocamera frontale, le cui differenze sono meno marcate ma presenti. Se con la MIUI Camera si nota quel fastidio effetto Bellezza, con la Google Camera vediamo una maggior conservazione dei dettagli. In fase notturna, invece, i risultati appaiono abbastanza equivalenti.
Conclusioni
In definitiva, la trasposizione della Pixel Experience sullo Xiaomi Mi 6 ha sicuramente dato i suoi frutti. A partire da performance ed autonomia, i quali hanno beneficiato di un discreto boost. Idem per la parte fotografica, soprattutto in fase notturna. Siamo coscienti del fatto che chi compra uno Xiaomi lo fa in buona parte per l’esperienza MIUI. Tuttavia, se foste curiosi di provare il vostro Mi 6 sotto una nuova veste, non possiamo che consigliarvi questa ROM.
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