Vuoi per lo scarso interesse nella categoria, vuoi per smartphone con display sempre più ampi, la diffusione dei tablet Android è arrivata ad un punto morto. Alcuni grandi produttori continuano a produrre modelli, ma nella fascia low-cost è difficile trovare prodotti con caratteristiche soddisfacenti. Lentamente questo settore è passato in mano alle aziende asiatiche e questo Chuwi Hi9 ne è un perfetto esempio. Ad un prezzo piuttosto abbordabile, il tablet presenta un hardware sulla carta performante: non ci resta che parlarvene nella nostra recensione.
Recensione Chuwi Hi9
Unboxing
Il box di vendita è piuttosto spartano e al suo interno presenta la seguente dotazione:
- Chuwi Hi9;
- caricatore con presa europea 5V 3A;
- cavo USB / microUSB;
- vetro temperato (e pellicola pre-applicata);
- manualistica
Design e qualità costruttiva
Non si può certo dire che Chuwi Hi9 sia un tablet particolarmente curato a livello estetico. La scocca posteriore in plastica restituisce sin da subito una sensazione cheap. Oltre ad essere un discreto magnete per le impronte. E fin qui potrebbe non esserci nulla di male: d’altronde si tratta di un prodotto il cui obiettivo non è certo “essere bello”. Tuttavia, gli evidenti scricchiolii dell’intero corpo non fanno che peggiorare il tutto.
Fortunatamente a risentire di questa qualità costruttiva non sono tasti e porte di connessione, ben funzionanti e solidi. Sulla destra troviamo tasto Power e bilanciere del volume, mentre superiormente abbiamo la porta microUSB 2.0, l’ingresso mini-jack da 3.5 mm e lo slot microSD. È anche presente un microfono (da qualche parte), mentre lo speaker è nella parte posteriore. Ah, manca il lettore d’impronte digitali, un’assenza non grave ma comunque da segnalare.
Display
Il Chuwi Hi9 si pone come un’alternativa compatta nel panorama dei tablet. Frontalmente si staglia un display da 8.4 pollici con rapporto in 16:10. Ne consegue che la risoluzione adottata è QXGA, ovvero 2560 x 1600 pixel e 350 PPI. Un buon valore di cui, però, riparleremo in quanto a prestazioni.
Il pannello è di tipo IPS ed offre una buona laminazione, senza incappare in riflessi fastidiosi. Non si può dire altrettanto bene della fedeltà cromatica: non appena affiancato ad un buon display noterete subito delle alterazioni. Inoltre avrei preferito una maggiore saturazione, in modo da evitare questo effetto slavato. Non eccelle nemmeno il valore di luminosità massima, mentre il sensore di regolazione è sufficientemente reattivo.
Come specificato in precedenza, il Chuwi Hi9 arriva con una pellicola pre-applicata. Come prevedibile, questa non ha quasi alcun trattamento oleofobico. Andandola a rimuovere la situazione migliore decisamente, ma non aspettatevi miracoli: ogni tanto una pulita sarà necessaria. A proteggere il tutto c’è un vetro 2.5D.
Ma la cosa più fastidiosa sotto questo comparto è la scarsa reattività. Il pannello presenta il supporto a 10 tocchi, ma in più occasioni è capitato di dover ripetere uno swype oppure vedersi all’improvviso interrompere un vocale su Telegram. Non avendo riscontrato zone morte nel touch screen, ciò potrebbe essere da imputare a mancate ottimizzazioni software/hardware.
Hardware e software
Il comparto tecnico si basa su un chipset MediaTek MT8173 a 28 nm, certamente non la soluzione più prestante. Questo SoC comprende una CPU quad-core Cortex-A72/A53 a 1.99/1.57 GHz. Purtroppo il responso è appena sufficiente. In più situazioni ho constatato una decisa instabilità del sistema. Più di una volta mi è capitato di premere il tasto Power e veder il display accendersi dopo 1/2 secondi, con evidenti lag nella lock screen. Questo potrebbe essere imputabile ad una mancata ottimizzazione hardware/software. A partire dalla GPU PowerVR GX6250 che, come indicato sul sito MediaTek, supporta display in Full HD. Non escludo, quindi, che pilotare una risoluzione del genere possa metterla in buone difficoltà.
Fortunatamente in ambito gaming le prestazioni sono migliori. Non si avvertono difficoltà penalizzanti con giochi pesanti come GTA San Andreas, Asphalt 8 e Riptide, così come titoli più leggeri come Monument Valley 2, Angry Birds e Fruit Ninja. I 4 GBdi RAM LPDDR3 permettono di mantenere in caricamento un buon numero di app senza incorrere in ricaricamenti. Senza considerare i (lenti) 64 GB di memoria interna eMMC 4.5, non veloce ma comunque capiente ed espandibile tramite microSD, la quale può essere usata come memoria di sistema.
Tuttavia, giocando potreste notare qualche calo di frame. E qua si torna al discorso relativo all’instabilità per quanto riguarda le temperature. Dopo qualche minuto si nota un surriscaldamento della scocca in corrispondenza di dove risiede il chipset, fino a picchi di 45/50°C. Non sono valori estremi (soprattutto in inverno), ma d’estate potrebbe risultare fastidioso.
Per quanto riguarda il software, si tratta di Android 7.0 Nougat ed il primo vantaggio è ovviamente la presenza dello split-screen. L’interfaccia è quella stock e l’unica app installata è ES File Explorer, comunque disinstallabile. Sono corso quasi subito ai ripari disattivando le animazioni, in quanto poco fluide in molti frangenti. Non essendo un fan di Android su tablet, visto come viene gestita l’interfaccia. Preferirei di gran lunga avere elementi che sfruttino meglio lo schermo, fra icone, tendina delle notifiche e menu. Poco male: basterà installare un launcher alternativo e personalizzarlo di conseguenza.
Qualità multimediale e connettività
Le fotocamera qua integrate sono da 5 e 2 mega-pixel. Come prevedibile, la qualità degli scatti lascia decisamente a desiderare, così come il software, poco reattivo. In fase di videochiamata i risultati sono scarsi: essendo la selfie camera VGA poco grandangolare, dovrete tenere il tablet sufficientemente lontano da voi, per lo scorno dei muscoli delle vostre braccia.
Lo speaker è purtroppo singolo ed è posizionato nella parte posteriore. Il volume è comunque piuttosto alto, mentre la qualità è quella che si aspetterebbe da un prodotto del genere. Presente l’ingresso mini-jack, assente la Radio FM.
Per quanto sia un device compatto, il Chuwi Hi9 è sprovvisto di connettività LTE. Al contrario, è presente un modem Wi-Fi 802.11 a/b/g/n Dual Band con una buona velocità. Abbiamo anche il Bluetooth 4.1, mentre il GPS non è supportato. Parlando di sensori, è presente l’accelerometro, mentre mancano giroscopio e bussola.
Autonomia
Ad alimentare il Chuwi Hi9 troviamo una batteria da 5000 mAh, la cui durata non è granché elevata. In questi giorni ho constatato un’autonomia media con circa 3.5 ore di display attivo su una base di utilizzo di 6/7 ore. Non ci sono problemi di deep sleep e la scarica in standby è contenuta. Tramite il caricatore in dotazione da 5V 3A, la ricarica completa si ottiene in poco più di 2 ore.
Recensione Chuwi Hi9 – Conclusioni e prezzo
Se volete spendere circa 150 euro ed avere Android 7 Nougat (con relativo split-screen) e 4/64 GB di RAM, questo Chuwi Hi9 è una delle pochissime scelte a disposizione. In alternativa dovrete aggiungere altri 50/100 euro al vostro budget, a meno che non vogliate accontentarvi di avere Android 6 Marshmallow: in quel caso la scelta si amplia.
L’acquisto di questo prodotto è consigliato soltanto a coloro che sanno a cosa vanno incontro, ovvero un device con cui bisognerà avere una certa pazienza e poche pretese nell’utilizzo. Lo potete trovare su BangGood ad un prezzo di 154.53 euro.
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