Nel mercato degli smartphone low-cost c’è tantissima scelta, non sempre di eccellente qualità. È difficile imbattersi in un device dalle buone caratteristiche tecniche e con una discreta esperienza d’uso al di sotto dei 100 euro. Molteplici aziende tentano di occupare anche questa fetta di mercato, consce del fatto che diversi utenti si avvicinano a questo mondo grazie ad un telefono dalle caratteristiche molto basilari. A tal proposito, la recensione di oggi riguarda Bluboo D2, device di fascia molto bassa, sia nel comparto hardware che nel prezzo.
Recensione Bluboo D2
Unboxing
La confezione di vendita è rappresentata dal classico parallelepipedo compatto, di cartone rigido, sul cui retro sono indicate alcune caratteristiche tecniche del device. Al suo interno possiamo trovare:
- Bluboo D2;
- cover morbida trasparente in TPU;
- cavo USB/microUSB;
- caricatorecon presa italiana e uscita a 5V 1A;
- due pellicole in plastica per lo schermo;
- spilletta per lo slot SIM;
- anello in plastica;
- manuale di istruzioni, anche in lingua italiana.
Design e materiali
Non è certo l’originalità il punto di forza di questo device. Sia anteriormente che posteriormente offre un design che ricalca linee già sperimentate da altri brand più blasonati. È comunque indubbio il fatto che sia costruito abbastanza bene, senza nessuno scricchiolio. Tutto il frame laterale è percorso da quello che sembra metallo lucido, che restituisce un bel colpo d’occhio ed ottime sensazioni al tatto.
La back cover, con effetto specchio, è quasi certamente realizzata in policarbonato e non ha riportato particolari segni di usura dopo questi giorni di prova. L’unica vera nota negativa è quella relativa all’oleofobicità, dato che vengono trattenute molte impronte su entrambe le facce del device. Le dimensioni sono di 150 x 70 x 9m m, con un peso di 184.7 g. Il device è abbastanza comodo da tenere in mano anche se il peso è leggermente sopra il limite di sopportabilità.
Posteriormente trovano spazio, sotto la superficie della scocca in policarbonato, due fotocamere e, poco più a lato, il singolo flash led. Quest’ultimo sporge leggermente rispetto al profilo del device. Sul frame sinistro è stato posizionato lo slot SIM, che può contenere contemporaneamente due micro SIM oppure una micro SIM ed una micro SD, per espandere la memoria interna.
Dal lato opposto sono presenti, invece, il tasto Power ed il bilanciere del volume. In alto abbiamo l’ingresso mini-jack da 3.5 mm per le cuffie, mentre inferiormente trovano spazio lo speaker, la porta microUSB ed il microfono principale.
Sul bordo alto, al di sopra del display, abbiamo un LED di notifica RGB, i sensori di prossimità e luminosità, la capsula auricolare e la fotocamera frontale. In basso, invece, è presente il tasto fisico centrale che però non possiede nessun sensore per il riconoscimento dell’impronta.
Per quanto riguarda il sensore di luminosità, il comportamento si è dimostrato anomalo. Lo schermo è illuminato sempre in maniera leggermente eccessiva, anche in ambienti abbastanza bui. Inoltre i tempi di riadattamento alla giusta temperatura sono lunghi.
Display
Il display montato su questo Bluboo D2 è un’unità prodotta da Sharp con una diagonale da 5.2 pollici e risoluzione HD 1280 x 720 pixel. Tutta la gamma dei colori è riprodotta in maniera quasi fedele, sebbene le immagini siano leggermente prive di contrasto. La temperatura del colore è modificabile tramite Miravision, dato che siamo in presenza di un device marchiato MediaTek. In generale la resa del bianco non è sufficiente, virando verso l’azzurro già a lievi inclinazioni dello smartphone e i neri peccano di profondità, in pieno stile IPS.
Sotto la luce diretta del sole, il pannello è ben visibile ma soffre di un effetto di riflessione spesso sopra le righe. Le prestazioni del touch screen, a due tocchi, mi hanno lasciato perplesso. In fase di scrittura si è rivelato essere abbastanza legnoso ed impreciso nella digitazione, inducendo a numerosi errori. Per tutte le altre operazioni si può considerare, invece, sufficiente.
Il discorso oleofobicità lo abbiamo in parte già affrontato, ma qui approfondiamo. Una volta estratto dalla confezione lo smartphone sarà dotato di una classica pellicola in plastica già applicata sulla schermo. Questa trattiene moltissime impronte fin dal primo utilizzo, come del resto le trattiene lo schermo stesso. Rimossa la pellicola sarà, infatti, impossibile evitare di sporcare il vetro frontale, che non è dotato di nessun apposito trattamento.
Hardware
Bluboo D2 presenta un chipset MediaTek MT6580A con una CPU quad-core e frequenza a 1.3 GHz. Le memorie sono l’anello più debole in questo comparto. Il device possiede 1 GB di RAM e solo 8 GB di memoria interna. Quest’ultima è espandibile tramite microSD fino a 128 GB.
Lo spazio per l’archiviazione è davvero risicato, tanto che sono stato costretto ad utilizzare una memoria esterna da 64 GB. Le prestazioni potrebbero, quindi, essere state influenzate da questa scelta. Ma ci tengo a precisare che inizialmente ho utilizzato lo smartphone senza nessuna memoria aggiuntiva, ottenendo gli stessi risultati.
Il device non è veloce in nessuna delle operazioni richieste. L’apertura delle app, così come dei menù, richiede alcuni secondi di attesa. La RAM è risicata e in quanto tale non trattiene in memoria più di un paio di app leggere, come ad esempio quelle di messaggistica.
L’uso prolungato potrebbe portare ad un rallentamento generale evidente, soprattutto nel caso in cui la pulizia della RAM non sia stata effettuata per diverse ore. Su Facebook non ho riscontrato particolari problemi, mentre su Instagram, ad esempio, è difficile riuscire a seguire e pubblicare Storie, a causa di gravi criticità in fase di caricamento.
Le temperature non raggiungono mai valori preoccupanti, scaldando comunque nella parte posteriore alta. Il comparto grafico è curato da una Mali-400 che non supera pienamente la sufficienza. Su titoli più leggeri si comporta abbastanza bene, ma su giochi come Real Racing 3 mostra tutti i suoi limiti, con pesanti cali di frame ed una scarsa fluidità.
La navigazione web è discreta sia con il browser di sistema sia con Chrome. Ovviamente bisogna fare l’abitudine con la lentezza dei caricamenti, soprattutto sui siti che offrono maggiori contenuti multimediali. Saltuariamente si assiste a qualche crash in fase di caricamento della pagina selezionata.
Software
Android 7? 8? No, Android 6.0 Marshmallow. Questa è la versione installata su questo smartphone, con patch di sicurezza risalenti al 5 settembre 2016. Il device è uscito al termine del 2017 ed è davvero strano vedere come l’azienda non abbia voluto portare su questo terminale alcuni tra gli ultimi aggiornamenti di casa Google. Il software è, comunque, praticamente stock, fatto salvo per la personalizzazione grafica dell’interfaccia che vedremo meglio fra poco.
L’immagine qui sopra non è stata inserita a caso e ora vi spiego perché. Come è possibile vedere è presente, a schermo, la barra di navigazione che non può essere eliminata dalle impostazioni. Più in basso, fuori dallo schermo, è stato posizionato il tasto fisico per tornare direttamente alla home con un click o aprire il multitasking con una pressione prolungata. Ai lati di questo tasto fisico, posti sotto la scocca, sono presenti due tasti soft touch che svolgono queste operazioni: quello a sinistra è il tasto opzioni mentre quello a destra svolge le stesse funzioni del tasto centrale. In conclusione ci sono tre pulsanti, fisici e non, che svolgono le medesime mansioni.
Al di la di questo aspetto, cliccando il tasto opzioni dalla home abbiamo la possibilità di personalizzare l’interfaccia con i Temi, nuove transizioni, widget e sfondi. Il menù impostazioni ricalca la versione stock di Android, con pochissime voci aggiuntive quali, per esempio, quelle riguardanti le gesturesa schermo spento. Quest’ultime le ho dovute, però, disattivare perché in tasca ho aperto involontariamente, più di una volta, alcune app legate ad un particolare gesto.
Il sistema non è esente da piccoli e fastidiosibug. Ad esempio, la rotazione automatica dello schermo attiva rischia di far incappare l’utente in improvvise rotazioni dell’app in utilizzo. L’unico modo per tornare alla situazione iniziale sarà disattivare tale impostazione. Questo problema sopraggiunge saltuariamente anche con Google Maps, dove lo schermo ruoterà addirittura di 180 gradi una volta avviata la navigazione, senza una reale motivazione.
Fotocamera
Bluboo D2 è caratterizzato da una dual camera posteriore, con 8 + 3 mega-pixel, anche se il sensore principale è da 5 mega-pixel interpolati. L’effetto della luce diretta sulle lenti è oltremodo disastroso. Non sono riuscito a risalire all’utilità di questa configurazione, dato che l’effetto bokeh è interamente gestito dal software, funzionando anche coprendo le fotocamere.
Oltre questo aspetto, gli scatti nelle ore diurne sono sotto la sufficienza, con colori un po’ slavati ed impastati. Sull’estremità sinistra è sempre presente, inoltre, una parte più opaca che disturba l’immagine. L’HDR svolge abbastanza bene il suo lavoro, pur tendendo in varie circostanze a schiarire troppo la foto. Le ore notturne sono ancora più critiche, con un rumore fotografico eccessivo ed una quantità di luce catturata davvero insufficiente. Nulla può in questo caso il singolo flash LED, che espone lo sfondo ad una luce troppo debole.
Il singolo sensore anteriore è il medesimo del sensore posteriore principale, quindi 5 mega-pixel interpolati fino ad 8 mega-pixel. In questo caso non c’è differenza in termini di qualità fra le due fotocamere, sebbene i selfie ottenuti in questi giorni di test siano perlomeno sufficienti per l’utilizzo social. È possibile sfruttare la funzione HDR frontale per migliorare leggermente la resa dell’immagine.
I video sono girati a 720p e, al di la della scarsa qualità, presentano una grave problematica. Dopo un certo periodo si registra una perdita di framesimportante che accompagna l’utente fino alla conclusione del video stesso.
Connettività
Il device possiede un modulo Wi-Fi 802.11 b/g/n che offre una copertura limitata ma prestazioni abbastanza soddisfacenti. Nei luoghi più difficili, in termini di ricezione, permette di scambiare messaggi su WhatsApp o Telegram e niente più. In esterna abbiamo a disposizione una connessione 3G che non è particolarmente prestante ma che, con Fastweb, non mi ha mai dato particolari problemi in merito alla stabilità.
Il Bluetooth 4.0 è rimasto costantemente connesso ad una Mi Band 2, notificando sempre tutto. Anche su vari sistemi d’infotainment per auto non ho registrato problemi di dialogo. Il modulo GPS/A-GPS è abbastanza buono, seppur lento nel fix del segnale e non sempre preciso nell’indicare la posizione esatta.
Audio
L’audio offerto dallo speaker posto in basso è pessimo. Il suono è sporco e metallico, tendendo a gracchiare leggermente anche a volume non particolarmente sostenuto. La qualità tende a migliorare con l’utilizzo di cuffie di buona qualità, grazie alle quali poter ascoltare qualsiasi contenuto audio senza i fastidi derivanti dal suono scaturito dalla cassa.
In capsula auricolare la voce è chiara e ben distinta per entrambi gli interlocutori. Non ho mai riscontrato, tra l’altro, disconnessioni improvvise o perdite di segnale.
Autonomia
La batteria montata sul device è un’unità da 3300 mAh. La giornata lavorativa verrà portata sicuramente a termine ma difficilmente avrete batteria residua fino a tarda sera. Nella mia personale esperienza con questo smartphone non sono riuscito, con un misto di Wi-Fi e 3G, a superare poco più di 5 ore di schermo attivo su circa 13 ore di utilizzo totale.
La batteria impiega anche più di 3 ore per effettuare un ciclo completo, a causa del caricatore abbastanza lento con uscita a 5V e 1A.
Conclusione
Bluboo D2 viene offerto online a circa 50 euro. Per questa cifra acquisteremo un device con un software vecchio di due generazioni, patch di sicurezza aggiornate a più di un anno fa ed un sistema che, in generale, non soddisfa in termini di stabilità e fluidità. Ho seri dubbi sul fatto che questo device possa resistere al tempo che avanza, data anche la dotazione hardware non particolarmente prestante, soprattutto a livello di memorie. Forse per questa cifra è difficile trovare di meglio ma per 40-50 euro in più è possibile assicurarsi terminali di tutto rispetto (vedi Xiaomi Redmi 4A).
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