Il mercato dei dispositivi wearable è in continua crescita. In molti stanno tentando di accaparrarsi una fetta di questo terreno così giovane e fertile. Ma c’è chi sta già coltivando questo terreno da un po’ più di tempo e fra queste aziende spiccano Xiaomi ed Apple.
Apple al keynote non ha detto tutto
Ieri sera (alle 19 ora italiana) al Bill Graham Civic Auditorium a San Francisco ha avuto luogo il Keynote di Apple per la presentazione dei suoi nuovi dispositivi, fra cui il nuovo Apple Watch. Tante le innovazioni apportate nella seconda versione di questo wearable tra cui impermeabilità e GPS integrato.
Questo Keynote, però, è risultato essere sottotono rispetto ad altri eventi passati della società di Cupertino e, tra le mancanze più macroscopiche evidenziatesi nel corso della presentazione, vi è stata certamente la mancata presenza di slide che mostrassero i risultati commerciali di Apple.
Sarà stata una casualità? Non sarebbe da Apple, abituata a non lasciare nulla al caso. Forse i dati da mostrare, almeno nel settore indossabili, non sarebbero stati così entusiasmanti.
Perché, se da una parte è vero che le vendite dell’orologio di Cupertino hanno reso Apple il secondo brand al mondo di orologi, dall’altro nel secondo trimestre dell’anno (e non solo) le vendite sono crollate.
Xiaomi ed Apple: cosa dice il mercato
Quando qualcuno crolla in un settore c’è sempre qualcun altro che, invece, ne trae giovamento e, in questo caso, si tratta proprio di Xiaomi. L’azienda, pur non avendo guadagnato grosse fette di mercato in questo settore, ha scalzato la società californiana dal secondo posto fra i venditori di dispositivi indossabili.
Lo dimostra infatti un’indagine effettuata dalla rinomata società di ricerca IDC. Questo rapporto sul mercato globale ci fornisce anche indizi sulla classifica di chi siano i re del mercato e come questa sia cambiata nel tempo.
Come si può vedere l’elenco mostra che Apple, rispetto al Q2 dello scorso anno, ha venduto solo 1,6 milioni di Apple Watch, contro i 3,6 milioni del 2015, con un ridimensionamento di ben li 57% ed una fetta di mercato ridotta dal 20,3% a solo il 7%. Invece Xiaomi, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è riuscita a mantenere stabile il numero di dispositivi venduti, 3,1 milioni, con una crescita del 2,5%. Questo ha permesso all’azienda cinese di scavalcare Apple in questa classifica.
Un grande plauso va fatto a Fitbit che, ancora una volta, domina al primo posto riuscendo, per di più, ad incrementare il numero di unità vendute da 4,4 a 5,7 milioni, con una crescita del 28,7%.
Prospettive future
Xiaomi ha recentemente presentato il suo primo smartwatch, l’Amazfit, e questo influirà sicuramente nelle vendite, dato il prezzo decisamente aggressivo rispetto alla concorrenza. Se, però, l’azienda punterà a migliorare le vendite di quei dispositivi che già ha lanciato sul mercato, magari iniziando a venderli ufficialmente anche al di fuori del solo continente asiatico, potrà incrementare notevolmente i suoi volumi di vendita e la sua crescita, dando serio filo da torcere a molte aziende. Soprattutto, Xiaomi è una società che continua ad innovare molto e su tantissimi fronti, non solo legati agli smartphone e ai dispositivi wearable.
Per quanto riguarda Apple, la conferenza di ieri sera ci ha mostrato il nuovo Apple Watch Series 2. Tuttavia, il dispositivo ha stupito ma non ha portato grandi innovazioni e come detto prima, oltre ad un ovvio miglioramento generale delle prestazioni, le novità sono poche e per lo più ingegneristiche: il design è rimasto invariato, il prezzo anche e la sola introduzione di GPS, impermeabilità, un display super-luminoso da 1000nits e nuove colorazioni non sembra certo un grande passo in avanti, se teniamo conto che il resto delle migliorie è stato apportato via software (e quindi teoricamente sarebbe adattabile anche al modello precedente).
Siamo estremamente curiosi di vedere come evolverà il mercato “degli indossabili”, sperando magari in mosse a sorpresa da parte di qualcuno tra i produttori.
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