Dopo aver atteso diversi mesi con continui rumors, indiscrezioni e foto leaked, finalmente Xiaomi ha annunciato lo scorso 27 luglio i suoi primi laptop, ovvero lo Xiaomi Mi Notebook Air 12.5 ed il 13.3, versioni che si differenziano nella diagonale del display, nelle specifiche tecniche ed infine nel prezzo.
Nella recensione di oggi andremo a provare la variante più economica e dunque la più piccola, ovvero lo Xiaomi Mi Notebook Air 12.5, un ultrabook che per peso, dimensioni e caratteristiche tecniche si pone in diretta competizione alle soluzioni ultra-portatili di tante altre aziende del settore, fra cui il nuovo MacBook 12, il Dell XPS 12 ed anche alcune soluzioni di Asus appartenenti alla famiglia Zenbook.
Il punto in comune delle diverse soluzioni è la stessa famiglia di processori Core M, 4/8 GB di RAM, memorie SSD e soprattutto un peso contenuto prossimo al kilogrammo, oltre all’elevata autonomia garantita.
Come si comporterà il primo ultrabook di Xiaomi? Scopriamolo insieme nella recensione completa.
Lo Xiaomi Mi Notebook Air 12.5 è acquistabile su GearBest ad un prezzo di 542 euro con spedizione dalla Cina.
Multimedia e software
Il sistema audio dello Xiaomi Mi Notebook Air 12.5 è stato realizzato in collaborazione con AKG, nota azienda del settore audio. Il device arriva con due speaker, posti sulla parte posteriore, in grado di garantire una buona qualità sonora ed un volume di alto livello.
È presente la tecnologia Dolby Audio, che va ad equalizzare il suono ed a migliorare la resa sonora finale riuscendoci bene. Come già detto, la qualità sonora è davvero buona, così come il volume: l’unica cosa che ho notato è che, come su tanti altri device, si sentono poco i bassi e ad alti volume gli speaker tendono a leggermente a gracchiare ed emettere un leggero suono metallico. Problema facilmente risolvibile tenendo il volume massimo prossimo o sotto all’80%, senza dunque sacrificare nemmeno troppo il volume audio finale.
Passando al classico utilizzo multimediale di riproduzione video, la prova dei principali codec e formati ha avuto esito positivo, anche con risoluzioni 4K e frame rate elevati, anche se per questi specifici casi potrebbe rivelarsi necessaria l’installazione di un pacchetto con tutti i principali codec ed un video player esterno, come VLC ad esempio.
Molto buona anche la qualità audio in cuffia, anch’essa equalizzabile. Niente di stupefacente, invece, la webcam da 1 mega-pixel, limitata alla risoluzione HD ed in grado di permettere video chiamate con un livello qualitativo accettabile. Ottimo, invece, l’audio registrato dai due microfoni di sistema, che, complice la posizione frontale sopra al display, riescono a catturare bene le sorgenti audio.
Software
Eccoci giunti alla parte dolente: la versione Windows 10 installata è genuina e correttamente attivata, ma limitata al solo mercato cinese. Fortunatamente negli ultimi giorni sono state rilasciate alcuni guide per effettuare la conversione del seriale, a cui vi rimando qualora ne aveste bisogno.
Tornando al device che è arrivato a me, Windows 10 era completamente in cinese e non c’è stato modo di tradurlo, motivo per cui ho dovuto creare una pennetta USB UEFI bootabile con su Windows 10 64-bit, accertandomi di renderla compatibile con le partizioni GPT.
Una volta reinstallato tutto è iniziata la ricerca dei driver, fortunatamente ormai reperibili sul forum di Xiaomi. Dopo quasi un pomeriggio perso per la re-installazione di Windows 10, driver e tutti i software a corredo, finalmente lo Xiaomi Mi Notebook Air ha iniziato ad esprimere tutto il suo potenziale.
Tra l’altro vi consiglio di procurarvi i driver per la scheda di rete, chipset e GPU direttamente dal sito di Intel, dove trovate le ultime versioni più aggiornate. Come già detto nel paragrafo delle prestazioni ed esperienza d’uso, il sistema gira sempre fluido ed è abbastanza reattivo, dico abbastanza perché sotto task intensivi la reattività tende a calare, anche se nulla di preoccupante.
Per il resto, una volta che avete effettuato un’installazione pulita di Windows, avrete tutto in italiano e nessuna stringa in cinese, nemmeno nel BIOS, dato che di default è settato in lingua inglese. L’unico inconveniente rimane la licenza che non verrà attivata, in quanto localizzata per il solo mercato asiatico, tuttavia seguendo la guida non dovreste aver problemi a convertirla in internazionale.
Oppure potete usare Linux e forse anche Mac OS X, anche se per quest’ultimo proverò solamente dopo aver finito la recensione. Con Ubuntu 16.04 a 64-bit ed ArchLinux non ho avuto alcun problema di compatibilità, sia avviandolo da Live Boot che effettuando un’installazione completa in una partizione secondaria creata ad hoc per l’occasione.