Dopo aver visto qualche giorno fa la Teclast H30 ed averla confrontata con la Xiaomi Mi Band 2, nella recensione di oggi rimaniamo nel campo degli activity tracker ed andiamo ad analizzare la prima smartband realizzata dall’azienda cinese Cubot, ovvero la Cubot V1.
Il fatto che sia molto economica è uno dei motivi per cui alcuni di voi già ne avranno sentito parlare, ma non perdiamoci in chiacchiere ed andiamo a vederla nella nostra recensione completa.
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Cubot V1, la recensione completa di GizChina
Cubot V1 – Unboxing
La Cubot V1 viene venduta in una confezione in cartonato bianco dall’aspetto molto minimalista. Infatti, sulla parte frontale troviamo il disegno ed il nome della band, accompagnati dal logo dell’azienda in un elegante color argento. Infine, sul retro possiamo notare le specifiche tecniche del device.
Al suo interno, invece, è presente la seguente dotazione:
- sensore rimovibile;
- cinturino in plastica semi-rigida;
- cavo per la ricarica con ingresso USB – Micro USB;
- manuale per le istruzioni rapide in inglese e tedesco.
Cubot V1 – Design
Come moltissime smartband cinesi prodotte recentemente, il design della Cubot V1 è ispirato, in parte, a quello della Xiaomi Mi Band 2. Il risultato non è dei migliori in quanto esteticamente il design non è il massimo, soprattutto nella colorazione grigia, la quale rende questa band ancora meno gradevole alla vista.
I materiali utilizzati sono piuttosto cheap, infatti il cinturino in plastica semi-rigida conferisce un aspetto un po’ troppo economico alla wristband.
All’interno di quest’ultimo è incastonato il cuore dell’activity tracker, ovvero il sensore removibile. Esso è composto da un display OLED da 0.88 pollici con risoluzione 128 x 32 pixel, affiancato sulla parte destra da un pulsante a sfioramento che, a differenza della Xiaomi Mi Band 2 e della Teclast H30, non è indicato con nessun tipo di simbolo.
Nella parte inferiore troviamo solamente l’ingresso Micro USB utile per ricaricare la band, mentre non è presente il sensore dei battiti cardiaci in quanto questo fitness tracker non ne è dotato.
Cubot V1 – Funzionamento
Come tutte le smartband, la Cubot V1 può funzionare sia autonomamente, sia tramite l’associazione allo smartphone, la quale integra funzioni ulteriori.
Per quanto riguarda il funzionamento stand-alone, possiamo interagire con la band tramite il pulsante a sfioramento, attraverso il quale è possibile visualizzare le varie voci nel menù. Toccandolo possiamo vedere l’orario e la batteria residua, la data, i passi effettuati, le calorie bruciate ed infine, i chilometri percorsi.
Le funzioni presenti non sono tantissime, ma rappresentano il pacchetto basilare per un fitness tracker.
Ovviamente, associando la band tramite il Bluetooth al nostro smartphone, avremo la possibilità di tenere sotto controllo tutti i nostri progressi giornalieri ed anche alcune funzioni aggiuntive come ad esempio il monitoraggio del sonno e le statistiche generali settimanali e mensili.
Inoltre, sempre tramite l’apposita applicazione è possibile inserire dei parametri utili al rilevamento di alcuni dati come ad esempio il target dei passi da effettuare giornalmente e l’allarme in caso di sedentarietà.
Da aggiungere alla lista delle opzioni troviamo anche la valutazione del sonno e dell’attività fisica, la sveglia e le impostazioni di notifica.
Cubot V1 – Connettività
La Cubot V1 è dotata di Bluetooth 4.0 tramite il quale è possibile associare la band allo smartphone ed interagire con essa attraverso l’applicazione proprietaria CUBOT Band disponibile sia su Android (dalla versione 4.3) che su iOS (dalla versione 8.0).
Tramite l’associazione, oltre a scambiare i dati fitness, sarà possibile ricevere sulla propria band le notifiche relative a messaggi, chiamate e WeChat.
A differenza della Xiaomi Mi Band 2 e della Teclast H30, la Cubot V1 non ci consente di ricevere notifiche da parte di applicazioni esterne, tranne l’applicativo di messaggistica istantanea WeChat diffusissimo nel panorama asiatico.
Cubot V1 – Autonomia
La Cubot V1 è alimentata da una batteria da ben 80 mAh, la quale riesce a garantirci un’autonomia di circa 1 mese di utilizzo con Bluetooth always-on.
La batteria è sicuramente uno dei punti di forza di questo device, che riesce ad essere anche più duraturo della Xiaomi Mi Band 2.
Ovviamente l’autonomia varia anche in base al numero delle notifiche ricevute ed in base a quanto si interagisce con la band, ma complessivamente si riescono ad ottenere comunque degli ottimi risultati. In aggiunta, non essendo presente il sensore dei battiti cardiaci, i consumi sono veramente ridotti.
Cubot V1 – Considerazioni
Dopo aver messo le carte in tavola siamo finalmente pronti ad analizzare ogni punto ed a trarre delle considerazioni.
Partiamo dunque dal design e dalla costruzione della band, perché come già detto in precedenza, i materiali utilizzati per la produzione di questo device sono piuttosto economici ed il design non è particolarmente accattivante, anzi.
Ovviamente il fattore estetico è prettamente soggettivo, si sa, ma personalmente non mi ha fatto impazzire anche a causa della sua grandezza.
Tuttavia è molto comoda al polso ed inoltre, grazie alla plastica semi-rigida del cinturino, la sudorazione è di molto inferiore rispetto al cinturino in gomma utilizzato sulla Xiaomi Mi Band 2 e sulla Teclast H30.
Rimanendo sulla costruzione, la Cubot V1 è waterproof e possiede la certificazione IP65. Nonostante ciò, l’ingresso Micro USB è protetto solamente da un bottoncino un po’ troppo semplice da rimuovere. Quindi, nonostante la certificazione, consiglierei di non esporlo nemmeno a dei piccoli getti d’acqua.
Il display OLED è poco oleofobico e poco visibile sotto la luce del sole ed inoltre, non mi è sembrato di una qualità eccelsa.
Per quanto riguarda l’interazione con la band e quindi con il pannello, non è presente la funzione che permette il risveglio del display tramite la rotazione.
Parlando invece della rilevazione dei dati, il calcolo dei passi effettuati, dei metri percorsi e delle calorie bruciate è abbastanza preciso, quindi nel complesso svolge sufficientemente il suo lavoro.
Quello che invece mi ha deluso è stato il monitoraggio del sonno, il quale è completamente sballato. Infatti, non riesce ad azzeccare minimamente il momento in cui ci si addormenta ed il momento in cui ci si risveglia, fissandolo sempre alle 7 di mattina.
Inoltre, non mi ha convinto il fatto che dopo la mezzanotte molte volte è stato necessario collegare la band allo smartphone tramite l’applicazione, perché altrimenti non partiva il nuovo conteggio dei passi/chilometri/calorie.
Per quanto concerne l’applicazione proprietaria, a volte ho avuto problemi con il collegamento dell’activity tracker allo smartphone. Nel complesso è molto semplice ed intuitiva anche se un po’ troppo povera di funzioni.
La ricezione delle notifiche è ottima ed istantanea. L’unica pecca (non trascurabile per molti) è che, al di fuori di WeChat, non si possono impostare altre applicazioni del quale ricevere le notifiche.
Cubot V1 – Conclusione
Per trarre la conclusione finale dobbiamo partire dal presupposto che la Cubot V1 è acquistabile su TinyDeal a soli 11 euro.
Quindi, nonostante i vari difetti, il prezzo irrisorio potrebbe farci chiudere un’occhio. Tutto sommato, escludendo il monitoraggio del sonno, questa band svolge con sufficienza il suo lavoro di fitness tracker.
Consigliamo l’acquisto per chi volesse immergersi per la prima volta in questo campo della tecnologia senza spendere troppo. Per chi fosse alla ricerca di un activity tracker completo ed economico allo stesso tempo, allora consigliamo di virare la scelta verso un altro prodotto come ad esempio la Teclast H30.