Meizu è una delle compagnie produttrici di smartphone cinesi in più rapida ascesa. Nello scorso anno, infatti, è stata in grado di vendere 20 milioni di smartphone, con una crescita di circa il 350 percento rispetto all’anno precedente, e sembra non volersi fermare, pianificando di vendere circa 25 milioni di dispositivi nel prossimo anno.
Gli antefatti
Nonostante questo, negli anni l’azienda è stata spesso alle prese con problemi legali. Già nel 2012, quando ha realizzato il suo primo smartphone, il Meizu MX, fu citata in giudizio da Apple, che accusò l’azienda cinese di aver copiato il design di iPhone.
L’anno scorso, invece, fu la volta di ZTE che accusò Meizu di aver implementato il tasto “Halo“, troppo somigliante al pulsante capacitivo dei dispositivi di ZTE. Da allora, Meizu ha ripiegato sull’introduzione dell'”mBack“, un pulsante multifunzione, sia fisico che capacitivo, che in alcuni modelli nasconde anche un sensore di impronte digitali.
La causa si è risolta con la una condanna che, però, non ha frenato la compagnia cinese che, nonostante questo incidente di percorso, è diventata oramai un competitor diretto di Xiaomi, in quanto i suoi dispositivi, oltre ad essere molto ben realizzati, sono apprezzati parecchio dagli utenti.
La controversia legale tra Meizu e Qualcomm
È di oggi, però, la notizia che Qualcomm, compagnia statunitense produttrice di processori, ha citato in giudizio Meizu per una presunta violazione di brevetti.
Qualcomm ritiene che l’azienda cinese abbia violato alcuni brevetti esclusivi riguardanti la ricezione 3G e 4G per implementarli su smartphone dotati di processore MediaTek.
Meizu evita di utilizzare CPU di Qualcomm (preferendo utilizzare processori MediaTek o Exynos) proprio per non dover pagare royalty a questi ultimi ma, a quanto pare, questo non è bastato a non avere problemi con il produttore statunitense.