Il regime in Cina, con l’evolversi della tecnologia, ha cominciato a emanare leggi che cercassero di controllare tutte le novità che si sono susseguite.
Da lunedì scorso una nuova legge è entrata in vigore, imponendo agli sviluppatori di applicazioni e ai proprietari dei market attraverso i quali queste vengono diffuse, come Apple, Baidu e Xiaomi, di tracciare le attività degli utenti e segnalare tutte le infrazioni alle leggi vigenti.
Qualsiasi accesso a o produzione di materiale pornografico, critica aperta al governo o pubblicazione di contenuti che possano mostrare in una cattiva luce il governo o i propri agenti, può costare la prigione ai cittadini cinesi e sono esattamente questi i comportamenti che, da oggi, le applicazioni devono riportare.
Nonostante la rete sia già monitorata da circa 2 milioni di agenti di controllo, applicazioni come WeChat, giochi online come Avabel Online e applicazioni di social media come Facebook e Instagram rappresentano un territorio difficilmente controllabile.
Questo soprattutto per quanto riguarda le conversazioni private, tra utente e utente, che possono facilmente sfociare in discussioni sul governo.
La nuova legge emanata in Cina
Per questo motivo, ora, gli sviluppatori delle app e gli app store devono preparare un registro delle identità degli utenti e un registro dettagliato delle attività per gli ultimi 60 giorni.
Non si sa bene come questa nuova legge possa cambiare il panorama, se verrà applicata severamente o se sarà sostanzialmente disattesa. C’è il rischio, inoltre, che questa possa portare ad un collasso dell’ecosistema mobile, cosa che sicuramente non vorrà nemmeno il governo stesso.
Sven-Michael Warner di Bird & Bird, ad esempio, sottolinea che la legge, come molte delle regolamentazioni cinesi, è stata scritta in modo molto vago e può essere interpretata e applicata in modi molto diversi tra loro.