Lo sbarco ufficiale di Xiaomi in Europa sembrerebbe essere sempre più imminente, anche se sono ancora sconosciute le modalità e il timing dell’introduzione dei Mi-phone – e degli altri prodotti dell’azienda cinese – nel vecchio continente.
Tuttavia, la notizia diffusasi oggi online sembrerebbe essere in qualche modo legata ai piani di espansione della società di Lei Jun. Secondo la fonte, infatti, Xiaomi sarebbe in procinto di chiudere un accordo di partnership con la Leadcore Technology Co.Ltd, azienda produttrice di semiconduttori che, nel Q2 del 2014, è risultata il sesto più grande fornitore di processori per smartphone e tablet in Cina, con una quota di mercato del 3%, pari a circa 3 milioni di unità vendute.
A quanto pare Xiaomi sembrerebbe intenzionata ad acquisire il 51% delle quote azionarie della Leadcore, in modo da assumere, di fatto, il controllo della società e poter avviare la produzione di “Mi-chipset” seguendo il modello Huawei.
Ma per quale motivo Xiaomi dovrebbe essere interessata alla realizzazione di chipset proprietari? Le ragioni potrebbero essere principalmente due:
- Innanzitutto per una questione di ottimizzazione delle risorse economiche. Dopo un primo (sostanzioso) investimento, infatti, la produzione di chipset proprietari permetterà all’azienda di risparmiare sui componenti, oltre ad offrire alla stessa una maggiore flessibilità e possibilità di programmazione delle immissioni sul mercato dei dispositivi (ricordare il ritardo dell’uscita dello Xiaomi Mi3 a causa di uno scarso approvvigionamento di Snapdragon 800 da parte di Qualcomm?);
- in secondo luogo, un chipset proprietario equivale anche a dei “codici sorgente” proprietari e, di conseguenza, una piena libertà di azione in campo software.
Uno degli aspetti che potrebbero far cadere le precedenti ipotesi, riguarda l’evidenza che la Leadcore Technology è attualmente specializzata negli standard di rete TD-SCDMA e TD-LTE, ovvero quelli non compatibili con le reti europee. Tuttavia, pensiamo che per un’azienda con tanti anni di esperienza, associata, peraltro, al know-how di Xiaomi, non risulterà difficile ampliare il proprio campo d’azione agli standard WCDMA e FDD-LTE.
Voi cosa ne pensate? Condividete questa possibile mossa di Xiaomi?
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