Quest’annata, sempre piuttosto prolifica in quanto a nuove uscite, ha visto alcuni modelli spiccare nella fascia alta. Non tanto per la scheda tecnica in sé, ormai su ottimi livelli per la quasi totalità dell’azienda, quanto per l’avanguardia. È questo il caso del Vivo NEX S Ultimate che, assieme al “cugino” OPPO Find X, rappresenta quanto di più pionieristico si possa desiderare nel mercato degli smartphone. Scopriamolo più nel dettaglio nella nostra recensione.
Recensione Vivo NEX S Ultimate
Unboxing
All’interno della confezione troviamo la seguente dotazione:
- Vivo NEX S;
- case semi-rigido in silicone morbido;
- caricatore asiatico da 10V 2.25A;
- cavo USB / USB Type-C;
- cuffie in-ear;
- spilletta per lo slot SIM;
- manualistica.
Design e materiali costruttivi
Il Vivo NEX S esce dalla confezione con ben due pellicole protettive, sia davanti che dietro. E non è un caso: questo smartphone è un “piccolo” gioiello dalla costruzione pregiata. Interamente in vetro e metallo, non passa certo inosservato, soprattutto in questa colorazione Ruby Red. In questo non aiutano nemmeno le dimensioni di 162 x 77 x 8 mm per 199 g.
Ad aiutare nel grip ci pensa la back cover, realizzata in vetro curvato ai lati. Ma per quanto non sia un telefono particolarmente scivoloso, è a tutti gli effetti un phablet, per quanto questa denominazione stia via via scomparendo per gli standard odierni. E la cosa si fa ancora più evidente con la cover protettiva, comunque molto ben realizzata. C’è comunque la modalità ad 1 mano a facilitare le cose, così come il tasto Easy Touch.
All’occhio di un utente acerbo Vivo NEX S non può che risultare “strano”. Soprattutto per l’apparente assenza del lettore d’impronte, il quale è in realtà nascosto sotto al display. Vivo è stata la primissima azienda ad introdurre tale tecnologia e qua ne vediamo una versione aggiornata.
Ciò significa che, in confronto al precedente Vivo X21 UD, le prestazioni sono migliorate. Tuttavia, il feedback è comunque strano ed apparentemente lento per i neofiti. Dopo averci preso la mano (in tutti i sensi), si nota una buona reattività  ma non ancora del tutto al livello di un sensore classico in quanto a precisione e velocità di sblocco. E il riconoscimento facciale è assente (fra poco capirete perché).
Display
L’unico protagonista sul fronte è il generoso display Ultra Full View da 6.59 pollici di diagonale con risoluzione Full HD+ (2316 x 1080 pixel) ed una densità di 388 PPI. Il form factor è allungato in 19.3:9 ed offre un’esperienza visiva suggestiva, grazie alla screen-to-body ratio molto elevata, seppur il bordo inferiore sia più pronunciato rispetto alle altre cornici.
Oltre a ciò, è un’ottima unità  Super AMOLED che, seppur sia priva di regolazioni via software, dimostra una taratura il giusto bilanciata, anche per il punto di bianco. Oltre a neri assoluti ed un contrasto elevato, gli angoli di visuale sono molto buoni e la luminosità è decisamente adeguata anche all’aperto.
A compensare l’assenza del LED di notifica c’è la funzione di Always-on, anche se compatibile soltanto con orario, data, chiamate ed SMS. Da segnalare che, oltre al sensore ID, anche i sensori di luminosità e prossimità sono al di sotto del display, entrambi correttamente funzionanti.
Hardware e prestazioni
Dal punto di vista delle performance il Vivo NEX S non ha niente da invidiare ai migliori esponenti. Lo Snapdragon 845 di Qualcomm, a 10 nm, comprende una CPU octa-core Kryo 385 fino a 2.7 GHz, qua affiancata da 8 GB di RAM LPDDR4X-1866 dual channel e 128 GB di storage interno UFS 2.1 non espandibile (di cui disponibili 110 GB). Per quanto non abbia la stessa fulmineità di OP6 o Mi 8, le prestazioni sono di alto profilo, sia nella navigazione fra menu ed app che in fase di multitasking.
A gestire il comparto grafico c’è la potente GPU Adreno 630, la quale si comporta molto bene anche con giochi pesanti come PUBG a dettagli alti. Ma la gestione delle temperature non è il massimo, dato che dopo pochi minuti si avverte già un certo surriscaldamento della scocca, con conseguente (lieve) thermal throttling.
Benchmark
Software
Come ogni terminale Vivo che si rispetti, il software è guidato dalla Funtouch OS 4.0,basata su Android 8.1 Oreo con patch di sicurezza di giugno. Andando oltre le somiglianze estetiche con le interfacce di Samsung ed Apple, si nota sin da subito che siamo di fronte ad una ROM piuttosto ricca ma non snella.
Oltre all’assenza del drawer, la prima differenza con la quasi totalità dei competitors è il Control Center in stile iOS, richiamabile con uno swipe dal basso. Qua troviamo i toggles rapidi, le ultime app aperte ed i regolatori per luminosità e audio. Con uno swipe dall’alto, invece, si richiama la Ricerca Globale offline ed online.
Molto comode le gestures full screen per muoversi nell’interfaccia: swipe laterale per tornare indietro, swipe dal centro per tornare alla home e, tenendo premuto, si apre il multitasking. Il tutto è configurabile via software, così come è possibile ritornare ai tasti a schermo.
Con uno swipe a sinistra dalla Home si entra nello Smart Launcher, una schermata parallela dove vengono racchiusi widgets e scorciatoie varie. Niente male, poi, la presenza di gestures come il double tap to wake/sleep e la possibilità di associare al doppio click del tasto Power azioni come l’accensione della torcia, l’apertura della fotocamera ed altro ancora.
Di default ci sono molte app cinesi pre-installate (molte disinstallabili) e mancano i servizi Google. Ma tranquilli: vi basterà aprire lo store di Vivo, cercare l’app “Gmail” (occhio che l’icona sia quella ufficiale), installarla e verrà avviata in automatico la procedura per installare tutto quanto. E sì, è presente la lingua italiana: alleluja!
Occhio, però, perché per configurare un launcher alternativo di default sarà necessario inserire un account Vivo. Inoltre non c’è Google Assistant, qua sostituito da Jovi, l’assistente vocale dell’azienda con tanto di tasto fisico dedicato. Peccato che sia tutto in cinese e, quindi, inutilizzabile per noi, così come sono inutilizzabili features come Split Screen e Picture-in-picture con le app non cinesi.
Qualità foto/video
Sul retro è presente la dual camera con sensore principale Sony IMX363 da 12 mega-pixel con apertura f/1.8, il rapido autofocus Dual Pixel PDAF e singolo flash LED. Questo è affiancato dal secondario da 5 mega-pixel con apertura f/2.4, il quale è incaricato di acquisire i dati di profondità per realizzare scatti con effetto bokeh, regolabile in post-produzione. I risultati sono molto buoni, anche con poca luce, seppur non privi di artefatti digitali negli scontornamenti più ostici.
L’interfaccia software è realizzata con swipe laterali per muoversi fra le varie funzioni, fra cui quella Manuale (ma niente foto in RAW), e non manca l’Auto HDR.
LINK SAMPLE DIMENSIONI ORIGINALI
In fase diurna gli scatti sono di buon livello ma non del tutto paragonabili ai migliori esponenti della fascia top di gamma. Il livello di dettaglio catturato è buono ma non al top, mentre si nota una certa ricchezza cromatica e nella gamma dinamica. Ciò nonostante i colori non sempre risultano fedeli alla realtà , soprattutto in modalità HDR, con immagini a volte troppo sature.
Di sera è decisamente apprezzabile la conservazione dei colori ed anche il dettaglio non è male, per quanto entri in gioco un certo livello di soppressione del rumore. In generale, le foto sono mediamente più che discrete, ma c’è ancora da lavorare sul software, anche per ciò che concerne l’esposizione, per avvicinarsi al podio dei camera phone.
La selfie camera da 8 mega-pixel con apertura f/2 è un altro punto di rilievo per Vivo NEX S. In modo da evitare l’implementazione del notch, l’azienda ha adottato un meccanismo pop-up a scomparsa. Un piccolo motore è incaricato di rivelare il sensore quando necessario, con una discreta velocità (sia con l’app Fotocamera che in quell di terze parti). Fra l’altro è possibile personalizzare il suono di fuoriuscita scegliendo fra qualche presets.
Le foto che si ottengono hanno una qualità comparabile a quella del doppio sensore posteriore. Di giorno i risultati sono più che apprezzabili, anche con Auto HDR e modalità Portrait. Si nota, però, un effetto di impastamento che, anche disattivando l’effetto Bellezza, riduce il livello di dettaglio, soprattutto in Portrait. Di notte, invece, non è difficile ottenere foto micro-mosse.
I video possono essere registrati in 4K e Full HD a 30 fps, senza la possibilità di impostare i 60 fps, per quanto il chipset lo permetta senza problemi anche in 4K. Detto ciò, le clip catturati hanno buoni dettagli e colori piacevoli, ma a convincere è il bilanciamento dell’esposizione e la stabilizzazione che, seppur di tipo OIS a 4 asi, non è esente da scatti visibili. Non manca la modalità Slow Motion a 720p a 240 fps o in 1080p a 120 fps.
Audio e connettivitÃ
Più passa il tempo e più le aziende asiatiche stanno capendo l’importanza della banda 20. Ed infatti anche Vivo NEX S la supporta tramite lo slot dual Nano SIM standby, offrendo ottimi livelli di copertura e velocità di connessione, al pari dei brand più mainstream. Idem con il modem Wi-Fi ac Dual Band. A convincere sono anche i sensori per la navigazione satellitare, i quali al chiuso sono riusciti a fare di meglio anche dell’ottimo Huawei P20 Pro. Nessun problema nemmeno con il Bluetooth 5.0.
A gestire l’audio in chiamata non c’è una normale capsula auricolare, bensì un sistema in stile Mi MIX definito Screen Soundcasting. Il suono viene trasmesso tramite vibrazione in alto al centro, sotto al display, mandando in risonanza tutta la scocca. Il risultato è buono, per quanto sia più metallico e più basso rispetto al solito; nel video potete sentire una dimostrazione a confronto con altri smartphone più canonici sotto questo punto di vista.
Il comparto audio comprende uno speaker mono nel frame inferiore. Non c’è l’effetto stereofonico ma comunque il volume è molto alto ed anche la riproduzione delle frequenze è sicuramente godibile.E se siete amanti della musica non potrete non apprezzare il DAC HiFi qua integrato tramite ingresso mini-jack. Questo comprende un chipset custom Cirrus Logic CS43199 ed un amplificatore a doppio canale Analog Devices SSM6322. Ciò permette di avere un volume molto sostenuto, con conseguente possibilità di pilotare cuffie ad impedenza sopra la media, ed un’ottima pulizia sonora.
Autonomia
Concludiamo con un altro aspetto positivo del Vivo NEX S, ovvero l’autonomia. Sì, perché al suo interno, viste le dimensioni generose, troviamo una batteria da 4000 mAh. Durante i giorni di test lo smartphone ha sempre portato a sera con una certa scioltezza, raggiungendo anche 6/7 ore di display attivo. La ricarica rapida via USB Type-C 2.0 da 22.5W impiega circa 30 minuti per ricaricarlo del 50%.
Conclusioni e prezzo
Non c’è ombra di dubbio, Vivo NEX S non è uno smartphone per tutti. Vuoi per le dimensioni non contenute, vuoi per il software molto personalizzato, per non parlare del sensore ID nel display, funzionante ma a volte non funzionale. Paradossalmente, tolti questi aspetti, è uno dei migliori top di gamma di questo 2018.
Costruito in maniera egregia, ha un design all’avanguardia, integra un ottimo display ed un comparto hardware di livello. Inoltre, il comparto audio e l’autonomia sono due punti a favore non da poco. Lo si può trovare su GearBest ad un prezzo di circa 600€ con spedizione no dogana.
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