Dopo il grande successo dell’X200 Pro (qui la recensione), uno smartphone che abbiamo adorato soprattutto per le sue fotocamere, arriva il momento di parlare della proposta medio-gamma del brand presentata poco meno di un mese fa anche qui da noi. È il Vivo V50, ed anche se le novità rispetto al predecessore V40 (qui la recensione) non sono poi chissà quante, il nuovo dispositivo del brand ha comunque qualche asso nella manica da giocare, come una batteria più capiente (da 6000 mAh), un design più rifinito e tre ottime fotocamere (probabilmente le migliori nella sua fascia di prezzo).
Lo sto provando da qualche settimana, ed anche se inizialmente mi ha lasciato un po’ perplesso per tutta una serie di scelte fatte (o non fatte) dal brand, ora finalmente sono pronto a raccontarvi tutti i suoi pro ed i suoi contro, e soprattutto a rispondere ad una domanda: vale la pena spendere 599,00 euro per acquistare un Vivo V50, quando in questa fascia di prezzo le alternative sono davvero tantissime? Scopriamolo assieme.
Recensione Vivo V50
Design e materiali
Rispetto alla generazione precedente, il design del Vivo V50 potrebbe essere interpretato come un tentativo di “svecchiamento” ma sempre con lo scopo di mantenere riconoscibili le linee ed i dettagli della serie. Tant’è che la parte posteriore del dispositivo, quella dove è stato integrato il camera bump, è molto simile alla generazione precedente eccezion fatta della presenza di una chiara “a diamanti” che circonda le fotocamere e l’AI Aura Light Portrait 2.0, ossia il Led circolare posizionato sotto le fotocamere che diventa più utile e grande.
Per rendere più attuale il Vivo V50, il brand ha optato ad un design quad curved che da la sensazione di avere delle cornici più ridotte e simmetriche, e ad un frame laterale che seppure continua ad essere in plastica, quest’anno è realizzato con una rifinitura lucida che ha un pro ed un contro: da un punto di vista “stilistico” la scelta è assolutamente vincente, perché il colpo d’occhio è assicurato; in quanto a touch and feel però è meno “premium” rispetto ad una plastica satinata.
Per il resto tutto resta identico al V40: il posizionamento della USB-C 2.0, dei fori superiori degli speaker, del carrellino della SIM, dei microfoni e così via, non cambia rispetto alla generazione precedente, così come la posizione dei tasti per l’accensione ed il controllo del volume. Lo smartphone è certificato IP68.
Aumenta anche un po’ lo spessore (76.7 mm contro i 75 mm del V40), ma il peso di 190 grammi è ben distribuito e tutto sommato l’usabilità dello smartphone è buona. Il grip è comodo, e la lavorazione della cover posteriore gli permette di ridurre sia i problemi di scivolamento che i problemi relativi alle impronte digitali.
Display
Vivo V50 è dotato di un display AMOLED da 6.77” con refresh rate a 120 Hz, compabile con HDR10+ e con una luminosità di picco che raggiunge i 4500 nit in HDR e poco meno di 1500 nit nell’utilizzo quotidiano. Nonostante non si tratti di un pannello LTPO stiamo parlando di un signor display, che rispetto alla generazione precedente perde un po’ in risoluzione (si passa al FullHD+ dagli 1.5k del V40) ma che rimane comunque una delle armi più forti dello smartphone.
Sono disponibili tre preset di colore che permettono di regolare la vividezza del display secondo le proprie preferenze, ma personalmente non ho sentito la necessità di variare nessuna impostazione in quanto la taratura di default è piuttosto buona per la fascia di mercato in cui si inserisce lo smartphone. Per il resto, vi dicevo, lo smartphone supporta l’HDR, utilizzabile in app come YouTube e Netflix senza problemi di compatibilità di alcun tipo, vista anche la presenza dei DRM Widevine L1. Buona la reattività del sensore per le impronte digitali che è integrato sotto lo schermo.
Unica nota dolente è il feedback vibrazione al tocco durante la digitazione, che mi sarei aspettato un po’ più “netto” e deciso. Poco male però, perché è possibile disattivarlo o modificarne le caratteristiche nelle impostazioni della tastiera.
Hardware e prestazioni
Nulla di nuovo in quanto a dotazione hardware: Vivo V50 è animato dallo stesso Snapdragon 7 Gen. 3 visto nel V40, con gli stessi 12 GB di memoria RAM di tipo LPDDR4X e gli stessi 512 GB di memoria interna di tipo UFS 2.2. E se dovessimo basarci solo sulla scheda tecnica, dobbiamo dirlo: è un peccato. Già lo scorso anno nella fascia di prezzo dello smartphone era possibile trovare dispositivi dotati di un SoC più potente o di memorie più veloci, ed il fatto di procrastinare sulla stessa architettura hardware anche per il 2025 è una strategia che sinceramente non sono riuscito a comprendere.
Sia chiaro, stiamo comunque parlando di uno smartphone veloce il giusto. Certo, non è un fulmine come il Poco F7 Ultra (qui la recensione), ma comunque è uno di quei dispositivi che non sfigura mai nell’utilizzo quotidiano. Molto bene la gestione delle temperature del dispositivo che rimangono sempre sotto controllo, non superando mai i 36-39°C, anche in condizioni di uso intenso o durante le sessioni di benchmark più stressanti.
Bene l’audio in capsula, così come l’audio stereofonico e la ricezione alle reti cellulari. Lo smartphone supporta le eSIM, il 5G, il Bluetooth 5.4 ed è compatibile con le reti WiFi 6.
Fotocamere
La vera chiave di volta del Vivo V50 sono le fotocamere, poco ma sicuro. Lo smartphone è dotato di tre fotocamere da 50 megapixel, con sensore OmniVision sulla principale e sensori Samsung ISOCELL JN1 per ultra-grandangolo e fotocamera frontale. Il tutto continua ad essere co-ingegnerizzato con ZEISS anche se non c’è una fotocamera tele, purtroppo: è questo l’unico particolare che potrebbe contraddistinguere il comparto fotocamere di questo smartphone da quello di un top di gamma.
Ad ogni modo, l’esperienza di utilizzo complessiva della fotocamera di questo V50 è senz’altro positiva: in tutte gli scenari, soprattutto in buone condizioni di luce, garantisce dettagli nitidi e colori vividi. L’innovativo anello di luce posteriore Aura Light permette di migliorare in modo imponente la fotografia notturna, illuminando la scena con una luce regolabile sia in intensità che in temperatura per ottenere risultati ottimali.
La fotocamera grandangolare, poi, con i suoi 50 megapixel non passa sicuramente inosservata: in effetti durante l’utilizzo è sempre stata impeccabile in tutte le circostanze, da quelle più basilari con tanta luce di giorno, fino agli scenari più complessi di sera, dove riesce a tirare fuori risultati nettamente superiori rispetto alla concorrenza.
In quanto a video, niente di nuovo rispetto alla generazione precedente. Vivo V50 è in grado di registrare alla risoluzione massima di 4K a 30 fps, con un’ottima stabilizzazione elettronica, ed ancora non permette di passare da un’ottica all’altra in fase di registrazione. Tutto sommato i risultati sono buoni, ma la resa dei video non è certo al pari di quella delle foto.
Software
Vivo V50 è animato da Android 15 personalizzato dalla FuntouchOS, interfaccia grafica del brand che in questo smartphone verrà aggiornata per 3 anni di aggiornamenti di sistema e 4 anni di patch di sicurezza. Una strategia tutto sommato in linea con la fascia di prezzo, anche se un po’ meno ambiziosa rispetto a quella che propongono alcuni dei suoi diretti competitor.
Meno soddisfacente però è l’interfaccia grafica. Sia chiaro, è una GUI che funziona bene ed è sempre molto veloce, che non stravolge l’esperienza Google e che è praticamente esente da micro-lag, ma è come se il brand avesse deciso di non stravolgerla ed il risultato è che le innovazioni che introduce sono davvero poche, neppure dal punto di vista grafico nudo e crudo.
Ci sono comunque alcune funzioni IA, come Cerchia e Cerca ed altre tra le più comuni, ed è presente una modalità gioco. È possibile riassumere le note vocali, modificare il tono di alcuni messaggi e nella galleria sono presenti le funzionalità di Gomma Magica, di Miglioramento Foto AI e di rimozione dei riflessi.
Batteria e ricarica
Davvero eccezionale l’autonomia. La nuova batteria da 6000 mAh è probabilmente la caratteristica più interessante del Vivo V50 in termini di giovamenti nel quotidiano, e permette senza ombra di dubbio di usare lo smartphone anche per due giorni consecutivi con un utilizzo medio. Bene anche la ricarica cablata, che passa dagli 80w ai 90w e che è in grado di ricaricare da 0 a 100 in poco meno di 50 minuti.
Purtroppo però non c’è la ricarica wireless, funzionalità ormai presente anche in smartphone meno costosi. Detto questo però, sono proprio la batteria e le fotocamere ad essere le punte di diamante di questo smartphone.
Prezzo e considerazioni
Vivo V50 costa 599,00 euro, proprio come la generazione precedente al momento del lancio. Un prezzo alto? Decisamente sì, ma se ricordate le vicissitudini del V40, sicuramente vi verrà a mente il drastico calo di prezzo che nel corso dell’anno ha fatto scendere a 399,00 euro la cifra necessaria per portarselo a casa. Capirete quindi che spendere 599,00 euro per un V50 potrebbe essere un po’ un controsenso considerando che con 200 euro in meno ci si porterebbe un ottimo V40, da cui la nuova generazione non è che cambi poi tantissimo.
È chiaro che lo scopo di Vivo è quello di posizionarsi come un brand di livello più alto rispetto ai vari Realme, OnePlus, OPPO e così via, ma il punto fondamentale è che non è facile, soprattutto se poi l’interfaccia grafica non è ottimizzata in ogni minimo particolare.
Ad ogni modo, i motivi per cui dovreste preferire questo Vivo rispetto agli altri? Sicuramente l’autonomia della batteria e le fotocamere: perché con questo smartphone farete foto bellissime, anche migliori di quelle che fareste con un iPhone.
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