Dopo quasi due settimane dall’arresto di Pavel Durov in Francia, il fondatore e CEO di Telegram ha pubblicato il suo primo messaggio, riepilogando quanto avvenuti negli scorsi giorni e cosa ha intenzione di fare in futuro. Non sono mancate accuse alle autorità francesi, che avrebbero usato criteri troppo duri per incriminarlo, ma anche prospettive di miglioramento per la moderazione della sua piattaforma di messaggistica.
Il CEO di Telegram Pavel Durov pubblica il suo primo messaggio in seguito all’arresto in Francia
Facciamo un riepilogo degli avvenimenti. Il 29 agosto 2024, durante una sosta col suo jet privato all’aeroporto parigino di Le Bourget, Pavel Durov viene arrestato a seguito del mandato di cattura che da tempo pendeva su di lui in Francia. L’accusa è di mancata moderazione e quindi complicità verso tutta una serie di reati che verrebbero perpetrati sulla sua app di Telegram: truffe, traffico di droga, reati contro minori e terrorismo.
Da sempre, Pavel Durov si fa portavoce della tutela della privacy, e questo si traduce in una piattaforma di messaggistica come quella di Telegram dove non è difficile imbattersi in contenuti illegali a causa di una moderazione tendenzialmente lasciva. Inoltre, l’azienda di Pavel Durov è stata accusata di non collaborare con le autorità: per esempio con la Russia, quando nel 2014 si ritirò da CEO della sua VKontakte (il Facebook russo) a causa delle pressioni ricevute in quanto il social venne usato per organizzare manifestazioni contro il governo Putin; pressioni reiterate dalla Russia nel 2018, quando Telegram si rifiutò di consegnarle le chiavi crittografiche per accedere alle chat private di presunti terroristi, con l’app che venne bannata dalla nazione.
Nel suo messaggio, Pavel racconta di essere stato interrogato per 4 giorni dalla polizia francese, sottolineando come Telegram abbia un rappresentate ufficiale europeo che sarebbe potuto essere tranquillamente interpellato per rispondere alle accuse. Ha poi criticato l’aver utilizzato leggi obsolete “pre-smartphone” per accusare personalmente i CEO di crimini commessi da terzi: “nessun innovatore costruirà mai nuovi strumenti se sa che potrebbe essere personalmente ritenuto responsabile per l’abuso potenziale di quegli strumenti.
“Trovare il giusto equilibrio tra privacy e sicurezza non è facile“, prosegue Durov, specie per una piattaforma come Telegram che deve avere meccanismi coerenti a livello globale ma che allo stesso tempo non offrano il fianco a eventuali abusi in paesi dove lo stato di diritto è più debole. Equilibrio che non sempre è possibile raggiungere in un modo che soddisfi i governo: in tal caso, Telegram “è pronto a lasciare quel paese“, come avvenuto in Russia ma anche in Bahrein, Cina, Cuba, Iran e Pakistan.
È indubbio che l’assenza di una moderazione ferrea abbia contribuito alla crescita di Telegram, che oggi conta circa 950 milioni di utenti: un “aumento improvviso che ha reso più facile per i criminali abusare della piattaforma“, afferma il CEO. Per questo, aggiunge di “aver deciso di migliorare significativamente” sotto questo aspetto, che “questo processo è già iniziato internamente” e che presto verrà spiegato come.
Ecco il messaggio integrale:
“❤️ Grazie a tutti per il vostro supporto e affetto!
Il mese scorso sono stato interrogato dalla polizia per 4 giorni dopo essere arrivato a Parigi. Mi è stato detto che potrei essere personalmente responsabile per l’uso illegale di Telegram da parte di altre persone, perché le autorità francesi non avevano ricevuto risposte da Telegram.
Questo mi ha sorpreso per diverse ragioni:
- Telegram ha un rappresentante ufficiale nell’UE che accetta e risponde alle richieste dell’UE. Il suo indirizzo email è pubblicamente disponibile per chiunque nell’UE che cerchi su Google “Telegram EU address for law enforcement”.
- Le autorità francesi avevano numerosi modi per contattarmi e richiedere assistenza. Essendo cittadino francese, ero un ospite frequente al consolato francese a Dubai. Tempo fa, quando mi è stato chiesto, li ho aiutati personalmente a stabilire una linea diretta con Telegram per affrontare la minaccia del terrorismo in Francia.
- Se un paese non è soddisfatto di un servizio internet, la pratica stabilita è avviare un’azione legale contro il servizio stesso. Usare leggi dell’era pre-smartphone per accusare un CEO di crimini commessi da terzi sulla piattaforma che gestisce è un approccio fuorviante. Costruire tecnologia è già abbastanza difficile. Nessun innovatore costruirà mai nuovi strumenti se sa che potrebbe essere personalmente ritenuto responsabile per l’abuso potenziale di quegli strumenti.
Trovare il giusto equilibrio tra privacy e sicurezza non è facile. Bisogna conciliare le leggi sulla privacy con le esigenze delle forze dell’ordine, e le leggi locali con quelle dell’UE. Bisogna tener conto delle limitazioni tecnologiche. Come piattaforma, vuoi che i tuoi processi siano coerenti a livello globale, assicurandoti al contempo che non vengano abusati nei paesi con uno stato di diritto debole. Ci siamo impegnati a collaborare con i regolatori per trovare il giusto equilibrio. Sì, sosteniamo i nostri principi: la nostra esperienza è plasmata dalla nostra missione di proteggere i nostri utenti nei regimi autoritari. Ma siamo sempre stati aperti al dialogo.
A volte non riusciamo a trovare un accordo con i regolatori di un paese sul giusto equilibrio tra privacy e sicurezza. In questi casi, siamo pronti a lasciare quel paese. L’abbiamo fatto molte volte. Quando la Russia ci ha chiesto di consegnare le “chiavi di crittografia” per consentire la sorveglianza, ci siamo rifiutati — e Telegram è stato bandito in Russia. Quando l’Iran ci ha chiesto di bloccare i canali dei manifestanti pacifici, ci siamo rifiutati — e Telegram è stato bandito in Iran. Siamo pronti a lasciare i mercati che non sono compatibili con i nostri principi, perché non lo facciamo per denaro. Siamo guidati dall’intenzione di fare del bene e difendere i diritti fondamentali delle persone, in particolare nei luoghi in cui questi diritti vengono violati.
Tutto ciò non significa che Telegram sia perfetto. Anche il fatto che le autorità possano essere confuse su dove inviare le richieste è qualcosa che dovremmo migliorare. Ma le affermazioni di alcuni media secondo cui Telegram sarebbe una sorta di paradiso anarchico sono assolutamente false. Rimuoviamo milioni di post e canali dannosi ogni giorno. Pubblichiamo rapporti di trasparenza giornalieri (come questo (http://t.me/stopCA) o questo (https://t.me/isiswatch)). Abbiamo linee dirette con ONG per processare più rapidamente le richieste urgenti di moderazione.
Tuttavia, sentiamo voci che dicono che non è abbastanza. L’aumento improvviso del numero di utenti di Telegram a 950 milioni ha causato delle difficoltà di crescita che hanno reso più facile per i criminali abusare della nostra piattaforma. È per questo che ho deciso di far sì che miglioriamo significativamente in questo ambito. Abbiamo già iniziato questo processo internamente, e presto condividerò con voi maggiori dettagli sui nostri progressi.
Spero che gli eventi di agosto portino a rendere Telegram — e l’intera industria dei social network — più sicura e forte. Grazie ancora per il vostro affetto e per i meme 🙏”
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