Aggiornamento 05/07: sembra proprio che la sicurezza stia diventando un problema molto grande in OpenAI, con una nuova vulnerabilità del 2023 che avrebbe consentito l’accesso il sistema di messaggistica interno dell’azienda.
Con l’aumentare della popolarità dell’intelligenza artificiale, la sicurezza nella gestione dei dati e delle conversazioni scambiate con i chatbot è diventato un argomento molto importante per tutti gli utenti che utilizzano questi servizi. Purtroppo, in questi giorni, è stata scoperta una grave falla nella sicurezza dell’app ufficiale di ChatGPT per macOS che per fortuna è stata tempestivamente risolta nelle ultime ore.
Le conversazioni con l’app di ChatGPT non sono criptate: è un grave problema di sicurezza
L’ingegnere Pedro Jose Pereira Vieito ha scoperto che le conversazioni avvenute tramite l’app ufficiale di ChatGPT su macOS possono essere lette di chiunque e da qualunque app, poiché queste informazioni sono conservate in un file di testo privo di crittografia. Si tratta di un grave problema nella sicurezza, poiché i dati cosi conservati possono essere trafugati e letti con estrema facilità.
Per fortuna, però, OpenAI è corsa immediatamente ai ripari lanciando un nuovo aggiornamento per l’app che cripta il file contenente le informazioni relative alle conversazioni con il chatbot, in modo da chiudere la falla nella sicurezza. Il consiglio, quindi, è quello di effettuare immediatamente l’aggiornamento per evitare che le informazioni condivise con ChatGPT possano essere rubate e lette da chiunque.
Aggiornamento 05/07: scoperta una nuova falla nella sicurezza di OpenAI
Sembra proprio che l’app di ChatGPT non sia l’unica a soffrire di problemi di sicurezza, ma la stessa OpenAI potrebbe essere soggetta a gravi falle che permetterebbero ai malintenzionati di avere accesso ad informazioni sensibili. Nel 2023, infatti, un hacker è stato in grado di ottenere l’accesso illecito al sistema di messaggistica interna dell’azienda, costringendo uno dei technical program manager, Leopold Aschenbrenner, ad avvisare immediatamente i superiori sulle vulnerabilità della compagnia.
In tutta risposta, però, Aschenbrenner sarebbe stato licenziato per aver criticato il livello di sicurezza dell’azienda, nonché per aver apertamente parlato di questo problema. OpenAI, interpellata dal New York Times, però ha tenuto a specificare che il licenziamento dell’ingegnere non ha avuto nulla a che fare con il whistleblowing.
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