Negli ultimi mesi abbiamo iniziato a vedere una presa di coscienza da parte dei governi mondiali che stanno iniziando a regolamentare l’utilizzo dei social network, in particolar modo per gli utenti più giovani. Anche l’Italia non è da meno e in questi giorni un nuovo disegno di legge presentato alla Camera dal Partito Democratico e al Senato da Fratelli d’Italia ha intenzione di porre un freno all’utilizzo dei social network da parte dei più giovani, con particolare attenzione ai minori di 16 anni e ai baby influencer.
L’Italia mette un freno ai più giovani: niente social network per i minori di 16 anni
Secondo la bozza dei sei articoli che compongono il DDL, che l’agenzia di stampa Adnkronos ha potuto visionare, i gestori dei social network avranno l’obbligo di verificare l’età degli utenti, negando l’accesso ai minori di 16 anni se l’iscrizione viene o è stata effettuata senza il consenso e la supervisione di un genitore. Il nuovo disegno di legge prende il nome di “Disposizioni per la tutela dei minori nella dimensione digitale” e si prefigge l’obiettivo di sconfiggere il fenomeno dei baby influencer.
Il DDL è ancora in fase di stesura e revisione, tanto che la soglia minima per l’accesso ai social network potrebbe essere ulteriormente abbassata a 15 anni, per rendere ancora più stringenti i criteri di iscrizione a queste piattaforme. Il disegno di legge, inoltre, punta a tutelare anche l’immagine dei bambini “bambini che sin dall’età di tre, quattro, cinque anni vengono utilizzati per la promozione di prodotti e servizi – spesso destinati ad altri coetanei – attraverso le grandi piattaforme di condivisione video e social network“.
In questo caso, infatti, è previsto che la diffusione (non occasionale) dell’immagine di un minore di 16 anni attraverso un servizio di piattaforma online sia soggetta all’autorizzazione di chi ne esercita la responsabilità genitoriale nel caso in cui l’immagine del minore produca o sia finalizzate a produrre entrate dirette o indirette superiore ai 12mila euro all’anno.
Nel DDL viene anche specificato che quando le entrate dirette e indirette derivanti dalla diffusione dei contenuti superano 12mila euro all’anno, i proventi percepiti a partire dalla data di superamento di tale soglia sono versate su un conto correnteintestato al minore protagonista dei contenuti e non possono essere utilizzate in nessun caso da chi esercita la responsabilità genitoriale sul minore salvi eventuali casi di emergenza.
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