Non solo fotocamera con apertura variabile e Dragon Crystal Glass: il lancio di Xiaomi 14 e 14 Pro ha significato anche l’introduzione della tecnologia UltraSpace. Spesso e volentieri, quando viene presentato un suo nuovo top di gamma, la compagnia di Lei Jun è solita cogliere la palla al balzo per sorprendere la community con feature inaspettate e, come avvenuto in questo caso, piuttosto gradite. In Cina verrebbe definita “black magic technology“, termine che indica un’innovazione tecnica particolarmente stupefacente, che a questo giro interessa lo spazio d’archiviazione.
Xiaomi 14 e 14 Pro hanno la tecnologia UltraSpace: ecco a cosa serve
UltraSpace è una tecnologia brevettata dall’azienda, utile per espandere la memoria disponibile oltre la capacità originale sulla serie Xiaomi 14, offrendo più spazio agli utenti per salvare file, che siano questi foto, video, app installate e così via. Il concetto alla base è simile a quello della funzione di RAM virtuale, dove la memoria RAM fisica viene ampliata “rubando” GB a quella ROM. Tuttavia, nel caso di UltraSpace il metodo per trovare GB in più da utilizzare non è fare affidamento sulla RAM, bensì sulla stessa memoria ROM UFS fisica.
Sin dal lancio della MIUI 12.5 Enhanced, Xiaomi si è prodigata per ottimizzare lo spazio occupato dal suo sistema operativo, e con il passaggio ad HyperOS è arrivata ad avere un OS che su smartphone occupa soltanto 8,75 GB. Non solo: la ristrutturazione applicata sul nuovo OS ha portato con sé una ridefinizione delle regole della cosiddetta area Over Provisioning (OP), normalmente presente nelle memorie flash e adibita alla loro gestione, fra cui Garbage Collection (pulizia e recupero dello spazio utilizzato da file cancellati), Wear Leveling (distribuzione uniforme delle operazioni di scrittura su tutte le celle disponibili per evitare l’usura prematura) e Bad Blocks Mapping (mappatura dei dati dai blocchi danneggiati a quelli sani).
Col passaggio da MIUI ad HyperOS, il team di sviluppatori Xiaomi ha applicato modifiche al file system e alla mappatura degli indirizzi logici e ha ridotto lo spazio OP dal 6,9% al 3%, senza però compromettere prestazioni, affidabilità o longevità della memoria. Per esempio, UltraSpace sfrutta la cache per ridurre la cancellazione e la generazione di blocchi errati e il controllo cloud per regolare l’area riservata ai blocchi danneggiati, oltre ad avere un controllo più stringenti nel non scrivere dati se non necessario; in base a ciò, anche scrivendo 40 GB di dati ogni giorno, la memoria da 256 GB viene garantita per più di 10 anni e quella da 512 GB per più di 20 anni.
Il risultato è che la versione da 256 GB di Xiaomi 14 Pro guadagna 8 GB in più, risultando in uno spazio effettivo di 264 GB, salendo a 16 GB in più per quella da 512 GB di Xiaomi 14 e 14 Pro, che diventa da 528 GB. Il motivo per cui solo questi tagli di memoria usano la tecnologia UltraSpace, spiega Xiaomi, è dettato dalla catena di approvvigionamento: affinché sia implementata, bisogna intervenire fisicamente sul chip, e non tutti i produttori di memoria che hanno rifornito Xiaomi per la serie 14 hanno avuto il tempo di adattarsi.
Questo cambierà in futuro, e dovremmo vedere sempre più smartphone utilizzarla. Xiaomi ha già fatto richiesta all’ente JEDEC International Semiconductor Standards Association perché vuole includere UltraSpace come specifica comune nello standard UFS 4.1 e far sì che possano utilizzarla anche altri produttori.
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