Al contrario della Germania, ma anche della Polonia, il progetto di Intel in Italia è ancora in stato nebuloso, e più passa il tempo più l’impressione è che possa tramutarsi in un nulla di fatto. L’ultima volta che avevamo trattato della vicenda le notizie non erano delle più rincuoranti: nonostante nessuna delle due parti abbia mai smentito niente e la trattativa stia apparentemente procedendo, non mancano indizi contrastanti.
Il governo torna a parlare del progetto di un impianto Intel per la prima volta in Italia
A distanza di quasi due mesi dalle ultime dichiarazioni ufficiali da parte del governo italia, in queste ore il ministro dell’Industria Adolfo Urso ha affermato che l’Italia rimane aperta alla possibilità che Intel investa in Italia. Affermazioni che possono sollevare qualche dubbio sull’effettivo stato della trattative, anche perché lo stesso ministro aggiunge che l’invito a investire nel paese non è limitato soltanto a Intel ma è rivolto anche ad altri produttori di microchip.
Alle domande sulla trattative in essere, il ministro Urso afferma che l’Italia ha offerto finanziamenti statali a Intel (si parla di circa 8 miliardi), e che il chipmaker statunitense non ha avanzato ulteriori pretese. Il fatto che non siano state richieste cifre superiori a quelle inizialmente preventivate può essere considerato sia come un segnale positivo che negativo; in Germania, dove la trattativa si è completata e Intel sta iniziando i lavori per la costruzione del mega-impianto di Magdeburgo, si è passati da una richiesta di 6,8 a 9,9 miliardi di euro in finanziamenti da parte dello stato, cifra che Intel ha ritenuto necessaria per soddisfare i costi più alti del previsto per costruzione ed energia.
Sulla scia dell’European Chips Act, che prevede lo stanziamento di oltre 43 miliardi stanziati per ravvivare l’industria europea dei microchip, Intel ha dato via a un piano d’espansione nel continente senza precedenti. Oltre a Germania e Polonia, in Italia è prevista la costruzione di un impianto di packaging di ultima generazione: nella fabbricazione dei microchip, il packaging è la fase finale, in cui viene incapsulato nella custodia protettiva per prepararlo alla commercializzazione. In teoria dovrebbe sorgere nel Veneto e coinvolgere oltre 1.000 posti di lavoro, ma rimaniamo in attesa di capire come andrà a finire.