L’inventore dell’iPod critica Apple Vision Pro: “Un salto dello squalo”

apple vision pro tony fadell

Dal momento in cui è stato svelato al grande pubblico, Apple Vision Pro ha attirato su di sé innumerevoli opinioni, sia da chi ha avuto modo di maneggiarlo (seppur per pochi minuti) che soprattutto da chi non l’ha ancora provato ma ha comunque voluto dire la sua su una mossa così azzardata. In realtà tanto azzardata non lo è, perché ancora una volta Apple ha lasciato che per anni fossero altre aziende a portare avanti lo sviluppo del mercato dei visori per poi inserircisi una volta giunto il momento giusto (almeno secondo Apple). E fra queste aziende c’è anche Meta, che con la sua serie Quest ha provato a consolidarsi come capostipite del settore, e non sorprende che Mark Zuckerberg in persona si sia espresso sul visore Apple così come Tony Fadell, noto ai più per essere l’inventore dell’iPod.

Mark Zuckerberg e Tony Fadell parlano di Apple Vision Pro e criticano le scelte dell’azienda

Apple Vision Pro

Pochi giorni prima di Apple Vision Pro è stato presentato Meta Quest 3, l’ultimo sforzo della compagnia che, da quando ha acquisito Oculus, ha spinto in maniera preponderante verso realtà virtuale e metaverso. Nelle dichiarazioni pubbliche a porte chiuse ai suoi dipendenti, Mark Zuckerberg ha affermato che Apple Vision Pro è tutt’altro che magico. Le tecnologie degli ingegneri di Cupertino sono già state studiate da Meta, che però ha deciso di spingere meno sull’hardware, sottolineando come il visore Apple sia sì ad altissima risoluzione ma che ciò richieda una batteria esterna e annesso cavo, al contrario dei visori Meta. Per non parlare del prezzo: 3.499$ contro i 499,99$ del Quest 3, con Zuckerberg che ha sottolineato la principale differenza fra le due realtà: per Meta, la visione è “sociale” e prevede che “le persone interagiscano e si sentano più vicine in modi nuovi“, mentre Apple mostra “persone sedute da sole su un divano“.

Più interessante è però il parere di Tony Fadell, che a differenza di Zuckerberg non ha conflitti d’interesse nel parlare di Apple, dove nel 2011 fece la storia creando l’iPod oltre che partecipare alla creazione di iPhone (successivamente ha co-fondato e venduto il marchio Nest per 3,2 miliardi a Google). Egli ha affermato su Twitter che quello di Apple è stato un salto dello squalo, modo di dire americano con cui si indica una scelta azzardata con accezione negativa. Pur ritenendolo un gioiello hardware (“un Tour-de-Force tecnologico“), critica il prezzo troppo elevato per un oggetto ritenuto consumer anziché business e le 2 ore d’autonomia, il ché cozza col promuoverlo come schermo per guardarsi film in aeroplano quando molti film durano più di 2 ore. In un tweet successivo, ha aggiunto che il problema dell’autonomia è relativo (anche in vista di futuri battery pack più capienti) e che un altro problema stia nell'”orribile discorso su app e marketing” fatto da Apple, affermando che “le piattaforme non diventano prodotti utili, i prodotti utili diventano piattaforme“.

⭐️ Scopri le migliori offerte online grazie al nostro canale Telegram esclusivo.