Neuralink venne fondata nel 2016 con l’obiettivo di sviluppare interfacce cerebro-computer avanzate per connettere il cervello umano con un chip il cui obiettivo è quello di migliorare le prestazioni umane e di risolvere problemi di salute. Questo chip vuole essere in grado di registrare e stimolare l’attività cerebrale, permettendo di leggere i segnali neurali prodotti dal cervello e di inviare segnali di stimolazione nel cervello stesso. Una delle principali aree di interesse riguarda la capacità di riparare o potenziare funzioni cerebrali compromesse da lesioni, malattie o invecchiamento: curare malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, aiutare le persone paralizzate a controllare le protesi attraverso i segnali neurali e così via, senza stare a scomodare tutti i discorsi sul transumanesimo e sugli aspetti più “geek” come il controllo cerebrale di dispositivi digitali come smartphone, PC e auto.
Le preoccupazioni iniziali dell’FDA riguardavano la pericolosità di due elementi specifici: i rischio nell’utilizzo di una batteria al litio e i minuscoli fili che collegano chip ed elettrodi, il cui spostamento errato potrebbe portare a seri problemi come infiammazioni, lacerazioni ed emorragie. Problemi che sembrerebbero essere sotto controllo da parte di Neuralink, vista l’approvazione dell’FDA, che nei prossimi mesi darà via al reclutamento per la sperimentazione clinica sugli umani, e sicuramente ne riparleremo.
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