Laddove non ci sono state le leggi, il progresso tecnologico ci ha portati a un oggi in cui acquistare uno smartphone non è più rischioso come una volta, e difficilmente ci si ritrova obbligati a cambiare modello. Se lo si fa è perlopiù per voglia di qualcosa di nuovo, magari perché sono passati anni dall’ultima volta che lo si è fatto, ma questo non significa che non si possa ulteriormente migliorare. È di questo avviso il Parlamento Europeo, che ancora una volta si sta esprimendo contro l’obsolescenza tecnologica che affligge vari settori, compreso quello degli smartphone ma non solo. E lo vuole fare con una nuova legge che potrebbe cambiare ancora una volta le carte in tavola.
Il Parlamento Europeo approva un disegno di legge contro l’obsolescenza tecnologica
Con 544 voti favorevoli su 579, i deputati del Parlamento Europeo hanno dato il loro sostegno al disegno di legge che punta a vietare design che limitino la vita del prodotto e porre fine anche e soprattutto a quei casi in cui i guasti arrivano poco dopo la scadenza della garanzia. La volontà è anche quella che l’utente possa utilizzarlo liberamente senza limitazioni con accessori e pezzi di ricambio di altre società; il riferimento è soprattutto ad Apple, che con il passaggio da Lightning a USB-C vorrebbe limitare la potenza di ricarica utilizzando cavi non certificati, ma anche ad HP che sta bloccando l’utilizzo di cartucce non originali e a tutte quelle aziende che sono solite fare muro quando si tenta di riparare da soli il proprio dispositivo. Non si parla però di un vero e proprio divieto, bensì dell’obbligo di informare i consumatori se quel bene che stanno acquistando abbia o meno restrizioni del genere e così “motivare le aziende a concentrarsi maggiormente sulla durabilità“. Come aggiunge l’europarlamentare Biljana Borzana, “i consumatori dovranno ricevere informazioni chiare sulle opzioni e sui costi delle riparazioni“.
Nelle intenzioni dell’Europa c’è anche il divieto di affermazioni ambientali, come possono essere “ecosostenibile”, “naturale” o “biodegradabile”, se non ci sono prove che ne dimostrino l’autenticità, se l’affermazione vale solo per una parte e non per l’intero prodotto. In tal senso, anche riportare dati falsi per la durata della batteria o per la resistenza del dispositivo sarà ritenuta una pratiche fuorviante. Per aiutare l’utente a capire se queste regole vengono rispettate, è prevista una nuova etichettatura dedicata all’effettiva ecosostenibilità basta su test ufficiali e/o stabilità da autorità pubbliche; un cambiamento che, se approvato, si affiancherebbe a quello dell’etichetta energetica anche per smartphone e tablet. A questo punto si entra nella fase negoziale fra Parlamento Europeo e Stati membri, pertanto ci vorrà ancora tempo prima di avere un quadro più chiaro di come potrebbe cambiare il mercato tecnologico in Europa.
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