Brutto colpo per l’industria tecnologica in Europa: secondo gli analisti, nel corso del 2022 il valore dell’intero settore avrebbe registrato perdite per 400 miliardi di dollari. A causa della delicata situazione, gli investitori non sarebbero più così inclini a investire nel mercato tech europeo, oltre al calo registrato dalle varie aziende del continente, fra azioni in borsa, vendite in negativo e tagli al personale.
La crisi del mercato tecnologico mette a dura prova l’industria europea
Se si combina il valore di tutte le compagnie tecnologiche in Europa, che siano pubbliche o private, il loro valore è sceso da 3,1 a 2,7 trilioni di dollari. Se si parla di finanziamenti, dai 100 miliardi raccolti nel 2021 (all’epoca un record assoluto per l’Europa) si è scesi del -15% a 85 miliardi nel 2022, senza contare che il numero di “unicorni” (quelle compagnie valutate almeno 1 miliardo) è calato da 105 a 31. Se ve lo steste chiedendo, l’Italia è l’ottava nazione in Europa per capitalizzazione di mercato, con due compagnie come Satispay e ScalaPay che sono riuscite a ottenere l’ambito status di unicorno oltre 1 miliardo di dollari di valutazione.
Le motivazioni di questa crisi sono come al solito molteplici, a partire dall’instabilità portata dal conflitto fra Russia e Ucraina, così come la perdita di valore dell’euro nei confronti del dollaro e un generale calo dei talenti. Tutti questi venti ostili hanno portato le varie compagnie a mettere in atto qualcosa come 14.000 licenziamenti, pari al 7% di tutti quelli globali, e a un calo delle offerte di lavoro, scese da 44.723 a 32.999.
Come afferma Tom Wehmeier di Atomico, l’azienda che ha svolto quest’analisi, “l’ecosistema tecnologico europeo sta affrontando il contesto macroeconomico più difficile sin dalla crisi finanziaria globale“. Allo stesso tempo, il sondaggio fra aziende e investitori in Europa rivela che il 77% è positivo del futuro dell’industria tech europea. Come sottolinea il report, infatti, dal 2010 in poi 700 startup europee sono diventate leader del proprio settore, un dato che risulta 25 volte superiore ai primi anni 2000. E persino in Uraina l’85% delle aziende nel settore informatico e telecomunicativo sono tornate agli indicatori del periodo pre-guerra.