C’era una volta la carta SIM: ideata in Europa nel 1991, da allora è diventata lo strumento con cui miliardi di persone in tutto il mondo possono comunicare con il proprio telefono. Se siete nati negli anni ’90, allora ne avete vissuto l’evoluzione: siamo passati dalle Full Size grosse quanto una carta di credito alle più comuni Mini SIM nel 1996, per poi giungere alle Micro SIM nel 2003 e infine alle Nano SIM nel 2012. Si è rivelato un oggetto estremamente utile e rivoluzionario, potendo portare il proprio numero da un telefono a un altro con semplicità. Ma come ogni oggetto tecnologico, l’idea di affidare i propri dati a qualcosa di così fragile e facile da smarrire è stata progressivamente soppiantata da nuovi formati più “eterei”. Mi riferisco a due tecnologie in particolare, ovvero eSIM e iSIM, ancora sconosciute ai più ma che è soltanto questione di tempo prima che diventino lo standard universale.
SIM vs eSIM vs iSIM: ecco come si sta evolvendo la comunicazione telefonica
eSIM
Partiamo dalla più “datata” delle due, ovvero il formato eSIM, acronimo che sta per Embedded SIM, che tradotto diventa SIM “inserita, incastonata“. Questo perché il chip necessario per collegarsi alla rete telefonica non è più stampato su una tessera fisica ma è invece direttamente saldata nel dispositivo. Questo fa sì che l’utente non debba più maneggiarla, avendola già pre-applicata nel proprio terminale, con tutte le comodità che ne convengono.
Se prima la propria utenza telefonica era vincolata a una specifica carta SIM, dovendo necessariamente cambiarla a ogni passaggio di operatore, una eSIM è sostanzialmente un guscio vuoto e l’utente può cambiare operatore a suo piacimento senza dover ogni volta cambiare la SIM. Inoltre, la sua miniaturizzazione lascia più spazio agli altri componenti all’interno della scocca, batteria in primis. Questo, in un mondo in cui l’evoluzione spinge per smartphone quanto più efficienti possibile nell’utilizzo degli spazi interni, è un vantaggio non di poco conto.
iSIM
Dal 2016, anno di introduzione del formato eSIM, passiamo al 2022 e all’arrivo della tecnologia iSIM. Questa volta l’acronimo sta per Integrated SIM, un’evoluzione ancora più raffinata che rende il chip di comunicazione parte integrante del dispositivo. Essendo inserita all’interno del System-on-a-Chip e/o del modem del dispositivo, il fattore miniaturizzazione si fa ancora più marcato, riducendo lo spazio fino al 98% rispetto a una SIM classica; non a caso, il formato iSIM si sposa al meglio con i prodotti domotici Internet of Things, spesso più compatti rispetto agli smartphone. Sono anche più economiche da produrre, tagliando il 50% dei costi di realizzazione avendo design più semplici e meno componenti da integrare, nonché meno energivore, consumando il 70% in meno di batteria.
Quando vedremo i primi smartphone eSIM e iSIM?
A ogni cambio di tecnologia SIM, è spesso stata Apple la prima azienda ad adottare i nuovi formati. La prima volta è accaduto nel 2010 con iPhone 4, il primo smartphone con supporto Micro SIM, a cui è seguito iPhone 5 nel 2012 con Nano SIM e nel 2017 Apple Watch Serie 3 con eSIM. Ed è proprio Apple ad aver fatto da apripista nel 2018 adottando la tecnologia eSIM su tutti i propri melafonini. Da notare, però, che il primo smartphone della storia con supporto eSIM è stato Google Pixel 2 nel2017.
Allo stato attuale, in Italia sono Vodafone, TIM e Wind Tre a supportare la tecnologia eSIM, mentre per quella iSIM ne riparleremo nel corso dei prossimi anni, quando questa tecnologia inizierà a prendere piede in maniera più concreta. Ecco quali sono gli smartphone compatibili con eSIM, divisi per famiglie di modelli:
- Apple
- da iPhone XS/XR in poi
- Samsung
- da Galaxy S20 in poi
- Galaxy Note 20 e Note 20 Ultra
- da Galaxy Z Flip in poi
- da Galaxy Z Fold in poi
- Xiaomi
- Xiaomi 12T Pro
- OPPO
- OPPO Find X3 Pro e X5 Pro
- Huawei
- Huawei P40, P40 Pro e Mate 40 Pro
- Motorola
- Moto RAZR e RAZR 5G, RAZR 2022
- Sony
- Sony Xperia 1 IV