Da diversi anni, ormai, abbiamo incluso tra i nostri accessori tech le cuffie bluetooth. Questi dispositivi, dunque, hanno conquistato una grandissima fetta di mercato, andando a creare una categoria di prodotti molto richiesta. Da una parte quasi sicuramente per la loro facilità d’uso, ma questo è solo uno dei motivi che ha spinto tanti utenti a dotarsi di tali prodotti per l’audio. Con l’avvento degli smartphone, e di conseguenza di tutte le funzioni legate ad internet, la musica è si è diretta dai classici compact disk, passando per i lettori mp3, fino a giungere ai servizi di streaming. Nasce da qui, dunque, l’esigenza di avere sempre con sé un paio di auricolari comodi e pratici, così da restare sempre connessi.
Spotify, Apple Music, Amazon Prime Music ed altri hanno contribuito a modificare nel profondo il mercato discografico. Milioni di utenti, infatti, hanno deciso di iscriversi a questi servizi, spinti dal fatto di poter avere sempre a disposizione una libreria di brani praticamente infinita. Avere la possibilità, con un piccolo abbonamento, di ascoltare quello che si desidera senza alcun limite, non è così scontato.
Gravastar è un’azienda davvero molto giovane che solo qualche anno fa, nel 2019, ha deciso di produrre un dispositivo audio molto particolare. Da quel momento, però, non si è affatto fermata ed ha continuato nella progettazione di soluzioni sempre più all’avanguardia, soprattutto dal punto di vista del design. Da qui, dunque, viene fuori il dispositivo che voglio mostrarvi oggi, ovvero Gravastar Sirius. Questo paio di auricolari bluetooth, infatti, ha molto da offrire in termini di qualità audio e rapporto qualità-prezzo, donando all’utente un qualcosa di diverso rispetto a quello che è possibile trovare altrove.
Recensione Gravastar Sirius: le cuffie bluetooth più spaziali!
Indice
Unboxing
Dalla confezione di vendita è chiaro fin da subito che si tratti di un dispositivo quantomeno originale. Sembra quasi uscito da un film di fantascienza, fregiandosi di una struttura in plastica piuttosto futuristica. Vediamo, poi, come sulla parte frontale sia riportato il nome del prodotto ed il dispositivo stesso, sulla sinistra. Andando ad aprire tale packaging troviamo i seguenti accessori:
- Gravastar Sirius;
- tre paia di gommoni di ricambio (S, M, L), per i padiglioni auricolari;
- catenella per portare in mobilità le cuffie;
- cavo USB/USB Type-C per la ricarica;
- breve manuale delle istruzioni, in lingua inglese e cinese.
Design & Materiali
Gravastar Sirius sono, forse, le cuffie bluetooth più strane che vedrete in questo 2022. Devo dire, infatti, che ad un primo impatto si fatica a classificarle come tali, talmente sono estreme nel loro design. Andando ad osservare già solo più da vicino la custodia si notano, però, tutta una serie di dettagli davvero molto particolari, a partire proprio dal metallo che la riveste. Quest’ultima, dunque, conferisce un’anima premium al prodotto, totalizzando così un peso di soli 95 grammi circa. Ovviamente non è tra i più leggeri in commercio ma, nell’utilizzo quotidiano, non si fatica a portarlo con sé in tasca. Come detto, le forme sono estreme e puntano in alto, mostrando su entrambe le facce il caratteristico logo dell’azienda. Altri dettagli, poi, ne impreziosiscono il design, fino ad arrivare al sistema di apertura del case davvero unico. Cliccando il piccolo tasto posto a destra, dunque, il sistema di chiusura scatta all’indietro e libera gli earbuds.
Andando sul frame inferiore notiamo la presenza di due viti, di color nero, che tengono ancorata la struttura. Oltre questo, poi, risiedono su tale superficie un ingresso USB Type-C ed il tasto per il pairing delle cuffie Bluetooth con lo smartphone.
Non ci sono aspetti veramente negativi nel design di questi auricolari, se non fosse per un unico problema. Dopo aver aperto lo sportellino è davvero difficile prendere le cuffiette, perché non c’è alcuna superficie che faccia un minimo di grip con le nostre dita. Quando si è in mobilità, dunque, non è poi così immediato portarsi questi auricolari alle orecchie. Al di là di tale aspetto, una volta estratte, mostrano uno stile piuttosto singolare ma non unico. Dalle forme notiamo una certa somiglianza con altri dispositivi simili usciti nel corso di questi anni, proponendo una forma superiore rotondeggiante che culmina con una parte più affusolata, proprio quella che porta l’audio ai nostri padiglioni. Domina ancora il logo di Gravastar in alto, con il relativo LED di stato, così come il nome dell’azienda sul frame laterale. Vediamo come in basso, invece, trovino spazio i pin magnetici per la ricarica, un sensore di prossimità, il microfono e l’indicazione del verso delle cuffiette (R o L). Solo frontalmente, poi, risiede il microfono principale.
Devo ammettere che questi auricolari sono comodi e non è difficile trovare la soluzione migliore per i propri padiglioni, potendo sfruttare le tre misure fornite in dotazione (S, M, L). Con i loro 5 grammi di peso, cadauno, risultano piuttosto leggeri e di conseguenza non stancano l’orecchio anche dopo diverse ore di riproduzione musicale. Almeno per quanto mi riguarda, infatti, non ho mai avvertito alcun dolore particolare, isolando anche piuttosto bene dal mondo esterno. Vengono solo un po’ troppo in fuori e questo si nota molto facilmente quando si indossano, ma questa è semplicemente una questione di gusti.
Connettività & Compatibilità
Trattandosi di un prodotto ormai piuttosto comune, come categoria, all’interno del mercato può essere collegato a qualsiasi dispositivo dotato di un modulo Bluetooth. Dunque console, laptop, tablet e tanti altri device. Non ho mai registrato alcun problema sotto tale aspetto, tanto con lo smartphone quanto con il Mac, Nintendo Switch ed altri terminali dotati di tale tecnologia. Qui, poi, possiamo contare sul Bluetooth 5.2, quindi una delle versioni più aggiornate in assoluto. Attenzione solo a non allontanarvi troppo dal dispositivo a cui siete connessi, perché in quel caso già dopo pochi metri potreste cominciare a perdere connessione, registrando qualche problema in fase di riproduzione musicale.
Oltre la compatibilità piuttosto estesa, questo paio di cuffie bluetooth offre una latenza praticamente pari a zero. Analizzeremo, però, in un secondo momento questo aspetto. Ad ora posso direi che la connessione con lo smartphone è sempre stata istantanea, così come con altri accessori quali MacBook Pro, Nintendo Switch, Xbox One S e qualche PC Windows. Non c’è alcuna applicazione che possa modificare, però, la resa audio di queste cuffie, quindi non aspettatevi di poter equalizzare le varie frequenze con un apposito software dedicato.
Dopo anni, ormai, abbiamo imparato a capire che prodotti di questo tipo sono totalmente dipendenti da certi tipi di caratteristiche, come le gesture. Qui, dunque, con un singolo tocco sulla parte superiore destra, o sinistra, si mette il brano in Play/Pausa. Cliccando due volte sull’auricolare sinistro, invece, si torna al brano precedente, mentre con un tocco su quello destro si passa a quello successivo. Da qui in poi, però, arrivano le novità più interessanti, che ci permettono di attivare con tre semplici tocchi sulla sinistra la “Movie Mode” o la “Music Mode”, modificando solo leggermente l’equalizzazione di base. Con tre clic sulla cuffietta destra, poi, si passa dalla “Music Mode” alla “Gaming Mode”, abbattendo dunque la latenza a solo 65ms. Mantenendo premuto sulla parte destra, quindi, si abbassa il volume di un livello, mentre si ottiene il risultato opposto tenendo premuto a destra. Con quattro click, da entrambe le parti, è possibile attivare Google Assistant sul nostro smartphone, potendo così impartire azioni al nostro assistente vocale.
Audio & Microfono
Vediamo ora tutto ciò che riguarda la qualità audio, una delle caratteristiche più importanti per un prodotto del genere. Ed anche sotto questo aspetto, dunque, le Gravastar Sirius non deludono le attese. Non siamo al livello di profondità dei suoni espresso da dispositivi quali AirPods e Huawei Freebuds 4, ma il livello resta comunque più che soddisfacente. Sono presenti i bassi e non vi è predilezione per le tonalità medie e alte, fattore che contribuisce a rendere il suono abbastanza corposo e coinvolgente. Ma come vi ho detto poco fa, queste cuffie permettono di sfruttare diverse tipologie di audio, passando dalla “Gaming Mode” alla “Movie Mode”, senza dimenticare la “Music Mode”. Devo ammettere di non aver notato grossissime differente dal punto di vista della qualità audio, risultando tutte piuttosto simili. Dall’altra parte poi, con la “Gaming Mode” non sono riuscito a non notare qualche piccolo difetto di latenza. Si tratta di un ritardo minimo, praticamente impercettibile ad un occhio meno attento, ma comunque c’è. Giocando qualche ora su Call of Duty Mobile, in ogni caso, non ho trovato grosse difficoltà nelle partite classificate, potendo tranquillamente competere in rete con gli altri giocatori.
Analizzando tutto ciò che concerne la parte relativa alle chiamate posso dirvi che queste Sirius non si sono comportate affatto male. Anche se nei luoghi leggermente più affollati soffrono un po’ di disturbo, nei luoghi più silenziosi offrono un buon audio. Sia per noi che per il nostro interlocutore. Questo, dunque, è uno degli aspetti più importanti da tenere in considerazione, perché sempre più spesso questo genere di dispositivi vengono utilizzati in chiamata. Raramente è capitato di avvertire un leggero rumore metallico, anche stando fermo, segno che a livello di ricezione forse c’è ancora del lavoro da fare. Dirvi, però, che l’ENC (Enhanced Noise Canceling) che sfrutta i due microfoni integrati nelle cuffie abbia effettivamente inciso nella qualità audio sarebbe troppo, dato che l’effetto di isolamento dato da queste cuffie in-ear è già più che sufficiente. Vi ricordo, in ogni caso, che i gommini sono morbidi e piuttosto comodi, permettendoci di indossare queste cuffie per diverse ore consecutive.
Autonomia
Dando un’occhiata la libretto delle istruzioni, non viene specificato il tipo di batteria contenuta all’interno di ogni singolo auricolare. Sappiamo, però, qual è l’unità inserita all’interno della custodia, ovvero 400 mAh. Da questo, dunque, si evince che la durata massima, in riproduzione su Spotity e qualche video su YouTube, è di poco inferiore alle 4 ore. Diventa chiaro, quindi, come le cuffie di Gravastar non mostrino un’autonomia strabiliante, arrivando a competere in ogni caso con i rivali della sua stessa fascia di prezzo.
Con il case da 400 mAh è possibile alimentare le cuffiette per poco meno di quattro ore. Cosa positiva, però, è che grazie alla sua capienza può ricaricarle completamente fino a quasi tre volte. Dimenticatevi, quindi, del classico powerbank!
Prezzo & Conclusioni
Gravastar Sirius al momento è un prodotto disponibile sul sito ufficiale al prezzo di 86 euro. Trovate qui sotto il link per accedere alla pagina d’acquisto.
Credo che a questa cifra sia quantomeno possibile pensare di poter acquistare questi auricolari. Non è un prezzo elevato o fuori mercato, anzi. Si tratta di un paio di cuffie del tutto equilibrate, che offrono un buon audio ed una estetica che non teme confronti. Coloro che amano videogiocare con il proprio smartphone, ma non solo, potranno amare queste Sirius sotto diversi aspetti. Diciamo che a livello tecnico non brillano particolarmente, mostrando però una latenza quasi impercettibile che le rende buone anche per il gaming. Ovviamente non raggiungono le vette di altri dispositivi concorrenti, ma il confronto a questa cifra non regge: Gravastar le ha posizionate in maniera aggressiva sul mercato, con il solo scopo di farle conoscere a più persone possibili. Da qui, dunque, il loro stile così ricercato, che pare essere ormai un marchio di fabbrica del brand.
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