Saprete ormai bene la storia che vede diverse aziende cinesi, fra cui Huawei e SMIC, finite nella Entity List statunitense a causa del ban USA. La notizia fece scalpore nei primi mesi del 2019, quando la allora presidenza Trump decise di bloccare Huawei, che allora era sul tetto del mondo come popolarità e vendite. Dopo la società di Ren Zhengfei, la medesima sorte toccò anche ad altre compagnie tech, come nel caso del chipmaker cinese SMIC. Per quanto non sia un nome famoso nel settore, parliamo comunque di un produttore che detiene l’11% del mercato dei chip. Potremmo parlare anche di Hikvision, accusata di aver collaborato con Huawei nello sviluppo di sistemi di riconoscimento facciale contro gli uiguri. O anche di DJI e dei suoi droni, azienda ostracizzata dagli USA in quanto ritenuta “una Huawei con le ali“.
Alla presidenza Trump è succeduta quella del più moderato Joe Biden, ma la tensione fra USA e Cina è ben lungi dal placarsi. Soprattutto oggi, quando soffiano venti di guerra con l’isola di Taiwan, reclamata dalla Cina ma allo stesso tempo protetta dal governo statunitense. Per tutta una serie di ragioni, il ban USA che affligge le succitate aziende è lì per rimanere ancora per molto tempo, forse per sempre. Proprio di recente, l’americana Seagate ha violato questo vincolo in favore di Huawei. Questo perché la presenza di una compagnia nella Entity List fa sì che nessuna azienda possa vendergli beni e servizi che abbiano al loro interno tecnologie americane.
Huawei e SMIC ricevono nuove licenze da parte delle autorità USA: si allenta il ban?
Nonostante ciò, veniamo a conoscenza che, pochi giorni fa, Huawei che SMIC hanno ottenuto licenze per miliardi di dollari, valide da novembre 2021 ad aprile 2022. I documenti ottenuti da Reuters parlano di 113 licenze di esportazioni per un valore complessivo di 61 miliardi di dollari per Huawei, mentre a SMIC andrebbero 188 licenze per 42 miliardi. La decisione è arrivata dopo il voto della commissione per gli affari esteri del governo americano e non sono mancate accese critiche da parte della frangia contraria alla Cina. In particolare il senatore repubblicano Marco Rubio, secondo cui il presidente Biden non prenderebbe sul serio la faccenda cinese e debba quindi spiegare il perché di queste deroghe.
In risposta, il Dipartimento del Commercio ha spiegato che polemiche del genere “rischiano di politicizzare il processo di concessione delle licenze e di travisare le determinazioni sulla sicurezza nazionale“. Le deroghe sono state effettuate sulla base delle leggi approvate dal governo Trump e sono messe in atto per impedire alle aziende bloccate di ottenere determinate tecnologie ma senza danneggiare le esportazioni americane. Si fa presente che, delle 113 licenze approvate per Huawei, 80 riguardano merci non sensibili e toccate dal ban, mentre per SMIC si parla di 121 su 188. Ma se si torna indietro nel tempo, sempre durante la presidenza Trump vennero concesse licenze a Huawei per un valore di 87 miliardi.
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