È arrivata l’ufficialità sul Secure Equipment Act, un nuovo ordine esecutivo firmato dalla presidenza Biden che solidifica il ban contro Huawei. Nonostante di recente sembrava esserci qualche allentamento, da parte delle autorità statunitensi è stato messo un ulteriore mattone nel muro che tiene fuori le aziende cinesi incriminate. Anche per evitare che qualcuno si approfitti di zone grigie per bypassare il divieto di commercio, come accaduto nel caso Seagate. Giusto negli scorsi mesi, l’ente americano FCC aveva inasprito la propria posizione contro Huawei, istituendo finanziamenti per rimpiazzare le loro apparecchiature sul suolo americano. Senza considerare l’aver tirato fuori il Transatlantic Telecommunications Security Act per spingere l’Europa a fare lo stesso.
La presidenza USA ufficializza un nuovo ordine esecutivo contro Huawei (e non solo)
Come riporta Reuters, durante la scorsa giornata è arrivata la firma da parte del presidente USA Joe Biden per convalidare il Secure Equipment Act. La legge era già stata approvata all’unanimità a fine ottobre, con 420 voti a 4 da parte del Senato. L’ordine mira a impedire a società come Huawei e ZTE di ottenere nuove licenze per la compravendita di apparecchiature e la motivazione è sempre la solita: la minaccia alla sicurezza nazionale. Inoltre, in questo modo FCC potrebbe avere la possibilità di revocare le autorizzazioni preliminare già richieste in precedenza.
In questo modo, l’FCC sarà totalmente esentata dall’esaminare o approvare alcuna richiesta di autorizzazione da parte delle società coinvolte. A partire dal 2018, infatti, l’ente americano aveva approvato più di 3.000 domande soltanto da parte di Huawei. Nel gruppo di compagnie non troviamo soltanto quella di Ren Zhengfei, ma anche ZTE, Hytera Communications, Hangzhou Hikvision Digital Technology e Zhejiang Dahua Technology.
Non ha tardato ad arrivare l’opinione da parte di Zhao Lijian, portavoce del Ministero degli Esteri della Cina: “Senza alcuna prova, gli Stati Uniti abusano ancora della sicurezza nazionale e del potere statale per sopprimere le società cinesi“. Sarà interessante capire se l’argomento verrà tirato fuori in occasione dell’incontro (virtuale) fra Joe Biden e Xi Jinping, che ricordiamo si terrà il 15 novembre. Nel mentre, prosegue il periodo no di Huawei, che dopo aver ceduto Honor si è trovata costretta a cedere un’altra fetta della sua azienda, nel mentre cerca di trovare un piano B per il suo futuro.