Recensione Nest Doorbell a batteria: il citofono smart di Google è UNO SPASSO

In casa mia, ci sono circa 110 dispositivi smart. Insomma, ormai la domotica intelligente è diventata parate integrante della mia casa (forse anche troppo), ma se c’è un dispositivo dal quale non mi separerei mai, è il mio buon vecchio Nest Hello, il primo campanello smart di Big G che svolge il suo sporco lavoro da ormai quasi 4 anni. Perché, soprattutto in accoppiata ad un altro dispositivo smart ormai diventato per me indispensabile (cioè il Nuki Opener), è riuscito a semplificarmi la vita. E non poco.

Vi faccio un esempio banale: spesso capita che arrivi un corriere per consegnarmi un pacco mentre sono fuori casa, ebbene, grazie al Nest Hello posso rispondere al citofono praticamente da qualsiasi parte del mondo (e vedere chi è) e con il Nuki Opener posso aprire il portone di casa (sempre in remoto), in modo da farmi lasciare il pacco in giardino.

E, lo so, per alcuni potrebbe sembrare una sciocchezza, ma sono sicuro che tra di voi ci sarà qualcuno a cui brilleranno gli occhi per questa possibilità. Fatto sta, che dopo 4 anni di onorato servizio, quelli di Google hanno presentato la nuova versione del loro campanello (o citofono?) smart, una versione che in effetti non va a sostituire il vecchio modello, ma che – grazie ad una peculiarità che in molti aspettavano – si affaccia ad un pubblico più ampio: si chiama Nest Doorbell e può funzionare anche a batteria.

Recensione Nest Doorbell: il campanello smart di Google che funziona a batteria

Installazione

Partiamo subito da un presupposto: se credete che l’installazione di un campanello smart sia semplice quanto quella di una telecamera di sorveglianza, vi sbagliate di grosso. La più grande noia del mio Nest Hello è stato proprio il processo di installazione, e non perché la progettazione del prodotto non era intuitiva, ma perché ho dovuto studiarmi gli schemi elettrici per poterlo alimentare e piazzare fuori il portone: e, credetemi, per me che non faccio l’elettricista non è stata proprio una passeggiata. Ma alla fine ce l’ho fatta.

Ed è questa la più grande differenza che si trova con il nuovo Nest Doorbell: la batteria integrata semplifica radicalmente l’installazione, rendendo solo un ricordo la necessità di collegare cavi (e comprendere gli schemi elettrici). E questa è una cosa fondamentale, che rende il nuovo campanello smart di Google adatto praticamente a tutti gli utenti.

Sostanzialmente, tutto quello che si dovrà fare sarà fissare saldamente il campanello al muro, sfruttando le viti e i tasselli che escono in confezione, dargli una prima ricarica tramite l’ingresso USB-C posizionato sul retro, ed associarlo alla propria rete WiFi.

E così come abbiamo visto con le nuove Nest Cam (a batteria), anche il Nest Doorbell fa parte della nuova generazione di dispositivi che Big G vuole vengano gestiti esclusivamente dall’applicazione Google Home: niente più app di Nest, quindi, e qui ritorniamo al discorso fatto con la nuova telecamera di sorveglianza dell’azienda, in cui ho sottolineato le mie perplessità su questo switch forse troppo forzato che, per chi ha in casa altri prodotti Nest, potrebbe tendere a rendere le cose più complicate. Ma a questo ci arriviamo.

Design e materiali

Messo da parte il discorso dell’installazione, decisamente più semplice sul nuovo campanello, una cosa è certa: non solo il Nest Doorbell è esteticamente più bello rispetto al “vecchio” Nest Hello (che ora Google chiama Nest Doorbell con cavo), ma il suo design pulito e tipicamente “Google Style” a mio parere lo rende il prodotto esteticamente meglio riuscito di tutto il mercato dei campanelli smart. Un mercato ormai pieno zeppo di alternative, la stragrande maggioranza delle quali è caratterizzata da un design più squadrato e meno “moderno”.

Rispetto al Nest Hello, il Nest Doorbell ha dimensioni sensibilmente maggiori: è leggermente più sottile, ma decisamente più lungo, molto probabilmente per via dello spazio necessario per l’integrazione della batteria.

L’unico pulsante, il cui scopo è quello di “suonare” il campanello, è sempre posizionato sul basso ed è avvolto da un anello LED che si illuminerà qualora qualcuno si dovesse avvicinare per bussare. Una volta premuto il tasto, poi, anche chi è fuori la porta sentirà il suono di un campanello, in modo da poter esser certo di aver citofonato correttamente.

Superiormente invece è stata integrata l’ottica con la quale il Nest Doorbell inquadrerà chiunque suoni il campanello, che è avvolta da un ulteriore cerchio nero, della stessa identica dimensione del tasto per citofonare: lasciate che ve lo dica, adoro questa simmetria che Google mette nei suoi prodotti.

E questo e quanto, non ci sono ulteriori elementi visibili e sia il microfono che l’altoparlante sono stati posizionati in modo da non essere minimamente percepibili.

Caratteristiche e funzionalità

Il funzionamento del Nest Doorbell è semplice, quasi quanto l’installazione. Quando qualcuno citofona, si riceve una notifica sullo smartphone (anche quando non i è in casa) e si vedrà l’anteprima a mo’ di videocitofono qualora si avesse in casa un Nest Hub. Ed indipendentemente dal fatto che si usi uno smartphone o uno smart display di Google, si potrà rispondere al citofono grazie ad un sistema audio bidirezionale di buona qualità.

L’unica, e ripeto, l’unica condizione essenziale per far si che il Nest Doorbell funzioni correttamente, sta nel fatto che bisognerà garantire una buona copertura della rete WiFi anche nella zona in cui si andrà a montare: per chiunque lo usi in casa, difficilmente ci saranno problemi, ma per chi come me lo ha installato accanto al portone d’ingresso del giardino, le cose si fanno più complicate. Personalmente ho risolto il problema installando una rete mesh con i router WiFi 6e di Honor, posizionando un satellite nel giardino stesso: in questo modo ho una connessione stabile e veloce anche quando non sono fisicamente tra le quattro mura.

Qualora si avesse un cicalino, poi, si potrà decidere di farlo suonare in parallelo al Nest Doorbell, a patto che si utilizzi il campanello smart connesso all’alimentazione elettrica (con un cavo che va acquistato a parte), ed è possibile impostare una serie di risposte rapide con le quali il campanello parlerà (anche in italiano) a chiunque abbia citofonato.

C’è anche un nuovo sensore, che è stato posizionato con una rotazione di 90° rispetto a quello che troviamo nel Nest Hello: in questo modo, le immagini catturate saranno nel formato 3:4 (invece dei tipici 4:3) e, in soldoni, l’immagine proveniente dal citofono sarà di tipo verticale e non orizzontale. È una cosa molto comoda, soprattutto per controllare cosa ha in mano chi citofona, perché sì, il Nest Doorbell è in grado di riconoscere anche quando un corriere consegna o ritira un pacco. Vero è però, che la vista è più ristretta, quindi si perderà l’inquadratura di ciò che sta a destra e sinistra rispetto a quello che si vede nel Nest Hello: in soldoni, vuol dire che il Nest Doorbell ha un campo di visione di 145°, leggermente più ristretto ai 160° del modello precedente.

Purtroppo scende anche leggermente la risoluzione, sicuramente per aumentare l’autonomia della batteria, ma bisogna ammettere che i 1280×960 pixel del Nest Doorbell sono più che sufficienti per garantire il corretto funzionamento del citofono, soprattutto perché, anche in questo caso, si tratta di un prodotto che supporta l’HDR.

Tutto sommato però, la qualità dello streaming è molto buona, la gestione della gamma dinamica è ottimale ed è possibile tenere sotto controllo tutte le zone inquadrate dal campanello, anche in condizione di luce diretta o controluce.

È anche disponibile la visione notturna, con la quale però il Nest Doorbell ha più difficoltà a riconoscere gli oggetti ed i movimenti ed inizia le registrazioni video solo quando i soggetti sono più vicini.

C’è però anche uno svantaggio piuttosto importante, qualora la si utilizzi a batteria: lo streaming live va attivato manualmente. Certo, si tratta di un’opzione nata con lo scopo di aumentarne l’autonomia, che rende però piuttosto confusionaria e poco funzionale la schermata di riepilogo di tutte le telecamere ma sia chiaro: qualora qualcuno dovesse citofonare, l’attivazione sarà automatica.

L’altra importante novità del nuovo Nest Doorbell sta nell’integrazione di una serie di componenti hardware che le permetteranno di elaborare l’immagine in locale. Il che vuol dire che tutte le elaborazioni precedentemente affidate al cloud, verranno effettuate senza la necessità di trasferire i dati ai server di Google, con un conseguente miglioramento delle prestazioni generali del prodotto ma, soprattutto, con la possibilità di fare a meno di un abbonamento Nest Aware, o quasi.

Senza abbonamento, infatti, il Nest Doorbell registrerà solo le ultime 3 ore di eventi nel cloud e non integrerà l’ottima funzionalità di riconoscimento facciale: è una cosa comodissima perché, qualora dovesse citofonare un volto riconosciuto, sia sullo smartphone che sugli assistenti digitali di Google verrà annunciato il nome di chi è alla porta.

Detto questo, poi, Nest Doorbell integra tutte le funzionalità tipiche delle telecamere di sorveglianza dell’azienda. È possibile creare delle zone attive e scegliere di rilevare i movimenti solo in una determinata area dell’immagine, dall’app poi si può decidere la lunghezza dei clip registrati in caso di rilevazione del movimento, ma è importante tenere sempre presente una cosa: qualora non si fosse abbonati al servizio cloud di Nest, la cronologia dei movimenti avrà una lunghezza massima di 3 ore (prima, senza l’abbonamento, non era proprio possibile controllarla).

Applicazione

Così come abbiamo visto nella Google Nest Cam (a batteria), tutta la gestione del Nest Doorbell viene affidata a Google Home ed è qui che le cose iniziano a diventare meno intuitive.

Sia chiaro, la gestione delle telecamere continua ad essere immediata e semplicissima, ma questa “transizione” potrebbe generare un po’ di confusione a tutti gli utenti che in casa hanno installato uno dei vecchi modelli di videocamera Nest.

La questione è semplice ma, allo stesso tempo, un po’ controversa. Se in casa si hanno i vecchi modelli di Nest, li si potrà continuare a visualizzare sia nell’app ufficiale di Nest, che in Google Home. Il punto però, è che nell’app di Google non si potranno gestire le impostazioni delle telecamere. 

Viceversa, qualora si integrasse il Nest Doorbell in un ecosistema preesistente Nest, non la si potrebbe né controllare né gestire tramite l’app Nest, e si dovrebbe utilizzare Google Home.

In soldoni, qualora si utilizzino videocamere Nest di nuova e vecchia generazione, in un ecosistema misto, bisognerebbe utilizzare due applicazioni. E, quindi, ricevere notifiche da due app diverse, e così via.

Per non parlare poi dell’immediatezza. Utilizzare un’applicazione dedicata solo alla gestione delle telecamere di sicurezza è decisamente più immediato che dover utilizzare un’app tipo Google Home. Con le vecchie telecamere Nest, bastava avviare l’applicazione per controllare immediatamente lo streaming video di tutte le telecamere installate, mentre con Google Home sarà necessario prima di tutto avviare l’app, per poi selezionare la voce “Videocamere” presente nel menu superiore.

Ad ogni modo, dalla nuova sezione Videocamere di Google Home, è possibile tenere sotto controllo tutti i flussi video, controllare lo stato della batteria dei nuovi modelli, e gestire tutte le impostazioni.

Le opzioni di configurazione non sono tantissime, ma sono comunque superiori rispetto a quelle che si hanno a disposizione nell’app Nest con i vecchi modelli, e permettono anche la personalizzazione delle accensioni della telecamera in base agli eventi.

Autonomia della batteria

Google dichiara che la batteria del Nest Doorbell può durare fino a 2 mesi e mezzo ma, parliamoci chiaro, si tratta di un valore un po’ distante dalla realtà, che dipende moltissimo dalla quantità di eventi che il campanello si troverà a dover gestire.

Nella mia esperienza personale, sono riuscito a raggiungere poco più di 3 settimane di autonomia con un’unica carica, ma posizionando il campanello in una zona in cui gli eventi sono parecchi.

Ad ogni modo, il campanello entra in sospensione quando non viene rilevato nessun movimento e sarà possibile anche impostare la disattivazione delle registrazioni qualora non venisse premuto il campanello. Insomma, le personalizzazioni volte al risparmio energetico sono tante, ma è un fattore che varia in base alle necessità di ogni utente.

Prezzo e considerazioni

Il prezzo di vendita del Nest Doorbell è di 199,99 euro, identico a quello della nuova telecamera di sorveglianza a batteria dell’azienda, ma tramite il coupon che trovate in basso potreste acquistarlo con il 5% di sconto tramite Unieuro. E parliamoci chiaro, sì, è un prodotto costoso. Ma se paragonato ai suoi diretti competitor, in effetti potrebbe anche essere più economico.

E stiamo parlando probabilmente del campanello smart più intelligente del mercato, di un prodotto che è in grado di riconoscere oggetti, animali, persone e persino i pacchi dei corrieri, che permette di impostare delle zone attive e che non richiede alcun abbonamento sul cloud (qualora ci si accontentasse delle 3 ore gratuite).

Poi non dimentichiamoci che funziona a batteria, il che lo rende adatto anche agli utenti meno esperti, e che – a patto che ci si abboni a Nest Aware – è anche in grado di riconoscere le persone.

Ciò che mi lascia piuttosto perplesso è il fatto che quelli di Google abbiano deciso praticamente di cestinare l’app di Nest, affidando tutto a Google Home.

Cara Google, un consiglio da utente che utilizza i tuoi prodotti da tempo: avere un’applicazione dedicata alla solo alla videosorveglianza, è decisamente più comodo che essere costretti ad utilizzarne una nata per la gestione di un ecosistema.







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