Bonus Smartphone, se ne sta parlando molto negli ultimi giorni: il Governo è al lavoro per l’approvazione del cosiddetto kit digitalizzazione, l’ultimo di una lunga serie di “bonus” con il quale un unico membro del nucleo familiare potrebbe avere uno smartphone gratis (o meglio, in comodato d’uso), completo di un anno di connessione internet e l’abbonamento a due testate giornalistiche online. Ma come funziona il Bonus Smartphone, chi lo può ricevere, quando e come lo si potrà richiedere?
La realtà dei fatti è che, come era ampiamente prevedibile, l’emendamento alla legge di Bilancio 2021 che introduce il Bonus Smartphone è stato modificato. Ed è stato modificato anche in modo significativo, al punto che – probabilmente – non sarebbe neppure più il caso di chiamare l’agevolazione in questo modo. Ma andiamo con ordine.
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ToggleBonus Smartphone e Kit digitalizzazione: cos’è, chi può averlo e come richiederlo
Per riuscire a dare un barlume di chiarezza, potrebbe essere utile procedere a step, in modo da dare risposta alle tre domande più comuni sull’argomento e spiegare come, in realtà, con l’ultimo aggiornamento. l’emendamento per il cosiddetto Bonus Smartphone sia cambiato in maniera talmente radicale, dall’essere riuscito a risolvere in maniera del tutto involontaria, alcune delle mie perplessità in merito (ed introdurne delle altre).
Cos’è il Bonus Smartphone / Kit digitalizzazione e come è cambiato l’emendamento alla legge di Bilancio 2021
Forte di un finanziamento di 20 milioni di euro per il 2021, il Bonus Smartphone (chiamato, in gergo, Kit digitalizzazione) è un’agevolazione destinata ad una particolare tipologia di nucleo familiare (dei requisiti parleremo a breve) con la quale il Governo vorrebbe dare uno smartphone in comodato d’uso annuale, completo di abbonamento internet e sottoscrizione (sempre della durata di 12 mesi) a due testate giornalistiche online. Lo smartphone, tra l’altro, verrà già consegnato con l’app Io già installata, in modo da permettere a chi lo riceve di accedere ai vari incentivi del governo come il cashback, il bonus vacanze o la lotteria degli scontrini.
E questo era, in maniera molto sintetica, il Bonus Smartphone fino allo scorso 20 dicembre. Ma ora le cose sono cambiate profondamente e, tutto sommato, era una cosa piuttosto prevedibile: nel nuovo testo dell’emendamento (che potete leggere per intero qui) sparisce volutamente la parola “Smartphone” a favore di “Dispositivo elettronico dotato di connettività“.
Converrete con me che quindi ormai parlare di Bonus Smartphone potrebbe essere sbagliato (oltre che riduttivo). Molto probabilmente però, anche questa definizione verrà cambiata: è chiaro che che così come è scritta vuol dire tutto o niente e, parliamoci chiaro, anche una Smart TV è un dispositivo elettronico dotato di connettività. Per risolvere l’arcano, probabilmente al legislatore sarebbe bastato aggiungere il termine “4G (o superiore)”, per circoscrivere con più precisione la tipologia di dispositivi inclusi nel bonus che, a quel punto, diventerebbero smartphone e tablet e (forse) notebook con modem integrato.
Ad ogni modo, lo spirito del bonus non cambia, ed anche nella nuova versione dell’emendamento si parla sempre di comodato d’uso gratuito. Ciò che cambia però è la modalità di erogazione, perché adesso viene prevista la possibilità di offrire “un bonus di equivalente valore da utilizzare per le medesime finalità“. In soldoni, si potrebbe evitare la storia del comodato d’uso, usufruendo di un voucher di acquisto del dispositivo, purché tale dispositivo sia sempre “dotato di connettività”.
Bonus Smartphone e Kit digitalizzazione: chi può averlo
Nel nuovo emendamento viene ancora più circoscritta la platea dei potenziali fruitori kit digitalizzazione. Il requisito principale continua ad essere l’appartenere ad un nucleo familiare con un reddito ISEE non superiore ai 20.000 euro annui, ma si aggiunge un vincolo importante, che cambia anche il “senso” dell’agevolazione: per chiedere il Bonus Smartphone, secondo il nuovo emendamento almeno uno dei componenti del nucleo familiare deve essere iscritto ad un ciclo di istruzione scolastico o universitario.
Vien da sé quindi che il nuovo bonus non sarebbe finalizzato alla riduzione del digital divide, come tutti in questi giorni stanno dicendo (e come l’incipit dell’emendamento continua a dichiarare) , bensì all’agevolazione della Didattica a distanza (DAD).
Continua a restare poi il requisito più restrittivo: per avere il Bonus Smartphone, il richiedente non deve avere in essere in atto alcun contratto di connessione internet o di telefonia mobile, ma deve però essere in possesso di uno SPID attivo. D’altronde è chiaro: uno strumento di autenticazione digitale per i servizi statali online, non dovrebbe mai mancare a chi (teoricamente) non è in possesso di alcun messo personale per connettersi alla rete.
Come richiedere il Bonus Smartphone
Le modalità operative di erogazione del bonus, cioè il modo pratico per richiederlo ed ottenerlo, non sono ancora chiare nell’emendamento: ciò che è certo, è che per richiedere il kit digitalizzazione sarà necessario avere lo SPID. Si rimanda invece ad un successivo decreto del Ministero dell’Innovazione tecnologica e del Ministero dell’Economia da pubblicare entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge sul bonus.
Sarà quindi quel decreto che, nel caso in cui il kit digitalizzazione diventi operativo, dovrà stabilire le modalità di richiesta del bonus stesso.
Il Bonus Smartphone diventa un “Bonus PC Mini”?
A molti, non sarà sicuramente sfuggito il fatto che con l’ultima versione dell’emendamento (e con la sostituzione del termine “Smartphone” a favore di “Dispositivo elettronico”), il Bonus Smartphone assomiglierebbe moltissimo ad una versione più ridotta (20 milioni contro 200 milioni) del Bonus PC, tablet e internet.
La realtà dei fatti però, è che tale bonus è ancora da assegnare: secondo gli ultimi dati ufficiali, sui 200 milioni messi a disposizione ne sarebbero stati prenotati ancora solo 36,6 dei quali ne sarebbero stati assegnati realmente solo 11,9.
Insomma, facendo due conti, resterebbero ancora oltre 150 milioni di euro da erogare per offrire agli italiani aventi diritti un vantaggio non certo identico, ma molto simile, a quello che avrebbero con il nuovo kit digitalizzazione da 20 milioni di euro. La trama si infittisce..
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