Siamo da poco tempo, neanche tre anni, nell’era del 5G che ci proietterà in una dimensione interconnessa velocissima e sempre più intelligente. Ma c’è un produttore che ha già iniziato i primi esperimenti, interni, per quanto riguarda la prossima generazione, il 6G ed è vivo, che ha spiegato come gli smartphone resteranno il mezzo di principale per questo tipo di connessione.
vivo: il 6G andrà a rafforzare l’IoT che il 5G sta portando in tutta la tecnologia, con gli smartphone in un ruolo chiave
Durante la conferenza “external communications” di vivo, il capo del CRI (Istituto di Ricerca per le Comunicazioni) Qin Fei ha illustrato come il 6G di cui il brand ha avviato la ricerca si andrà a strutturare nei vari settori. Infatti, egli sostiene che smartphone, visori AR/VR e i robot saranno fondamentali per costruire una vita digitale attorno a questa tecnologia di connessione.
Partendo dagli smartphone, Qin riferisce che è altamente improbabile che essi vengano messi da parte nel 6G, sia perché disabituarsi al touch screen è molto difficile, sia perché la comunicazione necessita di un modulo per connettersi. La potenza di calcolo richiede ancora un’unità di calcolo Core ARM. Insomma, lo smartphone è la chiave di accesso all’Internet delle Cose e lo sarà ancora per molti anni.
Passando ai robot e ai visori AR/VR, vivo crede che per i primi entro il 2030 avremo sistemi aggiornabili e multi-funzione, mentre per i secondi, si crede si possa arrivare a renderli più sottili e più connessi con il cervello umano, in modo da poter ottenere informazioni sempre più dirette.
Infine, Qin Fei si sofferma sulle differenze tra 5G e 6G, sostenendo che la seconda andrà a migliorare nettamente quanto ottenuto finora dal 5G e che sarà molto di più di un 5G+AI, staccandosi totalmente da questo concetto.
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