Il problema sorto in questa nuova guerra fredda (e tecnologica) tra USA e Cina non si è riflessa sulla sola Huawei, ma anche su tutti i fornitori che negli anni hanno reso il colosso cinese quello che è. E infatti tra questi c’è un altro colosso asiatico, Sony, che ha risentito parecchio in uno dei suoi settori di punta, quello dei sensori fotocamera CMOS, registrando una perdita del 38% dei profitti.
Sony: la mancata fornitura a Huawei porta 400 milioni di euro di profitti in meno nei sensori fotocamera CMOS
Secondo il rapporto ZDNet, Sony ha purtroppo dovuto vedere al ribasso i propri profitti per quanto riguarda il Q3 2020 nei sensori fotocamera CMOS, che rispetto ad agosto sono calati di ben 49 miliardi di yen, circa 400 milioni di euro, portando quindi un calo del 38%. Ed il mesto zampino di queste perdite è la mancata fornitura che il colosso giapponese avrebbe dovuto dare a Huawei, impossibilitata dalle sanzioni USA.
Il problema però, pare possa presentarsi con il tempo, dato che secondo le stime del CFO Hiroki Totoki il business dei sensori fotocamera CMOS per Sony tornerà ad essere in positivo non prima della fine dell’anno fiscale 2022 (cioè a marzo 2023), dato che il tempo sarà impiegato sullo sviluppo di sensori più grandi e specifiche più elevate, un po’ come chiede Huawei.
L’unica speranza per Sony sarebbe ottenere finalmente la licenza alla fornitura per Huawei, che tornerebbe quindi a servirsi di sensori fotocamera di alto livello per i suoi smartphone. Ma da qui all’ottenere quello che sembra un “privilegio” come è stato per Samsung Display ce ne vuole e quindi non resta che guardare con interesse al post-elezioni di novembre 2020.