I semiconduttori sembrano ormai diventati un argomento cruciale per il governo cinese. Infatti, dopo aver lanciato un programma di incentivi statali al fine di migliorare la produzione dell’industria chipset nazionale, punta ora a creare una crescita concreta anche in termini di qualità. Proprio per questo la Cina ha assunto ben 100 tra ingegneri e manager da TSMC, il più grande chipmaker a contratto del pianeta.
I 100 ingegneri da TSMC si divideranno in due aziende di chipset sostenute totalmente dalla Cina
Perché la Cina si è mossa in questo senso? Il governo di Xi Jinping ha iniziato a finanziare ben due progetti che porteranno alla produzione e quindi alla fornitura di chipset senza dover dipendere da importazioni straniere. Per farlo, si è avvalso di 100 tra i migliori ingegneri e manager provenienti da TSMC, che essendo taiwanese subisce sia l’influenza USA, sia le pressioni della Cina continentale. In breve, gli ingegneri in questione si divideranno nelle due aziende sostenute dal governo: 50 alla Quanxin Integrated Circuit Manufacturing (o QXIC) e 50 alla Wuhan Hongxin Semiconductor Manufacturing Co (HSMC).
Attualmente le due aziende, essendo molto giovani, non sono nomi di rilievo, ma la situazione potrebbe cambiare presto. Infatti, i nuovi ingegneri assunti dalla Cina andranno a lavorare con ex dirigenti di TSMC, quindi con un quadro ben preciso sul metodo di produzione. Produzione che attualmente si ferma al nodo dei 14 e 12 nm, almeno due generazioni più indietro rispetto al colosso taiwanese. Questo però è solo l’inizio e nulla vieta di considerare un futuro a 7 e 5 nm per queste due nuove realtà.
Questa politica non farà che giovare alle aziende cinesi del tech, su tutte Huawei, che vorranno puntare a prodursi qualsiasi cosa in casa, ma attualmente è tutto molto acerbo.
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