Chi associa Chuwi ad una semplice azienda cinese che produce notebook economici, si sbaglia di grosso. Perché, in realtà, Chuwi probabilmente è tra i più coraggiosi produttori di PC del mercato, e il LarkBox ne è la prova: si tratta del più piccolo PC desktop 4K al mondo, ed è già in vendita a 199 euro.
Ma a cosa serve un dispositivo del genere? Ha un senso? Cosa ci si può realmente fare? Per dare risposta a queste domande l’abbiamo messo sotto torchio in modo da tentare di dargli un senso, immaginando le diverse possibilità di utilizzo di questo piccolo, piccolissimo PC Windows.
Indice
ToggleRecensione Chuwi LarkBox
Contenuto della confezione
La confezione del LarkBox è in linea con quelle degli altri dispositivi prodotti da Chuwi. Non sono presenti un mouse o una tastiera, che andranno quindi acquistati a parte, ma è presente una piastra che permetterà il fissaggio del computer dietro un monitor o dietro una TV: è un’idea niente male.
Sono poi presenti la manualistica di rito ed un alimentatore da 12V e 2A USB-C, che dovrà essere utilizzato per alimentare il dispositivo ma che lascia supporre che quelli dell’azienda non si siano molto applicati nella sua miniaturizzazione.
Design e materiali
Realizzato totalmente in plastica, il Chuwi LarkBox è di dimensioni incredibilmente ridotte: parliamo di 61 x 61 x 43 millimetri. Frontalmente è presente un piccolo tasto d’accensione di colore argento, affiancato da un led di stato blu. Sono poi presenti due porte USB 3.0 Type-A, una porta USB-C che viene utilizzata per l’alimentazione, l’ingresso per il jack delle cuffie, uno slot per le microSD ed un’uscita HDMI che supporta la risoluzione 4K.
Nella parte superiore del telaio sono presenti numerosi fori di areazione, che vengono sfruttati da quella che la stessa azienda definisce una “ventola di raffreddamento molto silenziosa”. Ed in effetti non mente per niente: il Chuwi LarkBox è un dispositivo che emette praticamente zero rumore, anche quando lo si mette sotto stress.
La cosa buffa è che, nella confezione, è presente anche un alimentatore da 12V e 2A che, strano ma vero, è di dimensioni molto più grandi del computer. Avreste mai immaginato che, un giorno, ci trovassimo in una situazione simile?
Hardware
Queste piccolissime dimensioni sono state rese possibili dall’inizio della diffusione della tecnologia 3D Foveros di Intel, un processo produttivo del tutto nuovo per il mondo dei processori, i cui componenti vengono impilati in tre strati (spessi 1 millimetro).
Il processore che anima il LarkBox è un Intel Celeron J4115, una CPU quad core che appartiene al nuovo aggiornamento dei Gemini Lake e che lavora con una velocità di clock di 1.8 GHz, ma che può arrivare a massimo 2.4 GHz. La memoria cache del processore è di 4 MB, ma la cosa più importante è che ha un TDP (Thermal Design Power) di soli 10 watt. In soldoni? Consuma pochissimo, e si tratta di un elemento molto importante, soprattutto in fase di test delle prestazioni e per tirare le somme.
Il tutto è affiancato da 6 GB di memoria RAM di tipo LPDDR4 a doppio canale, 128 GB di memoria interna di tipo eMMC 5.1 (si tratta di un generico S0J59X, una scheda grafica Intel UHD Graphics 600 oltre che un modulo Buletooth 5.0 ed il WiFi 802.11 ac a doppia banda.
Aprendolo, poi, abbiamo scoperto che tutta la componentistica è assemblata in tre strati, ed è anche presente uno slot M2.2242 che potrà essere utilizzato per un upgrade della memoria interna.
Prestazioni – Chuwi LarkBox
La realtà dei fatti, è che nonostante il J4115 sia uno dei processori più veloci della sua fascia, continua chiaramente ad essere una CPU a basse prestazioni, che rende il LarkBox adatto sostanzialmente all’esecuzione delle applicazioni più basilari, come l’editing di documenti office, il web surfing, ma anche lo streaming di video, serie TV e film in 4K. Ci si può anche giocare, ma con alcuni dei giochi più elementari presenti nel Microsoft Store: titoli come Asphalt 8 però girano sorprendentemente bene e con un framerate decisamente buono.
Ecco la scheda tecnica completa:
- CPU: Intel Celeron J4115;
- GPU: Intel UHD Graphics 600;
- RAM: 6 GB LPDDR4;
- Memoria: 128 GB;
- Porte: 2x USB3.0, 1x USB-C, 1x HDMI, jack audio, lettore di schede MicroSD;
- Connettività: Intel Wireless-AC 9461, 802.11ac, Bluetooth 5.0;
- Dimensioni: 61 x 61 x 43 mm;
- Peso: 127 g.
Passando ai numeri, tramite i vari benchmark che abbiamo eseguito, siamo giunti alla conclusione che le prestazioni generali del sistema sono più alte di quelle della maggior parte dei notebook cinesi economici dotati di N4100 di almeno il 32/30%. Sia con GeekBenck che con Cinebench, il risultato dei test se paragonato con quelli che abbiamo realizzato su atri dispositivi con una versione più datata di Gemini Lake, tende nettamente a favore del piccolino di casa Chuwi.
Il test della CPU con GeekBench è stato terminato in 4 minuti e 8 secondi con un risultato di 395 in Single-Core e 1365 in Multi-Core, mentre il test della GPU in OpenCL è durato 3 minuti e 46 secondi, con un risultato di 1604.
Per quando riguarda Cinebench invece, il test è durato circa 10 minuti ed ha portato ad un risultato di 532, poco più basso dei 541 ottenuti da un Intel Core i5-5300U. Il che non è affatto male, soprattuto considerando le dimensioni del computer e il bassissimo consumo energetico del processore.
Sono rimasto piuttosto perplesso però per quanto riguarda le prestazioni delle memorie eMMC, decisamente sotto tono rispetto a quelle di un SSD e che, personalmente, non ritengo adatte al giorno d’oggi. Ma il punto è sempre quello: stiamo parlando di un PC Desktop con Windows 10 Home e con tutto ciò che è necessario avere in un computer del genere e, volendo, si può sempre aggiungere un SSD nello slot disponibile all’interno del piccolo cubo.
Buona anche la gestione della temperatura, che è stata messa decisamente sotto stress con il test di Aida64Extreme: per 10 minuti il dispositivo è stato stressato al suo massimo e nonostante la CPU abbia raggiunto picchi di 90 gradi, dal benchmark non è stato evidenziato alcun segno di thermal throttling.
Buono anche il modulo WiFi, gestito da una scheda integrata Intel Wireless-AC 9461, che si connette in a 5 GHz senza problemi di sorta, se non fosse per il Ping forse un filino elevato. Ma nulla di particolare.
Insomma, per un utilizzo più “umano” del dispositivo, le prestazioni del Chuwi LarkBox potrebbero essere adatte alla stragrande maggioranza delle persone in giro. Il multitasking è veloce, la riproduzione dei video in 4K è sempre fluida e non ha mai alcun tentennamento, e tutte le applicazioni più tradizionali funzionano senza problemi. Qualche rallentamento si inizia a sentire quando si hanno troppe app aperte in background, oppure quando si utilizzano applicazioni molto avide di potenza di calcolo, ma per l’utilizzo di tutti i giorni le prestazioni del LarkBox sono più che adeguate.
Ho anche provato ad installare PhotoShop ed Adobe Premiere, che funzionano senza alcun problema ma che a parer mio possono essere utilizzate esclusivamente con scopi non professionali.
Prezzo in Italia
Il prezzo ufficiale del Chuwi LarkBox è di 199 dollari. Attualmente però, si dovrà acquistare su Indiegogo, la piattaforma di crowdfunding sulla quale l’azienda sta raccogliendo fondi per dare il via alla produzione massiva del dispositivo: nel corso della campagna il prezzo scende a 169 dollari, mentre in early bird era a 139 dollari.
Nei prossimi mesi, però, il mini pc arriverà sui consueti canali di Amazon e Banggood dove sarà oggetto di future promozioni
Conclusioni
Insomma, a che serve questo LarkBox? In realtà, le modalità di utilizzo sono molteplici e la scelta dovrebbe essere solo di chi lo acquista. Si può utilizzare ad esempio collegato ad una TV, trasformandola non solo in un dispositivo smart, ma in un vero e proprio computer che permetterà una comoda e veloce navigazione da salotto. Oppure si potrà fissare dietro un monitor tradizionale, e crearsi il proprio all-in-one da poter poi scollegare, mettere in borsa, e portarsi a lavoro con un peso ed un ingombro decisamente minimo.
Insomma, il LarkBox è un dispositivo che va capito, che va interpretato. Certo, qualcuno di voi potrebbe non essere d’accordo con il fatto che si tratta dal PC più piccolo al mondo perché, in effetti, ci sono box Android decisamente più compatti, ma il piccolino di Chuwi è totalmente basato su Windows e offe le prestazioni più equilibrate che, ad oggi, può offrire un PC di queste dimensioni e in questa fascia di prezzo.
Personalmente, gli unici due miglioramenti che farei riguardano la scelta delle memorie eMMC, che sostituirei volentieri con qualcosa di più performante, e la scelta dell’alimentatore: è troppo grande rispetto al computer e dover portare con sé un alimentatore di queste dimensioni potrebbe far perdere il senso di un PC così piccolo. Estremamente piccolo.