Ogni volta che ci sono le parole “internet” e “Cina” nella stessa frase qualcuno alza le sopracciglia e fa una smorfia stranita. Negli anni la nazione ha dimostrato di approcciarsi a questa forma di comunicazione con pratiche ben discostate da quelle a cui siamo abituati noi occidentali. Da un lato la diffusione del web è così capillare da poter pagare via smartphone in negozi dove qua in Italia non accettano nemmeno la carta. Dall’altro è evidente che il governo cinese abbia poteri d’intervento e controllo ben maggiori ad altre zone del mondo. Poteri che spesso si traducono in comportamenti da noi reputati illeciti e che portano a divisioni sul piano etico. L’esempio più palese per noi amanti della telefonia è l’assenza di Google in Cina. Un’assenza compensata da produttori come Huawei, trovatisi costretti a creare ROM differenti per approcciare i nostri mercati.
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Huawei pensa ad un nuovo protocollo internet per la Cina
Ma Huawei non è soltanto un brand di telefoni, bensì un’azienda chiave anche nel settore delle telecomunicazioni, soprattutto in Cina. Ed è per questo che Huawei, assieme ai principali operatori telefonici, sta progettando la creazione di una nuova infrastruttura internet per la Cina. Il gruppo di aziende che sta lavorando a questo progetto ha proposto un nuovo protocollo IP all’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni chiamato “New IP“. Sarebbe teoricamente più efficiente dell’attuale protocollo TCP/IP, ma i dubbi sulle sue implicazioni sono piuttosto ingenti.
Senza scendere troppo nel tecnico, questo nuovo protocollo mostrerebbe il fianco a potenziali regimi autoritari in termini di censura e sorveglianza. Addirittura si parla della presenza di quello che viene definito un “comando di shut-up“, con cui praticamente chiudere l’accesso ai dati da parte di un indirizzo specifico. Da qui ne potrebbero derivare problemi di stampo politico ma anche sociale, economico e così via, specialmente in una nazione così controversa come la Cina.
New IP prepara a sollevare discussioni sulla questione privacy su internet
I dubbi non finiscono qua, purtroppo. C’è una certa preoccupazione che questo New IP richieda l’autenticazione da parte della persona relativa a quel dato indirizzo internet. Se già in Cina è richiesto che i profili social siano associati ad un documento d’identità, questo obbligo potrebbe addirittura essere riversato sulla connessione in sé.
Se e quando ci sarà effettivamente questo switch è ancora presto per dirlo, anche se in realtà i primi test dovrebbero iniziare già ad inizio 2021. Nel frattempo, un portavoce Huawei si è esposto sull’argomento, affermando che New IP è pensato esclusivamente per “gestire esigenze tecniche di un panorama digitale in costante evoluzione” e non per controllare l’utenza. Specialmente in settori come le auto a guida autonoma e la realtà aumentata, specificando che questa tecnologia è aperta a scienziati ed ingegneri in tutto il mondo e non un qualcosa di chiuso.
A questo punto la decisione se approvare o meno questo tipo di tecnologia è nelle mani dell’ente ITU, senza considerare che bisognerebbe che un numero sufficiente di nazioni lo adotti per renderlo utile.
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