Da diverso tempo, ormai, le aziende produttrici di smartphone provano a proporre qualcosa di nuovo in tale ambito. Soprattutto dal punto di vista del design la vera sfida, attualmente, è quella di ridurre più possibile le cornici laterali. Molti hanno adottato la tecnica del buco nel display, contenente la fotocamera frontale. Altri ancora hanno optato, invece, per una selfie camera a scomparsa. Tra tutti questi, proprio in merito all’ultima soluzione, OPPO Reno è riuscita a stupire tutti fin dalla prima uscita sul mercato. Motivo per cui con la seconda edizione, ovvero OPPO Reno 2, molti si aspettavano un ulteriore salto di qualità. Questo device sarà, quindi, migliorato davvero sotto ogni aspetto? Come si sarà comportato nei vari test? Scopriamolo insieme, all’interno della nostra recensione completa.
Recensione OPPO Reno 2
Indice
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Dando un’occhiata alla confezione di vendita, vediamo come il brand abbia voluto sviluppare la scatola in verticale. Tutta l’esperienza di unboxing, però, non varia molto rispetto a quella più classica. All’interno dell’elegante confezione, comunque, trova spazio:
- OPPO Reno 2;
- pellicola protettiva in plastica, già installata sul vetro anteriore;
- cavo USB / USB Type-C;
- alimentatore da parete con presa europea;
- cover in similpelle, di colore blu;
- breve manuale d’istruzioni, anche in lingua italiana;
- spilletta per lo slot SIM;
- cuffie auricolari over-ear con cavo.
Design & Materiali
Questo smartphone è, indubbiamente, uno dei più particolari tra quelli presenti sul mercato. Non tanto per le forme, abbastanza classiche, quanto più per la colorazione ed i giochi di luce offerti dalla back cover. Anche nella nostra versione, definita Luminous Black, tutta la parte centrale, all’interno della quale si trova il logo dell’azienda, è impreziosita con colori davvero accattivanti. Non è semplice, purtroppo, rendere in foto quello che è possibile constatare dal vivo. Oltre questo aspetto, comunque, il device si presenta con una solida struttura di metallo lungo tutti i bordi laterali, con ben due superfici in vetro, sia sulla parte anteriore che posteriore.
Non si tratta di uno dei telefoni più comodi da tenere in mano. Parliamo, infatti, di un prodotto che misura 160 x 74,3 x 9,5 mm, con un peso complessivo di 189 grammi. Vi starete chiedendo, a questo punto, il motivo di uno spessore così ampio. Dando uno sguardo al retro, però, tutto diventa più chiaro. Se osserviamo in dettaglio, l’intero comparto fotografico è perfettamente a filo con la scocca, senza che vi sia alcun gradino. Bisogna rendere merito ad OPPO, dunque, per aver pensato ad una soluzione così compatta, nonostante la presenza di ben quattro fotocamere differenti.
Dal profilo laterale, leggermente satinato, è possibile scorgere la presenza del tasto di accensione/spegnimento sulla destra, accompagnato dallo slot SIM. Sul profilo opposto, invece, abbiamo il bilanciere del volume. Nella parte posteriore, poi, risiedono il jack audio da 3,5 mm, il microfono principale, l’ingresso USB Type-C e lo speaker di sistema. Sulla parte superiore, infine, si staglia la vera particolarità di questo modello. Gran parte di questa superficie, infatti è riservata alla selfie camera a comparsa, con la tipica forma della pinna di squalo già mostrata nella prima serie. Questa componente potrebbe destare qualche dubbio in merito alla propria resistenza, ma molestandola per qualche istante sia avverte subito tutta la sua solidità.
Se proprio bisogna fare un appunto a tale meccanismo è il fatto che questo raccolga parecchia polvere nel corso del tempo. Talvolta, quindi, dovrete pulire accuratamente la superficie che contiene selfie camera e flash LED.
Display
Se diamo un’occhiata al pannello frontale, non possiamo che notare l’ottimo lavoro svolto dall’azienda in merito alla riduzione delle cornici. Quasi tutta la superficie, infatti, è occupata dal display, mostrando uno screen-to-body-ratio del 93,1%. Al di là di questo aspetto, però, tale pannello è un’unità AMOLED da 6,5 pollici di diagonale con risoluzione FHD+ (2400×1080 pixel) e densità di 401 ppi. Si tratta, dunque, di un display molto luminoso, anche in ambienti esterni.
Tutta la gamma cromatica viene riprodotta abbastanza bene, nonostante i colori siano comunque molto vivaci. Nel caso in cui non foste in sintonia con le impostazioni iniziali, comunque, è sempre possibile modificare la taratura del colore stesso all’interno del menù Display e luminosità. Al di là di questo aspetto, però, tale unità riesce a soddisfare in qualsiasi occasione, anche durante la visione di un film o una serie TV su Netflix. Grazie al sensore di luminosità preciso e reattivo, poi, anche in esterna non sarà complicato visualizzare tutti i contenuti.
Dovendo dare un giudizio anche al pannello touch screen, poi, devo dire che in questo caso mi sarei aspettato una fluidità maggiore in fase di scrittura. Non che il dispositivo sia lento ma, quasi a livello impercettibile, è come se ci fosse un piccolo ritardo tra il nostro tocco e l’effettiva azione sul display. Questo non ha comunque influito sulla mia ottima esperienza con questo prodotto.
Hardware & Performance
Su OPPO Reno 2 trova spazio un hardware che non vi aspettereste dopo averlo provato. Qui, infatti, risiede un SoC Qualcomm Snapdragon 730G, quindi una soluzione octa-core con processo produttivo a 8nm, architettura Kyro 470 e frequenza di clock massima pari a 2,2GHz. A questo pacchetto si affianca anche una GPU Adreno 618, che supporta le Vulkan 1.1. Non cambia nulla, dunque, rispetto alla versione standard (Snapdragon 730) se non fosse per la presenza di qualche ottimizzazione in più specifica per il gaming. Queste dovrebbero garantire, dunque, performance migliori del 15% rispetto al modello standard. Completano il reparto, comunque, 8GB di RAM LPDDR4X e 256GB di memoria UFS 2.1. Quest’ultima non è espandibile in nessun modo.
Come specificato all’inizio, avrei immaginato di trovarmi di fronte ad un device di fascia più alta. Utilizzando quotidianamente questo smartphone, infatti, non ho riscontrato alcun problema, riuscendo ad eseguire in maniera semplice e veloce tutte le operazioni che di solito svolgo con il device. Anche su applicazioni più pesanti il telefono ha espresso performance degne di nota, riuscendo a girare in maniera fluida. Ho provato a giocare, infatti, per lunghe sessioni a Call of Duty Mobile, sperando di mettere sotto torchio il prodotto. Nonostante tutto, però, ho potuto godere di un gaming molto appagante, senza lag e senza che le temperature sulla scocca posteriore raggiungessero livelli allarmanti. Anche durante i vari test, infatti, lo smartphone non è mai andato in thermal throttling.
Ovviamente per un utilizzo meno intenso, con Facebook, Instagram, YouTube, Netflix e poco altro il telefono risponde bene. Vi sembrerà quasi di avere in mano un top di gamma. Questo è un aspetto, infatti, che mi ha molto colpito. Sebbene la differenza, a livello di velocità, sia comunque percepibile rispetto ad uno Snapdragon 855, non parliamo comunque di una distanza abissale tra i due chipset.
Benchmark
Software
Non abbiamo mai nominato, fino a questo momento, il software montato su questo dispositivo. A bordo di OPPO Reno 2, dunque, trova spazio la ColorOS 6.1, basata su Android 9 Pie e con patch di sicurezza risalenti al 5 agosto 2019. Si tratta, quindi, di una personalizzazione dell’interfaccia stock di Android assolutamente diversa da qualsiasi altra. Su alcuni aspetti, però, non la reputo troppo differente dalla MIUI di Xiaomi, che in ogni caso in questi anni ha saputo anche accontentare i gusti di noi europei. Sulla ColorOS, infatti, troviamo uno stile ancora troppo fedele alla cultura orientale, che a mio avviso non si sposa molto bene con le nostre preferenze.
Ho saputo apprezzare, comunque, la velocità di accesso ai vari menù e tutte le animazioni che intercorrono tra un’applicazione e l’altra. A tratti, infatti, sembra quasi di trovarsi all’interno di un dispositivo Apple, tanta è la cura mostrata dalle varie transizioni. Non abbiamo accesso ad un display con refresh rate di 90Hz ma poco importa, perché l’esperienza utente è davvero al top. Tutte le icone sono molto colorate, così come i toggle rapidi, e le app di sistema sono curate nei minimi dettagli, anche a livello grafico. Con uno swipe verso destra, poi, si accede ad una pagina dedicata all’Assistente intelligente che propone alcune scorciatoie e varie diverse funzioni che potrebbero tornare utili nel quotidiano.
Quello che mi è piaciuto un pò di meno, solo a livello estetico, sono le icone di notifica in alto a sinistra. Sono abituato, da sempre, a visualizzare in alto l’applicazione da cui ho ricevuto un messaggio ma, su tale smartphone, le icone presentano una grafica imbarazzante. Con i prossimi update si spera, dunque, che tale scelta venga modificata.
Fotocamera
Dando uno sguardo più approfondito alle caratteristiche tecniche, vediamo come su tale smartphone sia presente una quad camera posteriore. Sul modulo principale, dunque, troviamo un sensore Sony IMX586 da 48 mega-pixel, con ottica f/1.7 (OIS). A seguire, poi, troviamo il teleobiettivo da 13 mega-pixel con apertura f/2.4 e possibilità di sfruttare lo zoom ottico 2x. Nel caso in cui fosse necessario, poi, potrete attivare anche lo zoom ibrido 5x, che però perde qualcosa in termini di qualità rispetto alle altre soluzioni. Continuando nella nostra ascesa, troviamo poi l’obiettivo grandangolare da 8 mega-pixel e, infine, il sensore da 2 mega-pixel utilizzato per il calcolo della profondità di campo.
Volendo sfruttare l’obiettivo da 48 mega-pixel al massimo del suo potenziale, dovrete impostarlo manualmente all’interno delle impostazioni. Vi ricordo, però, che con tale opzione non sarà più possibile sfruttare le altre camere, potendo scattare praticamente solo con tale obiettivo.
Durante le ore diurne, comunque, la distanza tra i 12 mega-pixelpre-impostati ed i 48 mega-pixel non è così ampia. Vi è una sottile differenza a livello di dettaglio ma, in fin dei conti, nell’utilizzo quotidiano faticherete ad accorgervi di tale particolare. Nonostante questo, in tutte le situazioni di buona luce il device si comporta molto bene, riuscendo sempre a gestire in maniera discreta la luminosità ambientale. Mantenendo l’HDR automatico, poi, non si rischia di scattare immagini sovraesposte nelle condizioni più difficili. Tutti gli obiettivi fotografici supportano le varie implementazioni software offerte dal telefono, motivo per cui anche sfruttando lo zoom ottico 2x si ottengono scatti degni di nota. Solo il grandangolo, purtroppo, mostra una definizione peggiore ad occhio nudo, non riuscendo a soddisfare in pieno.
Nelle ore più buie della serata la qualità non rimane molto alta ed il rumore fotografico si manifesta in maniera più marcata. Nonostante questo, con la modalità notturna si riescono ad ottenere foto ben più definite rispetto al normale. Questa funzione, infatti, satura maggiormente i colori e restituisce una qualità generale nettamente migliore. Sconsiglio, infine l’utilizzo dello zoom ibrido a 5x e del grandangolo, dato che in questi casi le immagini sono davvero troppo scarse a livello qualitativo.
Con il sensore frontale da 16 mega-pixel ed apertura f/2.0, invece, otteniamo foto di buona qualità. Secondo il mio modesto parere, però, queste non si discostano molto da quelle scattate con il primo modello. Viene mantenuta, infatti, una buona calibrazione della luce ed il soggetto in primo piano non risulta mai troppo sovraesposto. Anche in merito all’effetto bokeh, dunque, si comporta molto bene. Consiglio, comunque, di mantenere l’HDR automatico sempre attivo, così che tale strumento possa gestire meglio la qualità dell’immagine in situazioni più delicate.
Video
OPPO Reno 2 è riuscito a mostrare un enorme upgrade rispetto alla passata edizione in merito alla qualità video. Su tale device, infatti, viene resa disponibile anche la modalità Ultra Steady, che sfrutta la stabilizzazione OIS e EIS, andando ad utilizzare proprio il sensore principale da 48 mega-pixel. Con tale modalità attiva si riescono ad ottenere, dunque, video davvero molto stabili e quasi privi di imperfezioni, soprattutto nelle ore diurne. In ogni caso, comunque, potrete girare filmati in 1080p a 60fps o 4K a 30fps.
Effettuando diversi passaggi fra le varie camere non si avverte nessun particolare disturbo. Tutte le transizioni sono abbastanza immediate e fluide, sebbene talvolta sia possibile notare qualche piccolo scatto di troppo. Non avrete nessun problema, però, con la messa a fuoco o la stabilizzazione, anche sfruttando ottiche differenti. Solo in notturna ho notato qualche problema in più in tal senso, con il sensore principale che non sempre ha azzeccatto il soggetto da mettere a fuoco. Ricordiamo, comunque, che con la grandangolare non è possibile girare in 4K.
Audio & Connettività
Avendo a disposizione un unico speaker inferiore, la qualità dell’audio non è eccezionale. Tutte le frequenze basse vengono completamente annullate ed il suono, dunque, risulta poco corposo. Al massimo volume si riesce, poi, a restare tranquillamente vicini allo smartphone, in quanto la potenza non è così dirompente. Ovviamente la qualità generale migliora in cuffia, anche se quelle presenti in dotazione non sono proprio come ci si sarebbe potuti aspettare. Anche loro, infatti, restituiscono un suono piuttosto piatto.
Durante le chiamate, invece, la situazione migliora drasticamente. Con la capsula auricolare, infatti, si riesce ad interloquire bene senza alcun disturbo o problema.
Dal punto di vista della connettività su OPPO Reno 2 troviamo un modulo Wi-Fi 802.11 a/b/g/n/ac a doppia frequenza, coadiuvato dal supporto in esterna alla rete LTE con banda 20 inclusa e al 4G VoLTE. Con entrambi i moduli, dunque, non ho avvertito nessun problema di connessione. Sono riuscito a navigare in tutta la casa con il Wi-Fi, anche nei punti meno coperti. In esterna, poi, ho potuto sfruttare quasi sempre la rete 4G+, salvo in alcuni locali meno esposti. Per il resto, poi, troviamo il Bluetooth 5.0, l’NFC, ed il GPS/A-GPS/Beidou/Glonass/GALILEO che mi ha garantito sempre una navigazione satellitare precisa, senza alcun intoppo.
Autonomia
Sotto la scocca di questo device risiede una batteria da 4.000 mAh. Con tale unità, dunque, sono riuscito a raggiungere 4 ore di schermo attivo su una base di 12 ore di utilizzo, con ancora il 48% di batteria residua. Non faticherete, dunque, a raggiungere le 6 ore di schermo acceso nell’arco di un’intera giornata. Se messo sotto stress, infatti, OPPO Reno 2 consuma davvero poco, soprattutto in standby. Non raggiungendo, poi, temperature elevate durante l’esercizio di tutte le attività, preserva maggiormente la propria batteria.
Nel caso in cui, comunque, doveste essere a corto di autonomia, tale device impiega solo 1 ora e 15 minuti a ricaricarsi dal 10 al 100%. Tutto questo è possibile, però, grazie all’alimentatore presente in confezione, che mostra un output da 5V/4A, e alla tecnologia VOOC 3.0 che permette di passare dallo 0 al 50% in soli 30 minuti.
Prezzo & Conclusioni
Questo OPPO Reno 2 viene venduto su tutti i maggiori store online al prezzo di listino di 499 euro. Si tratta, dunque, di una cifra che, commisurata alle performance del prodotto, ritengo più che valida. Se le richieste economiche, però, dovessero raggiungere nel breve termine la soglia dei 450 euro, allora sarebbe davvero perfetto. Tale dispositivo, infatti, consente anche ai meno esperti di poter scattare fotografie degne di nota, sfruttando tutta la tecnologia che l’azienda mette a disposizione in tale comparto. Anche in ambito video, potreste quasi lasciare a casa la vostra macchina fotografica e riprendere le vostre imprese solo con l’utilizzo di tale strumento, sebbene di sera la qualità sia comunque peggiore.
Consiglio, quindi, l’acquisto di questo device a chiunque ne fosse interessato e, soprattutto, a tutti coloro che sono alla ricerca di un prodotto affidabile e dal profilo estetico accattivante. Non si tratterà certo di un top di gamma ma, nell’utilizzo quotidiano, non si avverte tutta questa grande differenza.