Che Xiaomi sia un brand sulla cresta dell’onda è ormai sotto gli occhi di tutti. Ed il suo essere presente in moltissime branchie del mondo tech sicuramente consolida questo aspetto. Un settore in voga ultimamente è quello videoludico, e non c’è voluto molto prima che l’azienda proponesse il suo primo smartphone da gaming. Stiamo parlando dello Xiaomi Black Shark, un dispositivo prodotto dalla neonata Black Shark e sul quale Xiaomi ha investito: scopritelo nella nostra recensione.

Recensione Xiaomi Black Shark

Unboxing

All’interno della confezione troviamo la seguente dotazione:

  • Xiaomi Black Shark;
  • bumper in plastica;
  • pellicola protettiva;
  • caricatore asiatico Quick Charge 3.0;
  • cavo USB / USB Type-C;
  • adattatore mini-jack / USB Type-C;
  • spilletta per lo slot SIM;
  • manualistica.

Design e costruzione

Definire lo Xiaomi Black Shark uno smartphone atipico sarebbe forse un eufemismo. In un mondo sempre più improntato all’utilizzo di materiali “nobili” e forme sinuose, lo Xiaomi Black Shark sfoggia un look stravagante. Se frontalmente non ci sono grosse sorprese, non si può non rimanere colpiti dal retro dello smartphone.

Il metallo è stato utilizzato per ricreare delle intricate forme geometriche, fra scanalature, texture triangolari mutevoli, tagli ed inserti in vetro. Tuttavia, è uno di quegli smartphone che non può essere pienamente capito se non impugnandolo ed osservandolo da vicino. Certo è che l’estetica palesemente da gaming punta ad un target ben specifico.

Ciliegina sulla torta è il LED posteriore, il quale pulsa all’accensione, in caso di chiamate vocali e… basta. Tecnicamente anche in caso di notifiche, ma con i social “occidentali” non si è verificato. A compensare c’è comunque il classico LED di notifica posto anteriormente.

Certo è che le dimensioni di 161.62 x 75.4 x 9.25 mm per un peso di 190 g non lo rendono esattamente un telefono compatto, facendosi sentire in mano. Inoltre è abbastanza scivoloso, vuoi per il metallo utilizzato, vuoi per le forme arrotondate ai lati. Fortunatamente il form factor in 18:9 lo rende più slanciato in verticale e quindi il giusto facile da impugnare.

Nella parte frontale troviamo il lettore d’impronte a sfioramento, dallo sblocco rapido e preciso, affiancato dai due tasti capacitivi Back e Multitasking (anche invertibili), un fattore ormai assente su quasi tutti gli smartphone recenti. Facendo uno swipe laterale sul sensore ID compare una tendina laterale con il player audio. Lo sblocco può essere eseguito anche tramite l’affidabile riconoscimento facciale, il quale sblocca anche al buio, a patto di tenere una luminosità del display consona.

Display

Quando si parla di gaming, il display è una componente abbastanza importante. In questo caso abbiamo un pannello da 5.99 pollici Full HD+ (2160 x 1080 pixel), con densità di 403 PPI ed un form factor in 18:9. Non impressiona affatto la screen-to-body ratio di soltanto il 76.23%, ma per certi versi non è un aspetto così importante in questo caso. Siamo di fronte ad uno schermo con tecnologia IPS che, out of the box, può risultare deludente.

Di default, infatti, l’opzione “Screen color” è settata su “Natural Mode“, risultando in un range cromatico non così ampio ed un contrasto non entusiasmante, con colori bilanciati ma poco vividi. Vi consiglio di impostare “Cinema Mode“, in modo da far risultare maggiormente i colori. Da questo menu potete anche modificare il bilanciamento del bianco, leggermente freddo appena acceso.

Ciò che invece non si può modificare è il resto, dato che inclinando lo sguardo si vede un calo di brillantezza ed un viraggio verso tonalità più scure. Inoltre, la luminosità massima non è molto elevata ed il sensore automatico tende un po’ troppo al ribasso. Il software permette di attivare l’Ambient Display, con cui risvegliare lo schermo alla ricezione di notifiche (ma senza interazione).

Hardware e prestazioni

Se si vuole puntare al gaming non si può non offrire una configurazione al top del settore. Ecco, quindi, che il comparto hardware è guidato dallo Snapdragon 845 di Qualcomm. Il chipset, realizzato a 10 nm, integra una CPU octa-core con architettura Kryo 385 fino a 2.8 GHz. A questo sono affiancati 6 GB di RAM LPDDR4X-1866 dual channel e 64 GB di memoria interna UFS 2.1, rapida non espandibile. Ci sono anche le varianti con 8 GB di RAM e 128/256 GB di storage.

Grazie al lavoro svolto da Black Shark e Xiaomi, le prestazioni offerte dal terminale durante l’utilizzo quotidiano sono ottime. La navigazione fra i vari menu avviene in maniera molto rapida, senza alcun segno di lag. Le app vengono mantenute in memoria a dovere, senza ricaricamenti degni di nota.

Benchmark

Gaming

Per quanto si stia parlando di uno smartphone da gaming, la parte grafica è gestita dalla Adreno 630. E già qui si potrebbe storcere il naso, in quanto si tratta di un hardware che non sembra dare niente in più rispetto agli altri top di gamma attuali. Ma questo è un “problema” di tutta la categoria gaming mobile.

Un bonus del Black Shark  è lo slider dedicato con trama zigrinata. Facendolo scorrere, oltre a svuotare la RAM e limitare le notifiche, si attiva lo SHARK Space, ovvero una suite dedicata al gaming tramite la quale accedere ai giochi installati e vari menu e statistiche.

È infatti possibile vedere per quanto tempo si è giocato ai vari titoli, quanti GB si è consumato, configurare il joystick (acquistabile a parte) e poco altro. Con uno swipe sul sensore ID si fa comparire la GameDock, una tendina da cui vedere il carico di CPU e GPU, gestire parametri come Wi-Fi, notifiche, modalità Notturna ed altro ancora. Avrei gradito la possibilità di vedere dati più interessanti, come FPS, gestione di CPU e GPU e quant’altro. Ciò è compensabile utilizzando l’app GameBench.

Recensione Xiaomi Black Shark gamebench pubg

L’altro vantaggio di questo smartphone è rappresentato dal sistema di raffreddamento a liquido. Tuttavia, durante le mie sessioni di gioco, molto spesso ho avvertito come le temperature della scocca non fossero propriamente ridotte. Non che diventi bollente, per carità, ma da un dispositivo con raffreddamento a liquido dedicato mi aspetto perlomeno temperature similari ai suoi competitors anziché più elevate.

Fatte queste due considerazioni, veniamo adesso alla parte importante: le performance con i giochi. Ovviamente i test sono stati eseguiti con giochi esigenti in quanto a prestazioni, fra cui PUBG, Real Racing 3, Asphalt 8 e GTA: San Andreas. Come potete vedere nei seguenti benchmark, impostando dettagli massimi si ottiene un frame rame elevato, anche se non ai massimi livelli. Per esempio, lo stesso test con PUBG eseguito su OnePlus 6 si attesta sui 58 fps. Più in generale non si notano grandi migliorie in ambito gaming nei confronti dei competitors di fascia alta

Recensione Xiaomi Black Shark stress test

Software

Basato su Android 8.0 Oreo con patch di febbraio, lo Xiaomi Black Shark debutta con la “inedita” JoyUI 1.0, che altri non è che una rivisitazione ad hoc della MIUI. La prima differenza che si nota in maniera palese è l’estetica, con pre-impostato un tema Dark dagli accenti verdi, gli stessi della scocca. È possibile switchare al tema Light, tuttavia i Temi finiscono qua. Molto belli gli wallpapers: li potete scaricare da questo link.

Sono presenti poche gestures, fra cui lo slide con 3 dita per lo screenshot e tasto Power+volume Su per avviare la registrazione dello schermo. Niente double tap to wake/sleep. Ci sarebbero le Dual App, ma vanno soltanto con le app cinesi, mentre l’App Lock permette di criptare i software tramite impronta. Non ho notato bug particolari, se non che Facebook e Messenger crashano più e più volte durante la giornata (non che sia una cosa da poco, anzi).

Qualità foto / video

Sul retro dello Xiaomi Black Shark trova posto una dual camera formata da sensori Sony IMX486 e Sony IMX376 da 12+20 mega-pixel, con apertura f/1.75-1.75, dimensioni di 1/2.9″-2.78″ e pixel da 1.25/1.0 μm. Lato software è stata ripresa l’interfaccia della MIUI, ma ci sono delle mancanze rispetto agli ultimi modello Xiaomi, come per esempio l’assenza del Portrait per la selfie camera.

Che il Black Shark non ha grandi velleità fotografiche non è difficile da capire. Ed infatti ciò si rispecchia nelle foto ottenute, sì discrete ma non più di quelle che si potrebbero ottenere con un buon mid-range 2018. Il range dinamico dei colori non è molto ampio: basterà non avere la luce a favore per ottenere foto piuttosto piatte e neutre.

LINK SAMPLE DIMENSIONI ORIGINALI

Si nota, poi, come il contrasto sia superiore al necessario in alcune circostanze. Ed anche sfruttando l’Auto HDR non si ottengono grandi benefici, con un effetto non molto reale ed una tendenza alle tonalità fredde. Ci sono poi problemi di sovraesposizione in pieno giorno ed anche la messa a fuoco ogni tanto fa cilecca. Buoni, invece, gli scatti in modalità Portrait, con un effetto di scontornamento azzeccato.

Frontalmente la fotocamera ha un singolo sensore Sony IMX376 da 20 mega-pixel con apertura f/2.2 e gode del flash LED. Seppur i pixel non manchino, le foto non risaltano in quanto a dettagli, così come nell’esposizione non molto ben calibrata.

I filmati possono essere registrati in 4K/Full HD30 fps, mentre non c’è modo di registrare a 60 fps, nemmeno con Open Camera. Al di là di ciò, la qualità delle clip lascia piuttosto a desiderare per un top di gamma: la stabilizzazione è pressoché inesistente (anche attivandola dalle impostazioni) e ci sono evidenti problemi di messa a fuoco, soprattutto quando si passa da un soggetto vicino ad uno lontano.

Connettività e audio

Per quanto sia assente la banda 20, lo Xiaomi Black Shark si è dimostrato piuttosto valido in quanto a connettività. Ricezione e velocità di connessione non sono mai stati un problema, così come per la qualità audio delle chiamate. Ciò è probabilmente da imputare anche al design ad X delle antenne, con una disposizione delle stesse che impedisce eventuali interferenze. Abbiamo poi Wi-Fi ac Dual Band, così come Bluetooth 5.0 con aptX HD. La navigazione tramite GPS/A-GPS/GLONASS/BeiDou si è dimostrata valida, mentre sono assenti NFC e Radio FM.

Uno dei comparti che mi ha maggiormente sorpreso di questo smartphone è la qualità audio. Innanzitutto abbiamo un doppio speaker, tramite cassa inferiore e capsula auricolare. Non siamo ai livelli del Razer Phone, ma la pressione sonora è considerevole, oltre che azzeccata in fase di gaming. Purtroppo è assente l’ingresso mini-jack, ma fortunatamente l’audio via USB Type-C è molto buono, sia come volume che come qualità delle frequenze riprodotte.

Recensione Xiaomi Black Shark speed test

Autonomia

Per concludere, all’interno dello Xiaomi Black Shark troviamo una batteria piuttosto capiente (ma giusta, viste le dimensioni) da 4000 mAh. Questa unità permette di ottenere un’autonomia soddisfacente, portandoci a sera con circa 5/6 ore di schermo attivo.

Anche a fronte di sessioni di gioco non indifferenti: dopo circa 30 minuti di PUBG la batteria cala del -11%, garantendo così diverse ore di gioco con una sola carica. A tal proposito, il supporto Quick Charge 3.0 permette una ricarica completa in circa 90 minuti.

Conclusioni e prezzo

Lo Xiaomi Black Shark può essere considerato a tutti gli effetti la rappresentazione di quella che è la categoria degli smartphone da gaming allo stato attuale: tanto fumo e poco arrosto. Per carità, l’estetica la trovo particolarmente azzeccata e personalmente la apprezzo, così come apprezzo molto il comparto audio e l’autonomia. Tuttavia, cos’ha di “gaming” effettivamente questo dispositivo? Lato software ci sono sì delle ottimizzazioni, ma nulla che faccia gridare al miracolo. Così come per quanto riguarda le prestazioni hardware, non propriamente al top nella fascia alta.

Xiaomi Black Shark
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