LeEco CDLA e audio via USB Type-C: facciamo chiarezza

leeco cdla

Se conoscete la storia di LeEco (in alternativa qua ve ne parliamo), allora saprete anche che uno dei punti di forza dei terminali della società è il comparto multimediale. Se si parla di smartphone, un importante passo fatto in questo senso è stato compiuto durante il 2016 con il lancio dei Le 2, Le 2 Pro e Le Max 2. Infatti, abbiamo assistito all’abbandono del canonico ingresso mini-jack da 3.5 mm in favore del più moderno USB Type-C, con tutti i pro ed i contro del caso. Oltre a ciò, LeEco ha arricchito il tutto introducendo la tecnologia proprietaria CDLA.

Tuttavia, in più di un’occasione mi è capitato di leggere in giro per il web alcune imprecisioni in merito a questo standard audio, visto anche che la stessa LeEco non ha mai chiarito a dovere questo aspetto. Perciò, oggi sono qua per cercare di fare maggiore chiarezza sull’argomento.

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LeEco CDLA audio

LeEco CDLA: cos’è, come funziona e come sfruttarlo

Innanzitutto, l’acronimo “CDLA” sta per “Continous Digital Lossless Audio“. Si tratta di uno standard proprietario di LeEco che, come recita il nome, si basa su una forma d’audio digitale rispetto a quella analogica erogata dagli ingressi da 3.5 mm.

Per chi non fosse pratico di queste terminologie, cercherò di essere sintetico sulle differenze fra analogico e digitale a livello audio. Un segnale sonoro analogico può essere rappresentato sotto forma di onda sinusoidale formata da n punti potenzialmente infiniti. Un segnale digitale, invece, è una rappresentazione approssimata di questa sinusoide, con una determinata precisione a seconda della compressione utilizzata, che sia FLAC, WAV, MP3 ecc.

Ed è qua che entra in gioco il DAC dello smartphone, ovvero il “Digital to Analog Converter“, un chip integrato all’interno del SoC il cui compito è quello di ricevere un segnale digitale e convertirlo in analogico. Quando andiamo ad ascoltare una traccia audio sul nostro smartphone, questo file viene inviato al DAC, in modo da essere rielaborato da digitale ad analogico ed essere veicolato tramite speakerauricolari.

audio analogico digitale

Ascoltare musica tramite USB Type-C: quali sono i pro ed i contro?

Partiamo subito col dire una cosa che probabilmente non piacerà a molti: lo standard CDLA è compatibile e quindi sfruttabile soltanto tramite le apposite cuffie LeEco che, tra l’altro, non sono nemmeno tanto reperibili. Se foste interessati, le potete comunque trovare su Aliexpress a circa 14/15 euro.

Ma da cosa nasce il voler utilizzare il supporto audio via USB Type-C piuttosto che affidarsi al classico ingresso mini-jack? Qua ritorniamo al discorso sul DAC, una componente situata all’interno dello smartphone e che, di conseguenza, risente sia delle interferenze elettromagnetiche provocate dalla restante componentistica interna che di una ulteriore degradazione del segnale analogico in quanto, nel percorso dal SoC all’ingresso mini-jack, può essere soggetto ad ulteriori interferenze e di conseguenza rumore audio ed una peggior stereofonia.

Nel caso della trasmissione via USB Type-C, stiamo invece andando a trasmettere dal SoC alla porta USB un segnale digitale che, al contrario di quello analogico, non è pressoché soggetto ad interferenze di questa natura. Tuttavia, ciò implica che il DAC sia spostato dallo smartphone nelle cuffie (così come accade per i succitati auricolari LeEco). Come potete vedere nell’immagine sottostante, il connettore USB delle cuffie è abbastanza pronunciato come dimensioni, proprio per via della presenza interna del DAC.

leeco cdla cuffie

Parlando dei vantaggi di questa opzione, innanzitutto il produttore gode di costi di produzione inferiori per gli smartphone, che potrebbero (eventualmente) riflettersi anche sui costi per l’utenza, oltre ad un maggior spazio da sfruttare all’interno del telefono, visto che il DAC è situato nelle cuffie.

Dal punto di vista audio, come già detto, le interferenze sul DAC ed il cavo interno calano decisamente ed il segnale analogico ha una minore distanza da percorrere, chiaramente a seconda di dove è posizionato il DAC: più vicino è ai padiglioni delle cuffie meglio è. In teoria, inoltre, il fatto di avere a disposizione un segnale digitale lungo il cavo delle cuffie permetterebbe di utilizzare features avanzate sul controller inline (ad esempio l’EQ), controllabili anche da app via smartphone, per non parlare della possibile integrazione della cancellazione del rumore. Per finire, avere un DAC nelle cuffie permette di beneficiare di tale caratteristica su più dispositivi, a patto che questi integrino il supporto adeguato.

Ovviamente abbiamo anche dei contro, principalmente per il maggior costo delle cuffie, visto che il DAC è una componente non proprio economica. Per non parlare del rischio che i produttori non si concentrino sull’implementazione di DAC di qualità, aspetto già adesso spesso sottovalutato, ma che deleghino ciò alle aziende manifatturiere di cuffie. E sì, ascoltare musica via USB implica l’impossibilità di ricaricare il dispositivo contemporaneamente, a meno di non affidarsi ad un adattatore.

Concludiamo con l’ultimo fattore negativo, ovvero il maggior consumo della batteria, anche se questa è una circostanza che avviene su ogni dispositivo che utilizzi un DAC, aldilà che l’audio sia convogliato tramite Type-C piuttosto che la porta da 3.5 mm. Ciò è dovuto alla maggior potenza del segnale trasmesso che non subisce quasi nessuna variazione in fatto di decibel rispetto al segnale di partenza. Qua sotto trovate un grafico esemplificativo:

audio digitale analogico

In conclusione, personalmente non siamo ancora convinti di quanto possa essere conveniente abbandonare l’utilizzo delle cuffie mini-jack per passare a quelle USB Type-C, soprattutto in un mondo come quello degli smartphone dove le sorgenti audio spesso e volentieri non raggiungono nemmeno i 320 kbps.

Per non parlare del fatto che alla maggior parte dell’utenza non interesserebbe sacrificare la possibilità di ricaricare il dispositivo durante l’ascolto di musica e/o video in cambio di un upgrade nella qualità audio che, magari, alle loro orecchie non sarebbe nemmeno più di tanto tangibile. E voi? Quale opzione preferite? Fatecelo sapere nei commenti spiegandoci il perché.

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