L’Amazfit Pace, versione in vendita sul mercato americano dell’Huami Watch, lanciato in Cina dal tanto prolifico sito di crowdfunding di Xiaomi, è prodotto da Huami/Amazfit, l’azienda che ha curato la produzione delle Mi Band del colosso cinese tanto amato anche in Italia.
Proprio per questo motivo, l’attenzione su questo smartwatch è stata subito molto alta e, dal momento in cui è stato reso disponibile sugli store internazionali ad un prezzo abbordabile (e ufficialmente su Amazon US) si è prontamente sviluppata un’agguerrita community di modder e appassionati che sta costantemente lavorando su implementazioni e migliorie non pensate dall’azienda. Tutto questo, però, potrebbe essere stato messo a serio rischio dalla nuova politica di Huami che ha bloccato il bootloader nelle ultime versioni firmware.
In tutto questo, le domande sono tante: l’Amazfit Pace sarà in grado di competere con gli smartwatch “occidentali”, pur senza montare Android Wear o sarà una semplice fit-band potenziata? Huami/Amazfit rappresenterà una garanzia o si perderà nel marasma dei tanti smartwatch incompleti cinesi? Scopriamolo insieme nella nostra recensione.
Amazfit Pace: smartwatch bello, promettente ma con un futuro incerto | RECENSIONE
Amazfit Pace – Box di vendita
Come già detto, la versione in nostro possesso è quella americana e, come c’era da aspettarselo, il box di vendita non presenta nessuna scritta in cinese, mostrando chiaramente di essere pensata per il mercato anglofono.
Già dalla confezione, poi, ci rendiamo conto di trovarci di fronte ad un prodotto non realizzato da (o per) Xiaomi, in quanto piuttosto che un box di cartone bianco o grezzo, lo smartwatch è riposto in una più “stilosa” custodia nera con il coperchio frontale in plastica trasparente e con l’Amazfit Pace a vista.
Internamente troviamo:
- L’Amazfit Pace con il suo cinturino in gomma;
- la basetta per la ricarica ad incastro con 4 PIN magnetici;
- un cavo USB-micro USB piatto in gomma morbida piacevole al tatto;
- la manualistica in inglese.
Amazfit Pace – Design e materiali
L’Amazfit Pace vero e proprio, riprendendo la smartband dell’azienda, presenta una cassa superiormente realizzata in ceramica nera, davvero molto elegante e resistente ai graffi (un po’meno agli urti), con un diametro di 45 mm per uno spessore di 12,7 mm e un peso di 54,5 grammi. Inferiormente, però, la restante parte della cassa è realizzata in policarbonato, tranne che per gli innesti del cinturino e l’unico pulsante fisico (apparentemente in ceramica anche questi). Il display circolare è protetto da un vetro (non zaffiro) ed è interrotto nella parte inferiore da uno spazio nel quale è alloggiato il sensore di luminosità. Questa configurazione è impreziosita da una certificazione IP67.
Sul lato destro troviamo, in alto, l’unico pulsante fisico mentre sul lato sinistro è presente un foro, il quale nasconde un microfono che, però, non trova (ancora) nessuna applicazione pratica, facendo intuire possibili implementazioni future. Posteriormente, infine, oltre ai PIN per la ricarica, troviamo il sensore per la lettura del battito cardiaco a luce pulsante.
Il cinturino da 22 mm (nel nostro caso in colorazione rossa ma è acquistabile anche in nero), poi, è realizzato in gomma morbida, un materiale davvero molto piacevole al tatto e che, dopo breve tempo, farà dimenticare anche di avere al polso questo smartwatch, nonostante non sia propriamente piccolo. La fibbia di chiusura, infine, presenta la stessa finitura della parte ceramica, pur essendo probabilmente in metallo. Proprio dal cinturino si manifesta la natura orientata allo sport del device.
Devo ammettere che, vedendo esclusivamente le fotografie, mi sarei aspettato qualcosa di più “pacchiano” mentre, dal vivo, ci si accorge dell’eleganza insita nell’Amazfit Pace, che non stona mai e, magari con un cinturino meno vistoso, può essere indossato anche in contesti eleganti.
Amazfit Pace – Display
Uno dei particolari più peculiari di questo smartwatch è proprio nel suo display, da 1,34 pollici con risoluzione di 320 x 300 pixel e dalla tecnologia LCD Always-on transflettiva. Questo schermo permette una grande autonomia e un’ottima visibilità sotto la luce diretta del sole.
Paradossalmente, però, se al buio completo sarà possibile attivare la flebile retroilluminazione per poter godere comunque di un’ottima visibilità, proprio nelle condizioni di luce intermedie la fruibilità risulterà essere molto compromessa.
Il touchscreen è reattivo, anche se non si sblocca sempre agevolmente con un doppio tocco, che deve essere sempre deciso, facendo preferire a volte lo sblocco tramite pulsante fisico.
Amazfit Pace – Hardware, Connettività e Autonomia
A muovere questo smartwatch è un processore dual core da 1.2 GHz, coadiuvato da 512 MB di RAM e 4 GB di memoria interna, utili principalmente per caricare musica e watchfaces ma, per i più addentro, anche per l’installazione di firmware alternativi e apk di terze parti.
La connettività è garantita dal Bluetooth 4.0, grazie al quale sarà possibile non solo connettersi con lo smartphone ma anche abbinare delle cuffie per poter ascoltare musica durante l’attività sportiva, anche senza portarsi dietro il telefono. Presente anche il Wi-Fi, il GPS con funzioni di altimetro, e il lettore del battito cardiaco. Bisogna segnalare che, nel mio caso e dopo 3 settimane di utilizzo, non ho riscontrato alcun problema di connettività ma sono in molti a segnalare problemi al Bluetooth.
Come dicevamo, infine, è presente anche un microfono, attualmente inutilizzato e che fa sperare in future implementazioni.
La batteria da 280 mAh, in combinazione con la tecnologia transflettiva dello schermo, è in grado di garantire un’autonomia decisamente maggiore rispetto ad altri smartwatch, sempre considerando l’uso che se ne farà. Con un uso medio, infatti, sarà possibile utilizzarlo per circa 3-4 giorni.
In caso di attività particolarmente energivore, con GPS attivo, lettura del battito cardiaco continua e tante notifiche (l’ho testato durante una lunga sessione di trekking), l’autonomia si riduce drasticamente, anche a meno di una giornata.
Amazfit Pace – Firmware
L’unica differenza presente tra la versione americana (in nostro possesso) e quella cinese, risiede proprio nel firmware del dispositivo. La prima differenza riscontrabile è, naturalmente, nella lingua di sistema che nella versione americana è nativamente in inglese mentre, sul firmware cinese, necessita dell’uso di alcuni comandi ADB per essere selezionata. D’altro canto, però, in pura tradizione Xiaomi, il firmware orientale si aggiorna con cadenza settimanale (almeno nella versione developer), mentre quello americano è più lento nel ricevere nuove versioni con migliorie e implementazioni.
Il firmware cinese presenta, inoltre, delle voci del menù inutilizzabili in suolo europeo, come Alipay, la radio Ximalaya FM e la possibilità di selezionare la radio WatercressFM dall’applicazione Musica. Almeno nei primi due casi, però, questi menù possono essere disattivati dall’app companion da installare sul proprio telefono.
Venendo, comunque, alle funzioni base presenti, troviamo la possibilità di scorrere attraverso diversi menù agendo con swipe laterali, verso l’alto e verso il basso. Le pagine principali si scorrono verso destra e verso sinistra, come se ci trovassimo su un normale telefono Android (il firmware presente, infatti, non è altro che una forte personalizzazione di Android stesso). La home è rappresentata dalla watchface, modificabile con una pressione prolungata selezionando le altre disponibili o copiandone di nuove nella memoria interna dell’Amazfit Pace.
Dalla Home, con uno swipe verso destra, si raggiunge la pagina delle attività sportive nella quale si potrà selezionare il tipo di allenamento da iniziare, visualizzare le attività passate, selezionare le impostazioni generali degli allenamenti e verificare gli obiettivi raggiunti.
Tornando alla Home e facendo swipe verso sinistra troviamo, di seguito, il centro di controllo dei passi, del battito cardiaco, il player musicale, le sveglie, le previsioni meteo settimanali, il pannello della bussola/coordinate GPS/altitudine/barometro, il cronometro, il monitor del sonno, il gestore di piani di allenamento e, nella versione cinese, Alipay e Xiamalaya FM. La disposizione dei menù può essere modificata dall’app companion. Ogni menù presenta, poi, dei sotto-menù e differenti possibilità di interazione.
Comparandolo con una Mi Band 2, la lettura del battito cardiaco è apparsa in linea con i risultati dell’altro device (bisogna sempre tener presente che non si tratta di device per uso medico), mentre per quanto concerne il conta passi, si vede che l’azienda è ancora al lavoro sul proprio algoritmo di calcolo, in quanto, nel corso del tempo e con diversi aggiornamenti, ho avuto risultati discordanti. In un primo tempo calcolando un 10% di passi in meno rispetto alla Mi Band e, con gli ultimi aggiornamenti, riallineandosi a questa ma leggermente al rialzo. Fastidioso il fatto che i passi non vengano visualizzati in tempo reale ma con un refresh che appare quasi casuale. Insomma, un punto sul quale Amazfit dovrà lavorare. Discorso analogo con il GPS, attivo solo durante le sessioni di allenamento e quando si usa la bussola, piuttosto che sulla comprensibile difficoltà di lavoro in ambienti chiusi, l’azienda dovrà lavorare alla precisione.
Andando ancora alla Home, con uno swipe verso il basso, si accederà al pannello di controllo, con i toggle per la modalità aereo, la modalità silenziosa, le impostazioni sull’illuminazione e il pannello delle impostazioni generali. Inoltre, qui, sarà possibile visualizzare il meteo, la carica della batteria e il collegamento con il proprio smartphone.
Sempre dalla Home, con uno swipe verso l’alto, si accede alle notifiche non lette. In questo ambito, è da segnalare il fatto che non è possibile in alcun modo rispondere alle notifiche ricevute e, nel caso si riceva più di un messaggio dallo stesso contatto, verrà solo visualizzato il numero di messaggi ricevuti, non potendo in alcun modo visualizzarne il contenuto.
Anche se apparentemente le modalità di controllo possono sembrare tante, con poca pratica il tutto risulterà parecchio intuitivo.
Amazfit Pace – Firmware pt.2 – il modding
A questo punto è doveroso aprire una piccola parentesi sul modding. Nel corso della prova dell’Amazfit Pace ho avuto modo di provare entrambi i firmware ufficiali, liberamente installabili con semplici comandi via ADB, almeno fino alla versione 1.2.13 cinese e 1.3.2b americana, momento in cui Amazfit/Huami ha deciso di bloccare il bootloader.
Nel frattempo la community, sia italiana (grazie al lavoro di Nicola Sagliano) che internazionale (su XDA con Neuer_User), aveva cominciato lo sviluppo di traduzioni da installare sui firmware ufficiali o addirittura di custom ROM. Ho provato, fino a quando è stato possibile, la traduzione pura di Nicola Sagliano, ottimamente eseguita e facilmente installabile grazie alle sue guide.
Proprio per colpa del blocco del bootloader, però, ora non è più possibile installarla e l’unica soluzione, attualmente, per rimanere aggiornati senza bloccarlo e con traduzione italiana, è installare la custom ROM PACEfied, basata sul firmware developer cinese e che si avvale, per la traduzione italiana, del lavoro di Nicola Sagliano stesso, che però non è completa al 100% (diciamo al 95%) al contrario di quella da installare direttamente sulle ROM originarie.
Attualmente, dunque, c’è una grande incertezza sul futuro dello sviluppo di terze parti su questo dispositivo, in quanto non è chiaro quando e se qualcuno riuscirà a sbloccare il bootloader e, secondo le ultime notizie, la PACEfied continuerà ad essere rilasciata su base cinese mentre Nicola Sagliano proverà a realizzare una custom ROM completamente italiana.
Attualmente, le unità vendute negli store internazionali presentano ancora un firmware precedente a quello bloccato ma è probabile che, appena verranno esaurite le scorte più “vecchie”, cominceranno ad essere commercializzati già bloccati e con l’impossibilità di installare alcuna custom ROM o passare dal firmware cinese a quello americano.
Un vero peccato. Si spera, quindi, che si arrivi presto ad un punto di svolta, anche perché iniziavano ad essere rilasciate anche applicazioni di terze parti utilizzabili sullo smartwatch.
Amazfit Pace – App Companion
Anche nell’uso con l’app companion, il discorso può essere diviso tra la versione cinese e quella americana, con l’ulteriore complicazione portata dal fatto che sarà possibile utilizzare entrambe le versioni dell’app a prescindere da quale firmware si monti sull’Amazfit Pace.
La soluzione più naturale, nel mio caso, è quella di scaricare direttamente dal Play Store (esiste anche una versione per iOS che, però, non ho potuto testare) l’applicazione Amazfit Watch, completamente in lingua inglese, che permette il controllo dei parametri principali, la gestione delle notifiche, il setting delle unità di misura, la scelta delle watch faces e così via. La sincronizzazione delle attività, nella versione Americana, è possibile con l’applicazione di fitness Strava.
Qualunque attività, che sia il monitoraggio del sonno o di una corsa, non sarà visualizzabile dall’applicazione Amazfit Watch, anche se la cosa potrebbe cambiare nel prossimo futuro, anche perché nell’applicazione cinese questo è stato implementato da pochissimo tempo.
Venendo, invece, proprio alla versione cinese dell’applicazione (utilizzabile anche in inglese), questa permette la sincronizzazione con l’app Mi Fit di Xiaomi, molto più completa ed intuitiva, soprattutto per gli utenti delle smartband di casa Xiaomi. Esiste, poi, la possibilità di sincronizzare anche con un’altra applicazione, Midong, chiaramente non adatta al mercato occidentale.
Anche in questo ambito ci viene incontro il modding, con la possibilità di garantire la sincronizzazione con Strava e Mi Fit contemporaneamente. Resta, quindi, da capire come si muoverà l’azienda nelle prossime implementazioni e da registrare che, al momento, anche questo aspetto risulta essere poco intuitivo per i non amanti dello “smanettamento”.
Amazfit Pace – Conclusioni e prezzo
Difficile consigliare a tutti questo smartwatch. Da una parte, per chi mastica l’inglese e desideri avere un uso “basico“, magari accontentandosi della sincronizzazione dei dati con Strava, può essere considerato un’ottima alternativa a buon prezzo e con un design sicuramente unico e interessante.
Dall’altra, però, solo chi è minimamente pratico di modding, chi è disposto a “rischiare” in un momento di confusione generato dal blocco del bootloader e chi non ha timore di dover cercare in rete il modo di risolvere alcuni problemi potrà godere appieno delle (attuali) potenzialità dell’Amazfit Pace. Nella speranza, comunque, che ci siano anche implementazioni future, cosa non impossibile date le caratteristiche hardware, anche non utilizzate (vedi ad esempio il microfono).
L’Amazfit Pace è acquistabile su GearBest nella versione inglese a 109,44 euro con possibilità di spedizione Priority Line, veloce e senza dogana, per ulteriori 2,73 euro.
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