Dopo aver atteso diversi mesi con continui rumors, indiscrezioni e foto leaked, finalmente Xiaomi ha annunciato lo scorso 27 luglio i suoi primi laptop, ovvero lo Xiaomi Mi Notebook Air 12.5 ed il 13.3, versioni che si differenziano nella diagonale del display, nelle specifiche tecniche ed infine nel prezzo.
Nella recensione di oggi andremo a provare la variante più economica e dunque la più piccola, ovvero lo Xiaomi Mi Notebook Air 12.5, un ultrabook che per peso, dimensioni e caratteristiche tecniche si pone in diretta competizione alle soluzioni ultra-portatili di tante altre aziende del settore, fra cui il nuovo MacBook 12, il Dell XPS 12 ed anche alcune soluzioni di Asus appartenenti alla famiglia Zenbook.
Il punto in comune delle diverse soluzioni è la stessa famiglia di processori Core M, 4/8 GB di RAM, memorie SSD e soprattutto un peso contenuto prossimo al kilogrammo, oltre all’elevata autonomia garantita.
Come si comporterà il primo ultrabook di Xiaomi? Scopriamolo insieme nella recensione completa.
Lo Xiaomi Mi Notebook Air 12.5 è acquistabile su GearBest ad un prezzo di 542 euro con spedizione dalla Cina.
Temperature ed autonomia
Giungiamo dunque ad uno dei paragrafi più interessanti, ovvero quello relativo all’autonomia ed alle temperature del device. Uno degli aspetti che mi ha colpito è proprio la gestione termica del device che, nonostante l’assenza di ventole, riesce a smaltire abbastanza bene il calore generato dalla soluzione Intel Core m3 installata.
Smontando il dispositivo, si notano subito le due heatpipe di raffreddamento che distribuiscono il calore lungo la parte posteriore della scocca metallica. Bene, questa soluzione, abbinata alla gestione delle frequenze di Turbo Boost in relazione al TDP, riesce a garantire temperature “contenute” anche con carichi impegnativi e duraturi. Difficilmente, infatti, sono arrivato a superare i 70° C sui due core, mentre con uso quotidiano di medio carico i valori si mantengono tra i 40/45° C.
Passando alle misurazioni sulla scocca, la parte della tastiera si mantiene su valori prossimi ai 30° con usi di basso/medio carico, mentre arriva fino ai 37° C sotto sforzo, proprio nel punto centrale.
La parte posteriore, invece, sotto stress raggiunge i 35/36°, un valore che da fastidio solo se usate il notebook sulle vostre ginocchia per un lungo periodo di tempo.
Da segnalare anche che durante la ricarica il device tende a scaldarsi parecchio, raggiungendo temperature in prossimità del poggia-polsi di circa 34° C, un valore un po’ fastidioso vista la posizione.
Insomma, la gestione termica sembra funzionare bene, le temperature non sono alte e ben lontane dal TjMax di 100° C. Anche la scocca non si scalda troppo, con buoni valori ottenuti. Il calore si sente, ma non è mai eccessivo. Risulta invece più fastidioso utilizzarlo durante la ricarica, in quanto in queste condizioni è proprio l’area del poggia polsi a scaldarsi significativamente. Le temperature, inoltre, non hanno mai limitato le prestazioni, che invece vengono limitate sotto lunghi carichi dalla gestione energetica del processore, che cerca dunque di mantenere i consumi allineati al TDP di 4.5 Watt.
Autonomia
Xiaomi dichiara un’autonomia fino a 9.5 ore grazie alla batteria installata da ben 37 Wh, valore che però non trova conferma nell’utility Battery Bar, la quale riporta un valore più consono ai 29 Wh, forse a causa di un errore del software.
Senza perdersi in troppe chiacchiere, con un uso leggero, ovvero navigazione web, editing di documenti e lettura di PDF, il notebook mi ha portato abbastanza tranquillamente quasi a 7 ore di utilizzo continuato con una luminosità prossima al 50%, un valore davvero molto buono, allineato ai concorrenti o di poco inferiore. Riducendo, invece, la luminosità al minimo, spegnendo Bluetooth e Wi-Fi ed utilizzando il PC solo per la lettura di PDF e documenti, sono riuscito ad arrivare a poco più di 9.5 ore di autonomia, un valore sicuramente valido per il tipo di utilizzo.
In riproduzione video, l’autonomia si attesta a poco meno di 6 ore, sempre con luminosità impostata al 50%, mentre andando a stressare il notebook l’autonomia cala ancor di più.
Utilizzando programmi di video editing, sotto massimo sforzo con tanto di rendering finale di quasi un’ora, sono riuscito ad arrivare a poco meno di 4 ore di autonomia, un valore che rimane comunque molto buono, visto che difficilmente terrete il processore impegnato al 100% per più di 1 o 2 ore. La scelta di un processore Intel Core m3, dunque, si rivela decisamente azzeccata in questo fronte.
Davvero molto rapido il caricatore in dotazione, che riesce a caricare la batteria ad un rate di circa 30/35 Wh, permettendone la ricarica completa in poco più di 1 ora e 20 minuti, e del 50%, partendo da zero, in circa 35 minuti scarsi. La ricarica avviene tramite la porta USB Type-C, ma purtroppo devo segnalarvi che provando con più di una powerbank non sono riuscito a ricaricare il device, nemmeno se munita di Quick Charge 2.0. Peccato, anche se non è da escludere l’arrivo di qualche accessorio o una nuove powerbank da parte di Xiaomi in grado di ricaricare anche il Mi Notebook Air.
Nel complesso, dunque, l’autonomia durante un utilizzo classico Office e Web si è rivelata ottima, non abbiamo tra le mani il prodotto con più autonomia in assoluto, ma sicuramente non fa brutta figura di fronte ai sui avversari con medesimo chip e celle di capacità simili o di poco superiori.