Conosciamo bene Qualcomm ed il suo Quick Charge. Forse non tutti invece hanno sentito parlare di VOOC di OPPO. Entrambe sono tecnologie di ricarica rapida.
La prima molto diffusa in occidente sta prendendo piede anche in Asia. La seconda invece è usata da quasi esclusivamente da OPPO ed ora anche da OnePlus. Infatti, il nuovo OnePlus 3 ne è fornito, l’azienda produttrice dello smartphone ha però cambiato il nome da VOOC a Dash Charge.
Qualcomm e OPPO si accordano e stipulano un contratto sulla licenza dei brevetti
Ora sembra che Qualcomm e OPPO stiano stipulando un accordo sull’utilizzo della licenza dei rispettivi brevetti. La trattativa, ancora in corso, potrebbe concludersi nell’arco di circa due settimane.
Ora che i due concorrenti del settore sembra abbiano quasi pacificamente spartito il mercato, salta fuori Meizu che “manda su tutte le furie” la compagnia americana.
Infatti Qualcomm ha fatto causa alla sopra citata azienda produttrice di smartphone cinese per aver violato dei brevetti. È pur vero che con l’evolversi del mercato dell’elettronica sono esplose le cause sulle violazioni dei brevetti, tuttavia sembra proprio che Meizu abbia usufruito di tecnologie di rete proprietarie di Qualcomm senza permesso di licenza.
Meizu viola dei brevetti Qualcomm e l’azienda americana denuncia la violazione pretendendo un risarcimento salato
L’azienda cinese avrebbe quindi dotato i suoi smartphone di tecnologie per il 3G e 4G senza il consenso del proprietario dei brevetti. La cifra richiesta dal colosso americano come risarcimento danni ammonterebbe a ben 520 milioni di dollari!
Qualcomm, leader nel settore della microelettronica, fornisce brevetti in licenza ha moltissime fra le più note aziende produttrici di smartphone. Per citarne alcune: ZTE, Huawei, Xiaomi, Haier, Lenovo.
In particolare Huawei sborsa ogni anno 300 milioni di dollari per i brevetti di diverse tecnologie in concessione.
L’analista Xian Ligang afferma che aziende di questo calibro non hanno grossi problemi a spendere certe cifre; gli introiti dovuti alla qualità e, diciamolo, anche al nome permetto ad aziende come Huawei di rientrare delle spese pagate.
La denuncia da parte di Qualcomm è stata presentata alla Corte delle Proprietà Intellettuali di Pechino.
Meizu, giocando in casa, potrebbe riuscire a sfangarla o ad ammortizzare la multa puntando sul protezionismo sfrenato della Cina. Ricordiamo che non troppo tempo fa proprio Qualcomm fu costretta a pagare una multa salatissima proprio per essere stata citata in giudizio all’antitrust cinese.
Tuttavia, molte altre compagnie cinesi sono tranquillamente propense a pagare i diritti a Qualcomm. L’azienda americana potrebbe quindi riuscire a incassare una buona cifra.
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