Gli organi di regolamentazione del mercato, spesso operano in maniera piuttosto oscura. In paesi come la Cina, a partire dai gadget fino alle automobili di lusso e a qualunque altra tipologia di prodotto di marchi famosi possono essere copiati e venduti nei negozi o in strada, non senza una giusta opposizione da parte delle aziende “originarie”.
Una buona parte delle aziende plagianti cerca tuttavia di mantenere una certa dignità anche in quest’ambito, come ad esempio i vari cloni dell’iPhone presentati con nomi quali Goophone S6, Vphone i6 o quelli di note console come la Polystation o la WiWi.
C’é tuttavia un’azienda che produce borse, la Xintong Tiandi Technology, che ha voluto spingersi troppo oltre, inziando a vendere accessori per cellulari realizzati in pelle marchiati “IPHONE”. Va da sé che Apple non se la senta di condividere uno dei marchi di maggior profitto e successo della storia con una ben poco conosciuta azienda cinese.
Tuttavia, nonostante anni di battaglie, l’azienda di Cupertino non é riuscita ad ottenere l’esclusività sul marchio iPhone e quindi la Beijing Municipal High People’s Court ha rifiutato anche di far distinzione tra “iPhone” e “IPHONE” nonostante siano nettamente confondibili tra loro. Da ciò ne esce vincitrice la Xintong che ha registrato il marchio nel 2007 ottenendone l’approvazione 3 anni dopo sotto “Classe 18: oggetti in pelle“.
Ovviamente Apple aveva già presentato l’iPhone nel 2007 ma non era ancora così famoso il brand di telefonia come lo diventò solo successivamente, nel 2009. Il giudice ha quindi concluso che “visto che il pubblico non collega il marchio alla Apple, non danneggia gli interessi di quest’ultima”.
Per i nostri canoni, questo verdetto rimane abbastanza strano ed inspiegabile nonostante Xingtong non possa marchiare altri prodotti al di fuori degli accessori in pelle come “IPHONE”.