Come sappiamo, Samsung, oltre che nel realizzare i propri dispositivi, è specializzata, soprattutto, nella realizzazione della componentistica elettronica che andrà poi all’interno di essi o di devices di aziende “rivali”, come pannelli display, memorie ROM, moduli RAM, sensori fotografici e processori.
A riguardo di questi ultimi, Samsung produce processori mobile da circa 12 anni.
Il primo realizzato fu l’S3C44B0, processore single-core utilizzato sul Mattel Juice Box, riproduttore multimediale low cost della Mattel.
Ma il primo utilizzo su smartphone avvenne nel 2010, precisamente con l’Exynos 3, processore che potevamo trovare su Samsung Galaxy S, Galaxy Tab, Wave, Droid Charge, ma anche su Google Nexus S e Meizu M9.
Ma è durante questo 2015 che Samsung ha iniziato a far parlare veramente di sè in fatto di processori, ovvero quando, incredibilmente, si è conclusa la partnership con Qualcomm, vuoi per i problemi avuti con l’implementazione dello Snapdragon 810, vuoi per rendersi ancora più indipendente nella costruzione dei propri devices, e, di conseguenza, andare a risparmiare sulla filiera di produzione.
Samsung, quindi, inizia a concentrarsi nella produzione del suo ultimo processore, l’Exynos 7420.
L’Exynos 7420 rappresenta il vero salto in avanti nella produzione di processori mobile da parte di Samsung. Il processore è formato da una coppia di quad-core affiancati: un Cortex-A57 da 2.1 GHz (per i processi più pesanti) e un Cortex-A53 da 1.5 GHz, il tutto con architettura big.LITTLE.
Mentre prima vedevamo Samsung produrre dispositivi con a bordo Snapdragon o Exynos per poi dividere la distribuzione degli uni e degli altri in paesi separati, a partire dal piĂą recente Galaxy S6 Samsung ha deciso di utilizzare esclusivamente il proprio Exynos 7420, montato successivamente anche su Galaxy S6 Edge, Note 5 e Meizu Pro 5.
Con l’Exynos 7420 Samsung non solo si è resa autonoma a livello di produzione dei processori per i propri dispositivi, ma ha anche iniziato a far parlare seriamente di sé, grazie alle prestazioni del suddetto. E l’annuncio del nuovo processore Samsung, nome in codice Mongoose, non può che creare hype, di conseguenza.
Ma cosa sappiamo per ora di questo Mongoose?
Pur non avendo ancora notizie ufficiali in merito, sappiamo sicuramente che uscirĂ durante il 2016, e che, conseguentemente, sarĂ montato sui prossimi top di gamma Samsung, come il Galaxy S7.
Ma, nel frattempo, possiamo analizzare i dati provenienti da una fonte cinese che, tramite Geekbench, ci mostra le potenzialitĂ di questo processore:
Da questi benchmark possiamo capire che Samsung Mongoose avrĂ un clock massimo di 2.3 GHz e un punteggio in performance single-core di 2294 e in multi-core di 6908.
Ecco una tabella di confronto con i precedenti processori top di gamma di Samsung (tra cui anche l’A9 presente sugli ultimi iPhone):
Innanzitutto, precisiamo che Samsung Mongoose, o Exynos 8890 (nome ipotizzato da alcuni rumor), è ancora in fase di sviluppo, quindi i punteggi non sono sicuramente quelli definitivi.
Infatti, rispetto ai benchmark precedenti, i cui punteggi erano 2136 in single-core e 7497 in multi-core, possiamo notare come Samsung si sia concentrata sull’ottimizzare la potenza in single-core, piuttosto che in multi-core.
Inoltre, in quest’ultimo benchmark possiamo vedere come siano state ottimizzate le prestazioni in modalità Power Saving, con performance praticamente equiparabili a quelle a regime standard di Exynos 7420.
Il passo in avanti è sicuramente evidente e, anche se siamo consci che i numeri da soli non contino, siamo sicuri che Samsung farà un ottimo lavoro anche con questo nuovo Mongoose.
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