Allarme occhiali smart: usandoli si può riconoscere chiunque per strada (Video)

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Sempre si più si parla degli occhiali smart, gadget che sta attirando su di sé le attenzioni anche se molto spesso non per i motivi più nobili, anzi. Lo abbiamo visto di recente nel caso Sangiuliano, quando Maria Rosaria Boccia li ha usati per filmare Montecitorio in maniera illecita. Sì, perché la componente smart gira attorno alla presenza della fotocamera, che apre a tutta una serie di scenari anche preoccupanti, come dimostra la possibilità di usarla per riconoscere le persone per strada.

Il progetto I-XRAY mostra un grosso problema di sicurezza degli occhiali smart

AnhPhu Nguyen e Caine Ardayfio, due studenti di Harvard, hanno creato il progetto I-XRAY, ideato allo scopo di far sapere al mondo quali sono le capacità e le conseguenti potenziali falle di sicurezza degli occhiali smart. Per farlo sono stati utilizzati quelli prodotti in collaborazione fra Meta e Ray-Ban, ma è un argomento che può riguardare qualsiasi occhiali con tecnologie di questo genere.

Quello che hanno fatto è creare una versione appositamente modificata dell’occhiale smart in questione, utilizzando i modelli LLM su cui si basano piattaforme di intelligenza artificiale come ChatGPT, Google Gemini, Meta Llama e così via. Questi modelli AI sono capaci di raccogliere, combinare ed elaborare in pochi secondi grandissime quantità di informazioni prese dal web, per esempio da database pubblici di ricerca delle persone come FastPeopleSearch e PimEyes. Con questa tecnica, un occhiale smart può inquadrare il volto di una persona, combinarlo con le immagini prese dal web e, qualora trovasse una corrispondenza, mostrarne le informazioni personali, fra cui indirizzo di casa, numero di telefoni, parenti e così via.

Anche se di base gli occhiali smart non hanno funzioni di riconoscimento facciale, il fatto che degli studenti siano riusciti a farlo ha subito sollevato preoccupazioni sull’utilizzo improprio che alcuni potrebbero farne. La paura di un futuro distopico di Black Mirror-iana memoria è palpabile, ma più che sull’utilizzo degli occhiali dovremmo interrogarci sul fatto che sia così facile rintracciare in rete i propri dati personali, senza cui non sarebbe possibile questo progetto I-XRAY.

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