Con il lancio del nuovo OnePlus 15R, il brand ha portato sul mercato un dispositivo che non solo condivide gran parte dell’estetica con il fratello maggiore OnePlus 15, ma sembra averne ereditato anche una filosofia costruttiva intelligente.
A confermarlo è l’ultimo teardown pubblicato dal canale YouTube PBKreviews, che ha smontato pezzo per pezzo lo smartphone per valutarne l’accessibilità interna e la facilità di riparazione. Il verdetto? Una piacevole sorpresa per chi temeva dispositivi “blindati”.
OnePlus 15R è relativamente facile da riparare

L’operazione di smontaggio segue un copione ormai standard per il settore, ma con esiti rassicuranti. Dopo aver rimosso il carrellino della SIM, che presenta una guarnizione in gomma nera a conferma di una certa protezione contro liquidi e polvere, l’accesso all’interno richiede il riscaldamento della back cover in vetro.
L’uso di una pistola termica o di un asciugacapelli è necessario per ammorbidire l’adesivo, permettendo poi di sollevare il pannello posteriore con uno strumento apposito. Una volta aperto, il dispositivo mostra immediatamente l’isola della fotocamera.
Un dettaglio interessante per i riparatori fai-da-te è che il vetro di copertura delle lenti può essere sostituito applicando calore e facendo leva, senza dover smontare l’intero telefono. Tuttavia, se fosse necessario sostituire l’intera cornice della fotocamera (che integra anche le antenne), bisognerà rimuovere quattro viti Phillips dedicate.
Uno sguardo approfondito a viti e batteria
Per accedere al cuore del OnePlus 15R, ci si trova di fronte a un numero considerevole di viti: ben 17 viti Phillips devono essere rimosse per liberare la cover in plastica della scheda madre e la sezione inferiore. Questa abbondanza di viti, sebbene richieda un po’ di pazienza, è spesso preferibile all’uso eccessivo di colle permanenti.
Sotto le coperture, il sistema di raffreddamento è ben visibile, con pellicole di grafite e nastro di rame che coprono i connettori della batteria a doppia cella da 7.400 mAh (con anodo al 15% di silicio).
Qui OnePlus merita un plauso per l’ergonomia della riparazione: la batteria è dotata di comode linguette a strappo sui lati, che rendono la rimozione delle celle un processo semplice e privo di rischi, eliminando la necessità di fare leva pericolosamente vicino a componenti sensibili.
Scheda madre e la sfida dello schermo
Continuando lo smontaggio, la rimozione di alcuni cavi flex libera la fotocamera frontale da 32 MP, mentre una singola vite Phillips ancora la scheda madre al telaio. Il processore Snapdragon 8 Gen 5 è situato appena sotto la RAM, con abbondante pasta termica per gestire le temperature, coadiuvato da una grande camera di vapore sottostante.
Tuttavia, non tutte le operazioni sono immediate. La sostituzione dello schermo rimane la procedura più complessa. Per cambiare il display, infatti, è necessario smontare quasi tutto il telefono: bisogna rimuovere la back cover, la copertura inferiore, la scheda secondaria (sub-board) e scollegare diversi cavi flat prima di poter applicare calore frontalmente e separare lo schermo dal telaio.
È un processo laborioso che richiede di smantellare il dispositivo quasi interamente.
Il verdetto finale sulla riparabilità
Nonostante la complessità legata alla sostituzione del display, il OnePlus 15R si dimostra un dispositivo decisamente “repair-friendly” rispetto a molti concorrenti. La modularità dei componenti, l’uso di viti standard e le linguette per la batteria hanno convinto PBKreviews.
Il punteggio finale di riparabilità assegnato è un solido 8.5 su 10. Un risultato eccellente che certifica l’impegno di OnePlus nel creare dispositivi che non siano solo potenti, ma anche riparabili nel lungo periodo.







