Recensione esoscheletro Hypershell X Ultra: un pezzo di futuro che puoi indossare oggi

Oggi non parliamo uno smartphone. Non parliamo un notebook, e nemmeno uno smartwatch. Oggi parliamo di un qualcosa che fino a un paio d’anni fa avremmo definito fantascienza pura, un gadget uscito direttamente da un film Marvel o da un videogioco cyberpunk: un esoscheletro.

Ma attenzione: non un prototipo industriale da decine di migliaia di euro, ma un prodotto consumer pensato per l’avventura, per il trekking, per chi vuole superare i propri limiti. Signore e signori, ecco la recensione completa dell’Hypershell X Ultra.

Prima però, premessa doverosa. Quando l’azienda mi ha proposto di provare questo prodotto, ero scettico. Molto scettico. Siamo abituati a vedere questi dispositivi in contesti medici, per la riabilitazione, o in fabbriche pesanti. E’idea di indossarne uno per una “semplice” escursione mi sembrava eccessiva. E, spoiler alert: lo è, ma in senso positivo.

Inoltre va detto che l’Hypershell X Ultra non è un modello base. L’azienda ha una gamma che include le versioni Go, Pro e Carbon, ma questa, la Ultra, è la punta di diamante della lineup. È il top di gamma assoluto, con 1000W di potenza, materiali aerospaziali e un’intelligenza artificiale che capisce cosa vuoi fare prima ancora che tu lo faccia.

Ma funzionerà davvero? Riduce la fatica o è solo uno “sfizio” da 2000 euro? Scopriamolo insieme in questa recensione completa.

Recensione Hypershell X Ultra: l’esoscheletro top di gamma per trekking, outdoor e mobilità urbana

Confezione di vendita e unboxing

Partiamo dalla confezione. Già da qui si capisce che Hypershell non ha badato a spese per la versione Ultra. Arriva in una valigetta tecnica, rigida e ben imbottita, che fa molto “agente segreto”. All’interno, tutto è incastonato alla perfezione. Troviamo ovviamente l’esoscheletro, che a prima vista sembra più piccolo e compatto di quanto immaginassi. E poi, la dotazione di accessori. Qui c’è la prima, graditissima sorpresa: le batterie in dotazione non sono una, ma due. Ed è un dettaglio che impatta molto in termini di usabilità reale, ma a questo ci arriviamo.

Esoscheletro Hypershell X Ultra indossato durante trekking outdoor — vista laterale, dettagli tecnici, motore e materiali avanzati; tecnologia wearable per escursionismo, mobilità urbana e avventure estreme nel 2025

Oltre alle due batterie da 5.000 mAh (che ufficialmente dovrebbero garantire 30 km di autonomia l’una), troviamo il caricabatterie dedicato, i manuali e un set di cinghie e pad aggiuntivi per adattare l’esoscheletro a diverse corporature. Una dotazione da vero prodotto premium.

Design, materiali e indossabilità

La prima cosa che colpisce quando si indossa l’Hypershell X Ultra è il peso, o meglio, la leggerezza. L’azienda dichiara un peso netto (senza batteria) di 1.8 kg e secondo me si tratta di uno dei punti forza della versione più costosa di questo esoscheletro. Mentre i modelli inferiori usano principalmente leghe di alluminio e polimeri, nella versione Ultra la struttura portante è realizzata in fibra di carbonio SpiralTwill 3000 e leghe di titanio SinterShell formate in 3D. Sono materiali che di solito troviamo nell’aeronautica o nelle supercar. Al tatto, la sensazione è di una solidità incredibile, unita a una leggerezza quasi irreale nonostante la certificazione IP54.

Il design è tutto fuorché medico. È aggressivo, tecnologico ed ha un’eleganza funzionale che ricorda quasi i gadget del dipartimento Q dei film di James Bond. È innegabile: quando lo indossi, la gente ti guarda. Poco ma sicuro. E non perché il design sembra goffo o “ospedaliero”, ma perché ci si sente un po’ Iron Man, e la sensazione non è affatto spiacevole.

Ma come si indossa? L’operazione è più semplice del previsto. L’esoscheletro è essenzialmente una cintura molto strutturata che si allaccia in vita. Da questa cintura partono i due “cuori” del sistema, ovvero i motori, posizionati sui fianchi. Da qui, due bracci meccanici in carbonio scendono lungo le cosce e si agganciano, tramite cinghie regolabili, appena sopra le ginocchia.

Esoscheletro Hypershell X Ultra indossato durante trekking outdoor — vista laterale, dettagli tecnici, motore e materiali avanzati; tecnologia wearable per escursionismo, mobilità urbana e avventure estreme nel 2025

Ci vogliono un paio di minuti le prime volte. Bisogna trovare la giusta altezza in vita e la giusta tensione delle cinghie sulle cosce. Se è troppo lento, l’assistenza si “disperde”; se è troppo stretto, può dare fastidio. Ma una volta trovata la quadra, dopo 5 minuti ci si dimentica quasi di averlo addosso. Il peso è scaricato perfettamente sul bacino e la libertà di movimento è davvero buona. Non si è limitati solo al movimento avanti/indietro; l’esoscheletro concede una notevole ampiezza di movimento laterale, fondamentale per scavalcare ostacoli o muoversi su terreni accidentati ed è realizzato con una struttura “allargabile” che si adatterà perfettamente a tutte le persone.

Caratteristiche tecniche

Parliamo di hardware, perché qui c’è tanta, tantissima tecnologia. Il cuore dell’X Ultra è il nuovo motore M-One Ultra. Anzi, i motori, perché ce n’è uno per gamba. Questi motori sono capaci di erogare una potenza di picco combinata di 1000 Watt, ed è un dato impressionante. È l’equivalente della potenza di picco di uno sprinter d’élite. Rispetto alla generazione precedente, questi motori sono più efficienti del 16%, il che si traduce in meno calore e più autonomia.

Ma i motori da soli non bastano. A comandarli c’è il cervello: l’AI MotionEngine Ultra, un sistema complesso che si basa su una pletora di 12 sensori diversi, tra cui accelerometri, giroscopi, un barometro (per capire se stiamo salendo o scendendo) e persino sensori di temperatura.

Esoscheletro Hypershell X Ultra indossato durante trekking outdoor — vista laterale, dettagli tecnici, motore e materiali avanzati; tecnologia wearable per escursionismo, mobilità urbana e avventure estreme nel 2025

Tutti i dati raccolti dai sensori vengono analizzati dall’intelligenza artificiale “comprende” il nostro passo, l’inclinazione del terreno, la velocità e l’intenzione del movimento in tempo reale, e decide quanta assistenza dare e in che frazione di secondo. Il risultato è una spinta che non si sente quasi, nel senso che non è un “calcio” robotico ma una sensazione fluida, un “accompagnamento” del passo che ti fa sentire più leggero e potente.

L’X Ultra dispone di ben 12 modalità intelligenti. Oltre alla camminata standard e alla corsa, ci sono modalità specifiche per il ciclismo (Cycling+), che l’azienda dichiara ridurre lo sforzo del 39%, e persino per terreni difficili come sabbia e neve, dove il passo sprofonda e la fatica è massima. Ma la vera killer feature di questa versione Ultra, secondo me, sono due.

La prima è l’Assistenza in Discesa (Downhill Assist). E chi fa trekking lo sa: la discesa, spesso, distrugge le ginocchia più della salita. L’X Ultra capisce quando stai scendendo e, invece di spingere, frena. Modula la potenza per ridurre l’impatto dell’atterraggio sul tallone e stabilizza la gamba, proteggendo attivamente le articolazioni. Ed è una genialata.

La seconda è la Modalità Fitness. Può sembrare un controsenso, ma l’esoscheletro può anche essere usato per allenarsi. Attivando questa modalità, i motori invece di assistere, oppongono resistenza. È come camminare con degli elastici potentissimi legati alle gambe. Una passeggiata di 20 minuti si trasforma in un allenamento high-intensity degno di una palestra.

La prova sul campo

E fino ad ora abbiamo capito che le caratteristiche tecniche sono impressionanti, ma come va nel mondo reale? L’ho testato su un percorso collinare abbastanza impegnativo, di quelli che di solito mi lasciano con il fiatone. La prima sensazione, in modalità Eco (la più blanda), è strana perhcé non ti senti “spinto”, ma dopo dieci minuti ti accorgi che non sei stanco. Il battito cardiaco è più basso, il respiro è regolare e la sensazione è quella di sentirsi “sicuri” anche se non si è allenati.

Esoscheletro Hypershell X Ultra indossato durante trekking outdoor — vista laterale, dettagli tecnici, motore e materiali avanzati; tecnologia wearable per escursionismo, mobilità urbana e avventure estreme nel 2025

Ma è quando si attiva la modalità Hyper che le cose cambiano drasticamente. In questa modalità la spinta è reale, si sentono attivamente i motori che tirano su la gamba e la sensazione è quella di essere “tirati su” per la cintura. Le salite più ripide, quelle dove normalmente ci si appoggerebbe sulle ginocchia per spingere, diventano molto più facili. Sia chiaro, non è che non si faccia fatica, ma la sensazione di pesantezza sulle gambe svanisce. Si riesce a mantenere un passo molto più veloce e, soprattutto, più lungo.

L’azienda dichiara una riduzione dello sforzo fisico fino al 39% e una riduzione del consumo di ossigeno del 20% in camminata. Sono dati validati da un ente terzo, il leader mondiale SGS, e vi assicuro che sul campo si sentono tutti.

Per chi è? Non è per il purista dell’escursionismo che vede la fatica come parte integrante dell’esperienza. È per gli “avventurieri”. È per i fotografi naturalisti che devono portarsi 15kg di attrezzatura e non vogliono arrivare in cima già sfiniti. È per chi vuole fare 30km di trekking invece di 15. È per chi, magari per l’età o per qualche acciacco (non medico, mi raccomando: Hypershell non è un dispositivo medico e richiede una mobilità di base), ha iniziato a rinunciare a certi percorsi.

Per queste persone, ragazzi, Hypershell X Ultra è un game changer. Poco ma sicuro.

Applicazione e controlli

E veniamo alla parte software che, purtroppo, è la nota più dolente di questo Hypershell X Ultra. Tutto si gestisce tramite l’app Hypershell+, disponibile per iOS, Android e persino Apple Watch. L’app è fatta benissimo: chiara, moderna, piena di dati. Da qui si selezionano le modalità (Corsa, Ciclismo, Fitness, Sabbia…), si regola la percentuale di assistenza da 0 a 100, si aggiorna il firmware e si monitorano i dati della propria escursione, calorie, distanza e, ovviamente, la carica residua.

Tutto bellissimo. Ma sull’esoscheletro fisico, quello che hai addosso, c’è un solo, singolo pulsante ed è una cosa che se da un lato “semplifica” le cose, dall’altro rende la gestione del dispositivo troppo dipendente dallo smartphone. In soldoni questo pulsante serve per accendere, spegnere e cambiare modalità con pressioni singole, doppie o triple. Ma è macchinoso. Se si è su un sentiero, magari con i bastoncini, e si passare rapidamente dalla modalità Camminata alla modalità Salita Ripida (Hyper), o attivare l’assistenza in discesa, sarà necessario fermarsi, prendere lo smartphone (o armeggiare con lo smartwatch) e cambiare l’impostazione.

Sarebbe bastato un secondo pulsante, un piccolo “+” e “-” sulla cintura, per rendere l’esperienza d’uso infinitamente più fluida e sicura. È un peccato, perché a livello hardware e software siamo su livelli altissimi, ma questa scelta ergonomica, al netto dell’uso, a mio avviso è poco pratica.

Autonomia: le due batterie fanno la differenza

In quanto a batteria l’X Ultra, come detto, ne ha due da 5.000 mAh (circa 99Wh, quindi trasportabili in aereo nel bagaglio a mano). L’azienda dichiara un’autonomia per singola batteria di 30 km in modalità Eco. È un dato realistico? Sì, se sei leggero, cammini in piano e usi un’assistenza blanda. Nel mio test, su un percorso misto con molte salite e usando spesso la modalità Hyper (che è quella che dà più soddisfazione), l’autonomia reale si è assestata sui 10-12 km a batteria. Che è comunque un risultato eccellente.

Esoscheletro Hypershell X Ultra indossato durante trekking outdoor — vista laterale, dettagli tecnici, motore e materiali avanzati; tecnologia wearable per escursionismo, mobilità urbana e avventure estreme nel 2025

Ma il punto chiave è che le batterie sono hot-swappable, ovvero sostituibili a caldo. Finita una, ti fermi 30 secondi, sganci la vecchia, agganci la nuova e riparti. Con due batterie, si copre un’escursione giornaliera molto impegnativa senza alcun problema. La ricarica completa di una batteria richiede circa 2 ore. Su questo fronte, Hypershell X Ultra è promosso a pieni voti se non fosse per un piccolo particolare: la ricarica può avvenire esclusivamente con la batteria collegata all’esoscheletro, il che rende le cose un po’ macchinose.

Innanzitutto, anche se è compatto, in fase di ricarica l’esoscheletro dovrà essere collegato e riposto su un piano occupando molto spazio, inoltre, qualora si volesse ricaricare la batteria secondaria non lo si potrà fare “on the go”, magari collegandola ad un powerbank proprio nel corso dell’escursione. Insomma, avrei preferito che il brand avesse pensato a delle batterie con una porta USB-C integrata, in modo da rendere il processo di ricarica più snello.

Prezzo di vendita e considerazioni

Il prezzo di vendita dell’Hypershell X è di 1.999 euro. Sono tanti? Sì, sono tantissimi. Ed ovviamente lo rendono un un gadget che non si compra a cuor leggero. È una cifra importante, il prezzo di un PC da gaming di fascia alta o di una e-bike di ottimo livello. E proprio il paragone con le e-bike è il più calzante: dieci anni fa, chi spendeva 2000€ per una bici a pedalata assistita veniva visto come un pazzo. Oggi, è la normalità. Gli esoscheletri consumer sono in quella stessa fase embrionale.

Esoscheletro Hypershell X Ultra indossato durante trekking outdoor — vista laterale, dettagli tecnici, motore e materiali avanzati; tecnologia wearable per escursionismo, mobilità urbana e avventure estreme nel 2025

L’X Ultra è un prodotto di lusso, quasi un “concept”, reso commerciale. Il prezzo è giustificato? Se guardiamo ai materiali, non c’è dubbio. Fibra di carbonio e titanio costano. Se guardiamo alla ricerca e sviluppo per l’AI MotionEngine e alla certificazione SGS (la prima al mondo), il prezzo ha un senso.

Quindi, vale la pena acquistarlo? La risposta è: dipende. Se siete “escursionisti occasionali” della domenica, la risposta è no. Se cercate un dispositivo medico per la riabilitazione, la risposta è assolutamente no. Ma se siete avventurieri prosumer, se siete fotografi che macinano chilometri in montagna, se siete esploratori che vogliono spingersi oltre, o se semplicemente avete le possibilità economiche e volete provare il brivido di sentirvi Iron Man… allora sì. L’Hypershell X Ultra è un prodotto incredibile.

È il primo vero assaggio di un futuro in cui la tecnologia indossabile non si limiterà a monitorare il nostro corpo, ma inizierà ad assisterlo attivamente. Al netto del prezzo elitario e di quella scelta infelice sui controlli fisici, l’Hypershell X Ultra è un pezzo di futuro che si può comprare oggi.

Per me, è promosso. E ora, scusatemi, ma vado a farmi un’altra passeggiata in modalità Hyper.

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RASSEGNA PANORAMICA
Unboxing
Design e materiali
Caratteristiche
Utilizzo
Applicazione
Controlli
Batteria e ricarica
Prezzo
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Dario Caliendo
Nel mondo della tecnologia dal lontano 2007, ingegnere informatico di formazione, condivide la sua passione per il tech con quella per gli animali e per la buona cucina. Crede che la tecnologia debba essere sempre alla portata di tutti, e per questo ama spiegarla nel modo più semplice e chiaro possibile. Le recensioni sono il suo pane quotidiano.
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