OPPO ha presentato la famiglia Reno14 quest’estate, che abbiamo già provato nelle settimane precedenti e di cui trovate la recensione completa sul nostro portale. Al Reno14, però, si sono aggiunti il Reno14 F che ha fatto il suo debutto ufficiale sempre durante l’estate e poi il Reno14 FS, svelato agli inizi di settembre 2025. Questo lancio “a scaglioni” è già di per sé un segnale: non si tratta di due famiglie separate, ma di una linea unica che viene ritoccata e segmentata per mantenere l’interesse sul mercato e coprire esigenze leggermente diverse.
Dal punto di vista tecnico, le versioni 14F e 14FS condividono il “DNA” di base: Qualcomm Snapdragon 6 Gen 1, schermo AMOLED da 6,57″ con refresh a 120 Hz, batteria generosa da 6.000 mAh e un comparto fotografico centrato su un sensore principale da 50 MP con stabilizzazione ottica. Allora perché l’FS, se è così simile? Pare che la “S” in FS indichi più che altro uno step-up: configurazioni di memoria più generose, possibili rifiniture differenti e qualche dettaglio di posizionamento prezzo/mercato pensato per attirare chi vuole “di più” senza passare al Pro. Una buona strategia commerciale o solo l’ennesimo modello ad affollare il mercato? Ve lo raccontiamo, nella recensione completa.
Recensione OPPO Reno14 FS
Design e materiali
Il nuovo OPPO Reno14 FS si presenta con un design che non lascia indifferenti, soprattutto nella variante Opal Blue con il cosiddetto Iridescent Mermaid Design, che potete ammirare nelle foto di questa recensione. Si tratta di un pattern cangiante che richiama la lucentezza della seta e che cambia riflesso a seconda dell’angolazione della luce, un dettaglio capace di distinguere questo modello dalla gran parte dei mid-range spesso anonimi sul piano estetico.
L’altra variante cromatica disponibile sul mercato, quella Luminous Green, resta invece più sobria e punta a quel target di utenti che preferisce finiture uniformi, più semplici e senza giochi di luce. Sul retro spicca il modulo fotografico, sorprendentemente discreto: il bump è ridotto al minimo e quasi a filo con la scocca, così che il telefono resti stabile anche quando lo si appoggia su una superficie piana, un tocco di pulizia che rende l’insieme più elegante.
Il frontale è dominato da un display AMOLED dai bordi sottili che restituiscono un’impressione di modernità e sfruttano bene lo spazio, senza ricorrere a curvature accentuate: una scelta più funzionale che scenografica, pensata per garantire ergonomia e praticità. Una sorta di tuffo al passato questo dei display piatti, che da sempre hanno riscosso un successo maggiore in larga scala rispetto agli schermi arrotondati sui lati.
Le cornici laterali, piatte ma con angoli leggermente arrotondati, facilitano la presa e rendono il telefono comodo anche nell’uso prolungato, mentre la disposizione dei comandi resta tradizionale con tasto di accensione e bilanciere del volume sul lato destro. In basso trovano posto speaker principale, porta USB-C e carrellino per le SIM, affiancati da un secondo altoparlante posizionato nella parte superiore per offrire un audio stereo più completo; nessun tasto aggiuntivo o scorciatoia fisica, a conferma di un’impostazione sobria ed essenziale.
Dove il Reno14 FS sorprende davvero è però nella costruzione: la certificazione IP66, IP68 e IP69 lo rende resistente non solo a polvere e immersioni, ma anche a getti d’acqua ad alta pressione, un livello di protezione insolito in questa fascia di prezzo, solitamente riservato ai rugged phone, o comunque dispositivi un po’ più costosetti.
Display
La diagonale del display di questo Reno14 Fs è leggermente più compatta rispetto alla generazione precedente: si passa infatti dai 6,67 pollici del Reno13 F ai 6,57 pollici attuali. È una riduzione minima sulla carta, ma percepibile se si proviene direttamente dal modello più grande; in compenso questa scelta fa sì che lo smartphone resti più maneggevole e meno ingombrante, e personalmente negli anni sto apprezzando questi ridimensionamenti a ribasso.
Quello che sorprende maggiormente è la decisione di OPPO di abbassare però la luminosità massima: il Reno14 FS arriva a 1400 nit di picco, contro i 2100 nit del Reno13 F, una differenza consistente che è evidente se si paragonano i due smartphone messi l’uno accanto all’atro, anche se, nonostante il passo indietro, va detto che il pannello resta leggibile sotto la luce diretta del sole e nella quotidianità non dà problemi di visibilità.
Per il resto, la qualità complessiva resta elevata: il pannello è un AMOLED Full HD+, capace di garantire colori vibranti, contrasti profondi e un’esperienza visiva di livello molto alto. La fluidità è assicurata dal refresh rate a 120 Hz, che rende animazioni e scrolling estremamente scorrevoli, mentre i contenuti multimediali beneficiano di una resa nitida e piacevole. Sotto lo schermo trova posto il sensore d’impronte digitali, rapido e preciso nell’uso quotidiano, anche se la posizione scelta, piuttosto bassa rispetto alla superficie frontale, può risultare scomoda per alcune mani, obbligando a un leggero “scivolamento” del pollice per raggiungerlo.
Hardware e prestazioni
Sul piano tecnico, l’OPPO Reno14 FS non riserva grosse sorprese rispetto al Reno14 F, confermando praticamente in blocco la dotazione che già conoscevamo. Il cuore del dispositivo resta il Qualcomm Snapdragon 6 Gen 1, un SoC che si posiziona nella fascia media e che offre prestazioni stabili e affidabili, senza però compiere passi avanti significativi rispetto alla generazione precedente. A supportarlo troviamo un unico taglio di memoria con 12 GB di RAM e 512 GB di storage interno, espandibili tramite soluzioni cloud in abbonamento ma non con microSD.
Il risultato è una piattaforma che garantisce fluidità per la maggior parte delle attività quotidiane, dalla navigazione web al multitasking con app social, passando per lo streaming video e la produttività leggera, ma che per forza di cose mostra i suoi limiti quando messa sotto pressione da giochi graficamente impegnativi come Genshin Impacte simili, costringendo a ridurre i dettagli grafici per mantenere un frame rate accettabile.
L’aspetto positivo è che questo processore, pur non essendo un fulmine, mantiene le temperature sotto controllo: anche durante sessioni prolungate di gaming non si supera facilmente la soglia dei 40°C, e ciò si traduce in un’esperienza più confortevole e priva di throttling evidente. Non sono riuscito ad eseguire i benchmark come faccio sempre poichè probabilmente il software in dotazione al mio sample me lo impediva, cosa già capitata in passato con altri smartphone del gruppo, come vari Realme e OnePlus.
La connettività è completa: 5G dual SIM, Wi-Fi 6, Bluetooth 5.2 e NFC assicurano compatibilità con le reti e gli accessori più recenti, mentre la presenza di speaker stereo arricchisce l’esperienza multimediale quando si sfrutta il display AMOLED per video e giochi. È presente, inoltre, anche la compatibilità con le eSIM.
Software
Sul fronte software, l’OPPO Reno14 FS si affida a ColorOS 15 basata su Android 15, un’accoppiata che conferma l’impegno dell’azienda nel proporre un’interfaccia sempre più completa e raffinata. L’esperienza d’uso è fluida fin dal primo avvio, con un’interfaccia che mantiene il tratto distintivo di OPPO, moderno e colorato, icone ridisegnate e widget più versatili, oltre al nuovo tema Flux che introduce un tocco di freschezza e personalità. Non manca, purtroppo, un certo quantitativo di app preinstallate, un retaggio tipico della personalizzazione di OPPO, che rischia di appesantire l’esperienza, anche se la maggior parte può essere rimossa facilmente, restituendo così al sistema quella leggerezza che lo rende più vicino a un Android “pulito”.
Il vero passo avanti di questa versione di ColorOS è però l’integrazione sempre più spinta dell’intelligenza artificiale. Funzioni come AI VoiceScribe e AI Call Summary permettono di trascrivere e riassumere riunioni o telefonate, una manna per chi utilizza lo smartphone in contesti professionali, mentre la traduzione live durante le chiamate rompe le barriere linguistiche in maniera semplice e immediata. A queste si aggiungono la compatibilità con Gemini e il sistema O+ Connect, che semplifica la condivisione di file e contenuti tra più dispositivi OPPO, un ecosistema che punta a trattenere l’utente e renderne più fluida la produttività.
Fotocamera
Il comparto fotografico dell’OPPO Reno14 FS riprende fedelmente la formula del modello F, con una tripla fotocamera posteriore composta da un sensore principale da 50 MP con OIS, un ultra-grandangolare da 8 MP e un macro da 2 MP, accompagnata da una selfie-camera da 32 MP incastonata nel display. Sulla carta nulla di nuovo, ma nell’uso quotidiano il sistema si conferma solido e ben bilanciato per la fascia di prezzo.
In condizioni di buona luce, il sensore principale restituisce immagini nitide, con colori brillanti ma non troppo saturi e un buon controllo della gamma dinamica. Gli scatti risultano piacevoli già in modalità automatica, con un bilanciamento del bianco generalmente affidabile. Il sensore ultra-wide da 8 MP un po’ delude; se da una parte va detto che la resa cromatica rimane coerente con quella del principale, purtroppo la perdita di dettaglio ai bordi è inevitabile. C’è poi la lente macro da 2 MP che ha un ruolo più accessorio, utile per qualche scatto ravvicinato ma con qualità limitata.
In notturna il Reno14 FS mostra i suoi limiti, ma l’OIS sul sensore principale aiuta a contenere il rumore e a migliorare la stabilità degli scatti a mano libera. Le foto in condizioni di scarsa illuminazione sono utilizzabili e mantengono una buona quantità di dettagli, anche se manca la definizione che si trova su smartphone di fascia più alta. La modalità ritratto, grazie all’elaborazione software, riesce a scontornare in maniera abbastanza naturale i soggetti, con un effetto bokeh convincente che non “taglia” in maniera artificiale i dettagli.
La selfie-cam da 32 MP si comporta bene nella maggior parte delle situazioni, ideale per chi usa molto i social: i volti risultano luminosi e dettagliati, anche se in condizioni di controluce si nota un po’ di perdita nella gamma dinamica. Sul fronte video, il Reno14 FS registra fino a 4K a 30 fps con la fotocamera principale, con una stabilizzazione ottica che riduce notevolmente tremolii e vibrazioni quando ci si muove. Il limite principale è che l’ultra-wide non supporta la registrazione video, costringendo a rimanere sul sensore standard per riprese di qualità. La fotocamera frontale si ferma invece al 1080p a 30 fps e non gode della stessa stabilizzazione: sufficiente per vlog e videochiamate, ma lontana dagli standard più elevati.
Autonomia
La batteria è senza dubbio uno dei punti forti dell’OPPO Reno14 FS, e rappresenta uno dei miglioramenti più tangibili rispetto alla generazione precedente. Con una capacità di 6.000 mAh, nella pratica con un utilizzo bilanciato fatto di social, messaggistica, streaming video e un po’ di navigazione web, si arriva tranquillamente a un giorno e mezzo, mentre con un uso più parsimonioso è possibile spingersi fino a due giorni pieni senza doverlo collegare al caricatore.
Il rovescio della medaglia è che la ricarica non fa lo stesso salto qualitativo: OPPO si ferma alla ricarica rapida da 45W, un valore discreto ma ormai non particolarmente competitivo in un mercato dove molti concorrenti hanno superato abbondantemente i 60 o addirittura i 100W. Nei test effettuati per riportare la batteria dal 10% al 100% servono circa un’ora e mezza, un tempo che resta accettabile ma che non impressiona, soprattutto se si è abituati ai tempi fulminei di altri modelli OPPO o realme.
Prezzo e considerazioni
Lanciare uno smartphone in questo segmento di mercato è difficilissimo, e OPPO lo sa bene, ma soprattutto è difficile riuscire ad emergere se non si esce con un prezzo forte sul mercato, e su questo OPPO non è mai stata l’azienda più competitiva. Non è un caso che questo Reno14 FS in Italia esca con un prezzo di listino ufficiale di 449 euro, piuttosto alto in relazione alla sua scheda tecnica. Per fortuna lo street price e le varie offerte, alcune proprio messe in atto da OPPO, fanno si che 400 euro possano bastare per portarselo a casa, anche se rimane una cifra un po’ alta.
Sotto i 400 euro senza dubbio il Reno14 FS diventa decisamente più interessante, perché nel complesso offre un pacchetto completo fatto di design originale, ottima autonomia, software aggiornato e un livello di resistenza certificata fuori dal comune per la sua fascia. Certo, chi cerca potenza bruta per il gaming o funzioni fotografiche avanzate potrebbe trovare alternative più adatte, ma per la maggior parte degli utenti si tratta di uno smartphone equilibrato e affidabile, che riesce a distinguersi senza chiedere compromessi troppo gravosi.
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