Negli ultimi anni la gamma MatePad di Huawei si è andata consolidando come una delle più riconoscibili all’interno del panorama dei tablet di fascia media, e non solo, vista anche la presenza delle varianti Pro dedicate agli utenti più esigenti. Più che un terreno di rivoluzione, questa serie è diventata uno spazio in cui l’azienda cinese punta al rinnovamento costante: piccoli aggiustamenti, aggiornamenti tecnici e qualche affinamento mirato, piuttosto che cambiamenti radicali. Il nuovo MatePad 11.5 (2025) si inserisce perfettamente in questa tradizione, e come al solito punta ad offrire un’esperienza affidabile e calibrata per chi cerca un dispositivo versatile ma dal prezzo accessibile.
Il posizionamento resta chiaro: un tablet che guarda a studenti e non solo, se siete alla ricerca di un compagno di studio, lavoro leggero o intrattenimento quotidiano, senza voler inseguire le prestazioni estreme dei modelli top di gamma, questo MatePad 11.5 (2025) potrebbe rappresentare una valida soluzione.
Il design del nuovo Huawei MatePad 11.5 (2025) rappresenta uno dei punti di forza che l’azienda ha voluto sottolineare con questa generazione; è vero, non ci sono grossi stravolgimenti rispetto al passato, ma come sempre non era necessario stravolgere le carte in tavola per ottenere un risultato degno di nota. Qui, con uno spessore ridotto a soli 6,1 mm e un peso di 515 g, il tablet riesce a coniugare compattezza e solidità, risultando piacevole da tenere in mano e da portare in giro, tra casa, ufficio o università.
Nonostante qualche grammo in più rispetto al modello precedente possa sembrare irrilevante, in realtà è un dettaglio che dona una sensazione più “premium” nell’utilizzo quotidiano, come se il dispositivo fosse più robusto e curato; è forse solo una mia sensazione, ma su questo fronte difficilmente mi sbaglio, più che altro perchè mi reputo molto esigente in alcuni ambiti. A contribuire a questa percezione c’è anche il corpo unibody in alluminio, realizzato con un processo di lavorazione che nasconde le antenne e integra il modulo fotocamera in un design pulito ed elegante, sottolineato dal caratteristico anello metallico attorno alla lente posteriore.
Huawei propone due varianti cromatiche per questo tablet, quella Space Gray e Violet; entrambe si mantengono su uno stile minimalista e sobrio con un effetto certamente raffinato, anche se per coloro che cercano qualcosa di più appariscente, potrebbe sembrare effettivamente troppo “minimal”, soprattutto rispetto molte tendenze di mercato. La finitura opaca ha però due vantaggi concreti: resiste bene alle impronte e riduce i riflessi alla luce diretta, rendendo l’uso all’aperto meno problematico rispetto a tablet con superfici più lucide.
Dal punto di vista dell’ergonomia, i pulsanti fisici sono ben posizionati, con quelli volume sul lato destro e accensione sulla parte superiore; la connettività, invece, si limita alla porta USB-C per ricarica e trasferimento dati, mentre manca il jack audio da 3,5 mm, una scelta che ormai non sorprende, ma che potrebbe deludere chi preferirebbe collegare cuffie cablate senza adattatori. A questo si aggiunge l’assenza di un sensore di impronte digitali, sostituito da un riconoscimento facciale via fotocamera anteriore che funziona bene in condizioni di luce ottimali, ma perde affidabilità in ambienti poco illuminati.
Un accessorio centrale per l’esperienza di questo MatePad è la Smart Keyboard, proposta in grigio o nero, che funge contemporaneamente da custodia protettiva e da tastiera; questa si aggancia in modo rapido e sicuro con un sistema a clip che garantisce stabilità e protezione al tablet durante il trasporto. Scrivere è piacevole, con una corsa dei tasti adeguata, anche se lo spazio ridotto può risultare inizialmente un po’ stretto, soprattutto se siete abituati alla tastiera di un notebook. Forse questo non è un vero e proprio limite, visto che in realtà molti apprezzano questo genere di dispositivi proprio per la compattezza, utile in mobilità o quando lo spazio d’appoggio è limitato. Tuttavia, rispetto a tastiere più evolute, la mancanza di un trackpad ne limita la possibilità di sostituire completamente il laptop, e in certe situazioni si riscontrano piccoli inconvenienti software, come la tastiera virtuale che fatica ad attivarsi quando quella fisica viene disconnessa o viceversa.
Infine, il supporto per la M-Pencil di terza generazione è ben integrato, ma il sistema di aggancio magnetico lascia comunque la penna esposta lateralmente, soluzione meno elegante rispetto ai modelli della gamma Pro che prevedono alloggiamenti più sicuri e meglio integrati a livello di design.
Display
Il display del Huawei MatePad 11.5 (2025) è, poi, uno degli elementi sui quali maggiormente Huawei concentra la sua attenzione, grazie all’unione tra alta risoluzione, fluidità e l’ormai peculiare tecnologia PaperMatte, che distingue l’azienda dai concorrenti, soprattutto in questa fascia di prezzo. Si tratta di un pannello LCD da 11,5 pollici con risoluzione 2456 x 1600 pixel fino a 120Hz, rapporto 3:2 e luminosità di picco fino a 600 nit. Nel confronto diretto con il modello precedente, l’aumento di risoluzione si traduce in testi più nitidi e immagini con un livello di dettaglio maggiore, il che è piuttosto evidente per lo più nella consultazione di ebook oppure nella lettura di documenti. Peccato per la luminosità massima che rimane ancora un po’ bassina, dettaglio che un po’ stona di fronte l’ottimo bilanciamento di questo dispositivo.
L’uso della tecnologia PaperMatte, che ormai abbiamo imparato a conoscere, permette di ridurre drasticamente i riflessi, con un tasso di riflettività di solo il 2%, senza però compromettere la trasparenza del pannello. Questa soluzione, già vista su modelli precedenti, guadagna ora un ulteriore passo avanti in termini di naturalezza: se si guarda, ad esempio, un video sotto una fonte di luce diretta, il MatePad riesce a ridurre quel fastidioso “effetto specchio” che affligge gran parte dei tablet LCD, permettendone l’uso anche all’aperto e persino con occhiali da sole polarizzati, grazie alla tecnologia di polarizzazione circolare. È un dettaglio che si apprezza moltissimo nella pratica, perché consente davvero di portare il tablet ovunque e di poter lavorare, realmente, in mobilità.
Dal punto di vista della resa cromatica, il pannello copre il 100% dello spazio sRGB, e nei test pratici, la riproduzione di tutti i colori è fedelissima; colori ricchi, sfumature naturali e bianchi ben calibrati. Chiaramente, per forza di cose, non si raggiunge l’impatto visivo di un OLED in termini di contrasto assoluto, ma per la fascia a cui appartiene il MatePad 11.5 il risultato è convincente e più che superiore alla media, specialmente in rapporto a device Android diretti concorrenti.
Molto interessante l’esperienza di scrittura e disegno con la M-Pencil di terza generazione, resa ancora più naturale proprio dal PaperMatte Display. La superficie leggermente, che potremmo definire quasi ruvida per certi versi, offre una resistenza simile alla carta, evitando quella sensazione di “scivolamento” tipica dei pannelli lisci. Con un sampling rate di 240 Hz e una touch refresh rate a 90 Hz, il tratto realizzato dalla penna appare preciso, fluido e con latenza molto ridotta, migliorando scenari come il disegno digitale o la scrittura a mano libera in Huawei Notes. In questo contesto il MatePad riesce a dare la sensazione di “sentire la penna”, un feedback che raramente si ritrova su dispositivi di pari prezzo.
Hardware e prestazioni
Sul fronte hardware, come ormai da tradizione per questa serie di tablet, Huawei non ambisce a creare il dispositivo da top performance o benchmark, ma piuttosto pensa alla concretezza di un device che possa configurarsi come un ottimo compagno di lavoro, di studio o intrattenimento. Come lo fa? Con un chip proprietario, ovviamente, come il Kirin 8020, octa-core, accompagnato da 8 GB di RAM e storage interno configurabile in 128 o 256 GB, soluzioni che permettono di affrontare senza difficoltà buona parte delle attività di produttività e di svago. Non si tratta di un processore di fascia top, ma nell’utilizzo comune di ogni giorno, fatto di navigazione web, streaming sulle varie piattaforme, multitasking con più app e documenti e molto altro, si dimostra più che all’altezza di tutti gli scenari.
Il supporto al refresh rate a 120 Hz contribuisce molto in questo senso: anche operazioni semplici come scorrere una pagina, passare tra le app o annotare con la penna acquisiscono un certo senso di immediatezza e leggerezza difficilmente riscontrabile in tablet più economici. Huawei inoltre ha anche migliorato l’efficenza del suo sistema di dissipazione, che in passato aveva creato qualche rogna durante gli utilizzi prolungati; questo ha consentito all’azienda di ottenere un incremento prestazionale di oltre il 25%, differenza che in tutta onestà si nota principalmente nei benchmark, dove la potenza raramente viene tagliata a causa delle temperature. In scenari di utilizzi comuni, di ogni giorno, neanche con la vecchia generazione personalmente avevo avuto grossi problemi.
Naturalmente, i limiti emergono quando si entra nel campo di applicazioni più esigenti, e mi riferisco principalmente all’ambito gaming, dove con i titoli più pesanti non si riesce ad avere un framerate alto e stabile, e occorre scendere a compromessi con il livello dei dettagli. Lo stesso vale per chi cerca di utilizzare il tablet come sostituto di un portatile per editing avanzato o carichi di lavoro pesanti: il MatePad 11.5 non è pensato per questo, e il suo target rimane chiaramente lo studente universitario o il giovane professionista che necessita di uno strumento affidabile per prendere appunti, partecipare a videoconferenze o gestire un flusso di lavoro digitale leggero, senza grosse pretese, altrimenti ha più senso puntare sulle varianti Pro, della stessa Huawei.
recensione huawei matepad 11.5 (2025)
Un altro aspetto che incide sull’esperienza è quello della connettività. Qui Huawei ha scelto di proporre il tablet nella sola versione Wi-Fi, senza alcun supporto al 4G o 5G; in compenso, il sistema a doppia antenna nascosta garantisce una ricezione stabile in quasi tutte le condizioni, seppur si parli “solamente” di Wi-Fi 6, che rimane ad oggi ancora lo standard più diffuso. Sul piano multimediale, l’esperienza è impreziosita dal sistema audio a quattro altoparlanti, che grazie al supporto Huawei Histen 9.0 riesce a restituire un suono ricco e sorprendentemente ampio per un dispositivo così sottile. La differenza con i modelli Pro, dotati di impostazioni audio 3D avanzate, c’è e si sente, ma per la media di mercato, questo MatePad 11.5 (2025) fa decisamente bene il suo lavoro.
Software
Parlare del software dei dispositivi Huawei, soprattutto negli ultimi anni, è diventato un po’ complesso, anche perchè inevitabilmente ci si ritrova davanti a quello che può essere definito il suo vero punto debole. Sul piano hardware, costruzione e display, Huawei ha compiuto un ottimo lavoro, ma l’esperienza con HarmonyOS e, soprattutto, con l’ecosistema software rimane un terreno irregolare, fatto di ottime idee e di frustranti compromessi, che però possono essere in gran parte arginati con qualche trucchetto, ma andiamo per ordine.
A prima vista, HarmonyOS appare familiare a chi già usa Android: l’interfaccia è pulita, fluida e ben ottimizzata, con una reattività che non fa rimpiangere piattaforme concorrenti. Ci sono alcune funzioni intelligenti che danno valore aggiunto, come le Finestre Fluttuanti e l’App Multiplier, che rendono molto più semplice il multitasking, o la possibilità di annotare direttamente sullo schermo trascinando dall’angolo con la M-Pencil, una chicca che torna utile per firmare documenti o prendere appunti al volo. Anche tutta la parte più “produttiva” è ben gestita, grazie a strumenti come SuperHub, che permette il drag-and-drop tra dispositivi Huawei, che funziona decisamente molto bene.
Il problema nasce quando si esce dall’ecosistema Huawei, ma è un po’ quello che succede quando si esce da quello più tradizionale Android, o da Apple, in sostanza. C’è sempre l’App Gallery su cui fare affidamento, ma nonostante anni di sviluppo e un catalogo che include ormai applicazioni locali e internazionali, restano assenti alcune delle app più popolari e utilizzate in qui da noi in Occidente, e non mi riferisco solo alle Google Apps, ma anche a tante altre come Netflix, Instagram o giochi di spicco. Tuttavia, come dicevo prima, molte di queste possono essere raggiunte tramite qualche stratagemma del calibro di MicroG e Aurora Store, di cui vi abbiamo già spiegato molte volte il funzionamento, che se vi siete persi, potete recuperarlo nella nostra guida completa.
Tralasciate queste criticità, che con un po’ di buona volontà possono essere risolte, Huawei mostra anche alcuni spunti molto validi. Le due app di punta, Huawei Notes e GoPaint, rappresentano un vero valore aggiunto. Notes non è più soltanto un’app per scrivere: integra strumenti AI per migliorare la calligrafia, funzioni di registrazione sincronizzate agli appunti (utilissime per studenti universitari), template e adesivi per organizzare in maniera creativa i contenuti. GoPaint, invece, stupisce per la quantità di brush e texture disponibili e, in combinazione con la M-Pencil, riesce a fornire un’esperienza simile a quella di software premium presenti sulla controparte iPad, ad esempio.
Fotocamera
Come da tradizione per la categoria, il comparto fotografico non è il principale punto di forza del dispositivo, ma nel contesto d’uso che ci si aspetta, fatto più che altro di videochiamate con la lente frontale, digitalizzazione di documenti o qualche scatto d’emergenza, Huawei come al solito si conferma affidabile. Sul retro troviamo un sensore da 13 MP con apertura f/1.8, che riesce a catturare immagini più che dignitose in buona luce. I colori sono sempre equilibrati, un dettaglio fondamentale: un muro colorato conserva vivacità senza cadere nell’oversaturazione, e la gestione delle ombre restituisce una discreta gamma di sfumature.
Non si tratta di una fotocamera pensata per cogliere ogni minimo dettaglio ma negli scenari diurni più comuni, vi soddisferà sicuramente. Certo, non manca qualche limita negli scatti in notturna, ed in alcuni contesti anche in quelli in diurna con troppa luce, ma parliamo di dettagli che passeranno inosservati alla maggioranza. Sufficiente per un uso basilare anche lo zoom digitale fino a 5x, ma non aspettatevi una definizione altissima ovviamente.
La fotocamera frontale da 8 MP è chiaramente pensata per un uso più pratico, e in questo ambito svolge bene il suo compito. L’ampio angolo di visione la rende adatta a videochiamate di ogni tipo, con un livello di nitidezza che consente di apparire chiari all’interlocutore. Più che sufficienti anche i video catturati dal tablet, che in situazioni di emergenza può tirarvi facilmente fuori dai guai con i suoi catturati in 4K 30fps.
Autonomia
La batteria del Huawei MatePad 11.5 (2025) è uno dei suoi elementi più convincenti, non a caso parliamo di un’unita da 10.100 mAh, superiore a quella di molti tablet concorrenti nella stessa fascia di prezzo. Tralasciando i valori dichiarati da Huawei, per il mio tipo di utilizzo in scenari misti, come navigazione web, riproduzione in streaming offline in aereo, e qualche sessione di gioco, il tablet copre ampiamente una intera giornata di uso stressante e, per certi versi, è capace di raggiungere il secondo giorno senza necessità di ricarica, totalizzando sempre valori mai inferiori alle 10-12 ore di schermo attivo.
Inoltre lui supporta la ricarica rapida SuperCharge a 40W, capace di riportare la batteria dallo 0 al 100% in circa un’ora e mezza, a patto di utilizzare l’alimentatore e il cavo originali inclusi in confezione. Non si tratta delle velocità record viste su smartphone più moderni, ma rapportata all’enorme capacità della batteria è un valore piuttosto interessante.
Prezzo e considerazioni
Arrivati alle considerazioni finali, è bene notare che questo MatePad 11.5 (2025) viene proposto a un prezzo competitivo: €349 per la versione 8GB + 256GB senza tastiera, e €399 per la configurazione con tastiera inclusa, disponibile sia in grigio che nello scenografico violetto. Considerando l’autonomia eccezionale, la qualità del display e la sensazione premium dei materiali, si tratta di cifre estremamente interessanti, soprattutto se si approfitta della promozione di lancio, valida dal 25 agosto al 28 settembre, che con il codice ATXZMKT50 permette di ottenere uno sconto di €50.
Senza prenderci in giro, Huawei ha puntato molto sulla concretezza: un design sottile ma robusto, un display PaperMatte che riduce davvero i riflessi e migliora la scrittura con la M-Pencil, un’autonomia ampia che toglie ogni ansia da caricabatteria e un set di app proprietarie, come Notes e GoPaint, che da sole valgono il costo del dispositivo. Impossibile non farsi condizionare dall’assenza dei servizi Google e dall’App Gallery che ancora non è tra i più forniti, ma con qualche minuto di smanettamento, si può avere tra le mani un dispositivo tutto fare dall’ottimo rapporto qualità prezzo.
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