Nel 2025 Motorola continua a puntare con decisione sulla formula dei telefoni pieghevoli in formato conchiglia, e il nuovo Razr 60 Ultra ne è l’ultimo, ambizioso rappresentante: l’approccio è lo stesso, evoluzione più che rivoluzione. Il design resta fedele alla linea tracciata dai modelli precedenti, con una silhouette ormai riconoscibile e un’estetica curata, arricchita da nuove finiture e materiali distintivi.
Dietro l’aspetto familiare, però, Motorola ha operato una serie di aggiornamenti importanti: processore di fascia alta (che si era perso lo scorso anno, ad esempio), una batteria più capiente, un comparto fotografico rivisto con il ritorno dell’ultragrandangolo, e l’introduzione di funzionalità AI proprietarie. Il tutto in un dispositivo che mira apertamente alla fascia premium del mercato, con un prezzo ovviamente adeguato alla fascia. La concorrenza nel settore dei flip phone resta limitata, riuscirà Motorola a conquistarsi la leadership in questo mercato?
Recensione Motorola Razr 60 Ultra
Design e Materiali
Che la serie Razr di Motorola rappresenti un’icona del design sin dai tempi del leggendario V3, questo è un dato di fatto, e non c’è troppo da discutere o controbattere e, anche se sono passati quasi 20 anni, Motorola continua a mantenere viva quella magia. Con il Razr 60 Ultra, il design è più raffinato che mai; sì, perchè a livello estetico, il Razr 60 Ultra mantiene l’identità della serie, ma introduce piccoli ritocchi eleganti, soprattutto nella parte posteriore. Quest’anno, infatti, Motorola ha scelto tre colorazioni firmate Pantone, ognuna con un materiale diverso per il pannello posteriore: la variante Mountain Trail, in marrone chiaro, con finitura in legno, quella Rio Red, un rosso acceso, con retro in eco-pelle e infine Scarab, un verde scuro profondo, con pannello in alcantara.
Materiali premium ovunque: vetro Gorilla Glass Victus per il display esterno, alluminio per la cornice, e acciaio inox per la cerniera. Il display interno è protetto da uno strato in plastica che no, come sempre, non va assolutamente rimosso se non volute distruggere il vostro smartphone pieghevole in tempo zero. La cerniera ha una finitura opaca che si abbina al retro e il suono che fa quando si apre o si chiude è semplicemente soddisfacente, nulla in più da aggiungere: è un vero richiamo nostalgico, ma con standard moderni, soprattutto per chi come me, come primo cellulare, ha avuto proprio un V3.
Il telefono ora è certificato IP48, ovvero protezione completa dall’acqua, e anche una discreta resistenza alla polvere, un miglioramento rispetto ai modelli precedenti che erano solo IPX8. Per il resto, chiudendolo, il telefono è sorprendentemente compatto. Quando è aperto, invece, mostra un display OLED LTPO da 7 pollici, con la solita piega al centro che sì, rimane ancora visibile, ma rispetto allo scorso anno, e a quello prima ancora, è praticamente quasi azzerata. Sul retro troviamo lo schermo secondario da 4 pollici, con tre fori: due per le fotocamere da 50MP e uno per il flash LED. E subito sotto, il pannello in legno, pelle o alcantara vero punto di stile di questo modello.
Su questo modello, per logica, il lettore di impronte è integrato nel tasto di accensione, mentre sul lato sinistro troviamo un tasto dedicato per l’assistente AI. Il feeling in mano? È premium, ma un po’ scivoloso, anche se forse la variante con retro in legno è quella che tra tutte offre il miglior grip in assoluto, vista la sua “rugosità”.
Display
Il Motorola Razr 60 Ultra ha due schermi, come ogni vero flip phone che si rispetti, e qui come da tradizione, siamo davvero ai massimi livelli. Partiamo da quello esterno, il cosiddetto “cover display”: un pannello AMOLED LTPO da 4 pollici con risoluzione Full HD, refresh rate arriva a 165Hz, e luminosità di picco salita a 3.000 nits, ben oltre i 2.400 nits del modello precedente, tutti dettagli che lo rendono sulla carta il miglior display disponibile al momento in un flip phone, soprattutto se ci aggiungete la piena compatibilità con quasi tutte le app per rispondere ai messaggi, gestire le notifiche e perfino scrivere email, il tutto senza aprire il telefono.
Ovviamente si entra nel vivo dopo che apriamo lo smartphone, dove troviamo un gigantesco display pOLED da 7 pollici uno dei più grandi mai visti su uno smartphone pieghevole compatto. La risoluzione sale 2912×1224 pixel, e il pannello supporta HDR10+ e Dolby Vision, con una luminosità teorica fino a 4.500 nits. Nella pratica l’esperienza d’uso è eccezionale, con colori accurati (certificati Pantone), neri profondi, contrasti intensi, e una fluidità impeccabile grazie ai 165Hz di refresh rate dinamico.
C’è però la piega, ovviamente, e se ve lo state chiedendo, sì, si sente sotto il dito quando scorrete, ma non si vede ad occhio praticamente quasi mai. C’è da dire che per contenere il meccanismo della cerniera, Motorola ha usato una cornice in plastica attorno al display interno; onor del vero, è un po’ più spessa di quella di uno smartphone classico, e si nota, ma almeno ospita l’auricolare che funge anche da secondo speaker.
Hardware e prestazioni
Dopo qualche compromesso degli anni passati, si può dire che finalmente Motorola non ha lesinato sull’hardware. Il Razr 60 Ultra monta il nuovissimo Snapdragon 8s Gen 3 Elite, il chip più potente disponibile oggi sul mercato, a cui si aggiungono 16GB di RAM LPDDR5X e 510GB di storage UFS 4.0, senza nessuna possibilità di espansione. Sì, finalmente un flip phone che non ha niente da invidiare ai top di gamma classici in quanto a potenza bruta. Non a caso non vi nascondo che nell’uso quotidiano, il Razr 60 Ultra è una scheggia: apertura istantanea delle app, multitasking fluido, nessun lag né rallentamento (che invece avevo trovato nei Razr 50 dello scorso anno), transizioni veloci e interfaccia sempre reattiva.
Ma attenzione al rovescio della medaglia: sotto stress, il chip tende a scaldarsi molto, e la gestione termica non è il suo punto forte.
Nei benchmark, la CPU cala fino al 40% delle prestazioni dopo qualche minuto, e il test GPU in alcuni casi di surriscaldamento eccessivo si è interrotto non raggiungendo la fine. Per quanto riguarda i giochi, se parliamo di titoli casual o mediamente esigenti, tipo Call of Duty Mobile o Asphalt, l’esperienza è ottima con un frame rate stabile, zero lag, nessun impuntamento. Anche con giochi più pesanti come Genshin Impact, si comporta bene per i primi minuti di utilizzo, ma come dicevo prima, dopo un po’ di utilizzo stressante lo smartphone potrebbe scaldare un po’ e, di conseguenza, tendere a limitare un po’ le prestazioni. Insomma, va bene per giocare ogni tanto, ma non è un dispositivo da gaming.
Sul fronte connettività, invece, è tutto al posto giusto: 5G dual SIM, Wi-Fi 7, Bluetooth 5.4, NFC, e naturalmente USB-C 3.1 per trasferimenti ultra-rapidi. Ovviamente sono supportate le eSIM, ma in compenso niente jack o espansione microSD, ma con 512GB o 1TB a disposizione, è un compromesso accettabile.
Software
Se c’è un ambito in cui Motorola eccelle davvero, è il software, e anche sul Razr 60 Ultra ritroviamo l’approccio “quasi stock” che ha reso l’esperienza d’uso di questi smartphone così apprezzata. L’interfaccia si basa su Android 15, con una veste molto vicina all’AOSP, quindi pulita, leggera, senza bloatware inutile ma piuttosto arricchita da personalizzazioni intelligenti.
Tutte le personalizzazioni sono raccolte nell’app Moto, che ora ha una nuova interfaccia ordinata, intuitiva e più facile da navigare, nella quale è possibile trovare le gesture come il “karate chop” per attivare la torcia, la rotazione del polso per aprire la fotocamera, e il nuovo Quick Launch, che vi permette di aprire un’app o eseguire un’azione con un doppio tocco sul retro del telefono. Ma la vera novità, come anticipato nella recensione del Motorola Edge 60 Pro, si chiama Smart Connect: finalmente un hub unico per connettere il Razr al PC, al tablet o a un monitor, via cavo o wireless con cui duplicare lo schermo, usare il telefono come trackpad o tastiera, copiare e incollare tra dispositivi, o addirittura usare una modalità desktop wireless in stile Samsung DeX.
Non manca l’introduzione anche qui di Moto AI, l’intelligenza artificiale proprietaria di Motorola che, però, al momento è ancora un po’ acerba, soprattuto per noi visto che non è supportata la lingua italiana (fino ad oggi). Probabilmente Motorola questo lo sa, e non a caso a bordo si possono trovare anche Gemini e Perplexity già installati, per sopperire a qualsivoglia mancanza di questo genere. L’unica vera nota dolente sono gli aggiornamenti: per questa generazione Motorola promette solo 3 anni di major update e 4 di patch di sicurezza, un po’ pochi nel 2025, con concorrenti che offrono fino a 7 anni.
Fotocamera
Per quanto riguarda il comparto fotografico, Motorola ha cambiato le carte in tavola con il nuovo Razr 60 Ultra. Il nuovo setup include tre sensori da ben 50 megapixel ciascuno: una fotocamera principale, una ultragrandangolare e una interna per i selfie. Rispetto al modello precedente, però, il teleobiettivo 2x è stato eliminato a favore di una lente ultrawide da 122 gradi, una scelta che, sulla carta, può sembrare un passo indietro, ma che nella pratica ha un suo perché e piacerà a molti (me incluso). La fotocamera principale utilizza un sensore Samsung ISOCELL GNJ da 1/1.56”, leggermente più grande rispetto a quello del Razr 50 Ultra; questo upgrade si riflette in scatti con una gamma dinamica migliorata, colori più fedeli e un dettaglio generalmente più nitido.
Di giorno, le foto risultano vivaci ma equilibrate, con un buon contrasto e una resa naturale. Anche a piena risoluzione, i 50MP regalano immagini molto dettagliate, anche se, come sempre, conviene usare questa modalità con luce abbondante. In notturna, il Razr 60 Ultra sorprende positivamente: la modalità “Night Vision” migliora in modo evidente la gestione della luce e delle ombre, pur mantenendo colori realistici. La fotocamera principale se la cava molto bene anche in condizioni difficili, riesce ad offrire scatti luminosi, ben bilanciati e con poco rumore, con un livello di dettaglio che resta elevato, anche se in alcuni casi si nota qualche incertezza nell’esposizione.
L’ultrawide da 50MP è una delle novità più gradite, tra l’altro con un sensore Sony IMX816 decisamente niente male, che offre immagini più ampie, ma anche più definite. Le foto hanno colori coerenti con la camera principale, e grazie all’autofocus si possono scattare anche macro di buona qualità. Attenzione però: per ottenere scatti macro davvero nitidi bisogna avvicinarsi molto al soggetto e gestire bene la luce per evitare ombre indesiderate. Anche l’ultrawide regge bene nelle scene poco illuminate, anche se ovviamente il sensore più piccolo lo penalizza un po’ rispetto alla principale.
Il punto debole è chiaramente lo zoom, vista la mancanza di un teleobiettivo dedicato che limita la qualità dello zoom oltre i 2x, perché ci si affida solo al crop digitale del sensore principale. I risultati sono buoni fino a 2x, ma oltre quella soglia il dettaglio cala rapidamente. Detto questo, personalmente trovo più utile avere una buona ultragrandangolare piuttosto che un modesto 2x ottico: la versatilità nella composizione e nei selfie di gruppo, ad esempio, è molto più ampia.
A proposito di selfie, uno dei vantaggi tipici dei flip phone è la possibilità di usare le fotocamere principali per autoritratti, sfruttando il display esterno come mirino. E in questo il Razr 60 Ultra è eccellente: i selfie con la camera principale o con l’ultrawide sono nettamente superiori a quelli di qualsiasi fotocamera frontale tradizionale. La fotocamera interna, comunque, è anch’essa da 50MP e funziona in modo impeccabile per videochiamate o selfie rapidi, anche se manca l’autofocus. Sul fronte video, il Razr 60 Ultra arriva fino all’8K a 30fps, ma il 4K a 30 o 60fps è la scelta più equilibrata per qualità e fluidità. La stabilizzazione ottica c’è, ma non è infallibile: con movimenti più marcati, il video tende a mostrare qualche vibrazione.
Autonomia
Uno degli aspetti più interessanti del nuovo Motorola Razr 60 Ultra è sicuramente l’autonomia, anche perchè Motorola ha finalmente ascoltato le richieste degli utenti e ha dotato questo modello di una batteria da 4700 mAh, un bel salto in avanti rispetto ai 4000 mAh del Razr 50 Ultra.
Ma come va questa batteria, nonostante “due schermi” da alimentare? In una parola: bene. Anche utilizzando quasi sempre il display interno, quello più “grande”, sono riuscito ad arrivare a fine giornata con una buona riserva di batteria. Nei giorni in cui l’uso era più moderato, la carica è durata tranquillamente un giorno e mezzo circa, cosa davvero rara per un foldable di questa categoria.
Anche sul fronte ricarica Motorola non si è risaparmiata, integrando ricarica cablata a 68W e wireless a 30W, numeri che lo posizionano molto bene nel segmento. Certo, come da prassi ormai nella confezione manca il caricatore, ma usando un alimentatore da 65W che avevo già in casa, ho ricaricato il telefono dal 0 al 55% in circa 30 minuti, e ho raggiunto il 100% in poco più di un’ora.
Prezzo e considerazioni
Dopo qualche giorno di utilizzo come smartphone secondario, non ho dubbi nel dirvi che ci troviamo davanti a uno dei migliori flip phone mai realizzati, se non il migliore in assoluto oggi sul mercato. Motorola ha saputo affinare con precisione chirurgica una formula che già funzionava, migliorando dove contava davvero: batteria, display esterno, fotocamere e fluidità generale.
Il prezzo ufficiale in Italia è alto: 1.349 euro, cifra che lo posiziona senza esitazioni nella fascia premium. Tuttavia, online si trova già a circa 1050–1100 euro presso rivenditori affidabili, il che rende l’acquisto decisamente più appetibile. Certo, resta un investimento importante, ma se si cerca il meglio in formato pieghevole a conchiglia, difficilmente si può sbagliare con questo Razr.
La concorrenza? La più diretta arriva ovviamente da Samsung, con il Galaxy Z Flip 6 e, a breve, il futuro Flip 7. Ma oggi, nel 2025, Motorola ha un vantaggio chiaro sul fronte dell’usabilità a telefono chiuso: lo schermo esterno è il più utile e versatile del panorama, e l’esperienza software è semplice, pulita, quasi “zen”, senza fronzoli inutili. Certo, mancano ancora alcune finezze che ci aspetteremmo da un top di gamma come la fotocamera tele o il supporto software limitato rispetto a Samsung, ma sono dettagli che dopo qualche giorno di utilizzo, sono certo che passeranno inosservati.
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