Partiamo da un presupposto: l’analisi di una tastiera come la Epomaker Magcore 87 richiede, per forza di cose, un approccio che vada oltre la semplice valutazione delle specifiche dichiarate e l’esperienza d’uso quotidiana. Ed è così perché stiamo parlando di un prodotto che si posiziona in un segmento di mercato dove è ormai importante valutare non solo sulla qualità dei materiali, ma soprattutto l’implementazione di quelle tecnologie che nascono per portare un vantaggio prestazionale tangibile.
Il motivo? Stiamo parlando di una delle prime tastiere che introducono switch a sensore induttivo nel mercato prosumer, combinando una costruzione di tipo custom con un’elettronica avanzata, vista davvero poche volte nella fascia di mercato in cui si va ad inserire. Insomma, il punto è semplice: qual’è il vero vantaggio della tecnologia induttiva? E, inoltre, vale davvero la pena spendere 175 euro per portarsi a casa un prodotto del genere? Scopriamolo assieme.
Recensione Epomaker Magcore 87: la tastiera da “pro” con tecnologia induttiva
Design e materiali
Già dal primo impatto con la Epomaker Magcore 87, ci si rende conto che stiamo parlando di un prodotto premium, e non solo per le tecnologie che utilizza, ma anche per il design ed i materiali utilizzati. Il case in alluminio, ottenuto tramite lavorazione CNC, è probabilmente l’elemento più importante della tastiera e garantisce una massa e una rigidità che eliminano praticamente ogni flessione e garantiscono una stabilità eccezionale, soprattutto grazie al peso che supera (seppur di poco) gli 1.5 Kg. La dotazione di accessori inclusa nella confezione è un primo indicatore della cura dei dettagli che il brand ha voluto con questo modello: è presente un cavo USB-C di notevole qualità qualità, e uno strumento combinato per la rimozione di keycap e switch oltre che a 3 switch sostitutivi ed i tasti sostitutivi neri qualora non si vogliano utilizzare quelli trasparenti.
Un altro particolare non da poco è che gli stabilizzatori (per tasti come Spazio, Invio, Shift) sono pre-lubrificati di fabbrica, ed è un dettaglio molto importante, soprattutto considerando che generalmente gli appassionati tendono a farlo manualmente: in questo modo, viene ridotto significativamente il “rattling”, ovvero il rumore di vibrazione delle barre metalliche che si genera quando si vanno a premere i tasti, producendo un suono di attuazione più pulito e uniforme.
La struttura interna “gasket mount”, sebbene implementata in modo piuttosto rigido, lavora in sinergia con diversi strati di materiali smorzanti per assorbire le vibrazioni interne: ed è una combinazione di elementi chiaramente progettata per portare ad un profilo acustico specifico, caratterizzato da basse frequenze e privo di riverberi metallici. I keycap forniti, invece, sono realizzati in PBT (polibutilentereftalato) con un processo di stampa a doppia iniezione (double-shot) e profilo Cherry, una scelta che garantisce durabilità e resistenza all’effetto di lucidatura tipico dell’ABS.
Insomma, capirete quindi che quando si parla di prodotti come la Epomaker Magcore 87, si sta parlando probabilmente della Ferrari delle tastiere, ossia un dispositivo in cui tutti i dettagli sono curati in ogni minimo particolare.
A che servono (e cosa cambiano) gli switch induttivi
Il cuore della della Epomaker Magcore 87 sono gli switch induttivi, e si tratta di una tecnologia decisamente rara nel mondo consumer che, a differenza degli switch meccanici tradizionali a contatto o degli Hall Effect (a variazione magnetica) funziona tramite la variazione dell’induttanza elettromagnetica: in sostanza, ognuno degli switch è dotato di un piccolo componente metallico che, spostandosi in una bobina, modifica il campo elettromagnetico ed elimina la necessità di contatto o dei campi elettrici.
L’assenza di un contatto fisico per l’attuazione non solo incrementa la durabilità teorica (100+ milioni di cicli), ma soprattutto disaccoppia l’azione meccanica dalla registrazione dell’input in modo da rendere possibile una profonda personalizzazione tramite software.
In primis questa tecnologia permette l’attuazione regolabile, che consente di definire con precisione il punto di attivazione per ogni singolo tasto in un range che va da 0.2 a 3.8 mm con una sensibilità di circa 0.1 mm che permette quindi di creare layout ibridi: ad esempio, è possibile programmare una configurazione in cui i tasti alfanumerici per la scrittura siano a corsa lunga e i tasti funzione o quelli che si usano nel gaming siano a corsa ultra-breve.
C’è poi la funzione Fast Trigger che, a differenza di uno switch meccanico con un punto di reset fisso, disattiva l’input nell’istante esatto in cui il sensore rileva l’inizio del movimento verso l’alto, permettendo quindi di effettuare pressioni successive senza attendere che il tasto superi un punto di reset predefinito.
Ma probabilmente la funzionalità più “complessa” ed interessante è Dynamic Keystrokes (DKS). Si tratta di una tecnologia che permette di associare fino a quattro comandi distinti a un singolo tasto, attivati a diverse profondità della corsa. È possibile, ad esempio, configurare un tasto in modo che una pressione leggera a 0.8 mm corrisponda all’azione “cammina”, una pressione media a 1.5 mm attivi lo “scatto”, e una pressione completa a 2.5 mm esegua un’azione differente come una scivolata.
Infine il polling rate di 8000 Hz riduce la latenza di comunicazione tra la tastiera e il sistema a un minimo teorico di 0.125 ms.
Software
La gestione della Magcore 87 è ibrida: da un lato, supporta il firmware open-source QMK e sfrutta l’interfaccia grafica VIA, dall’altro invece (per rendere accessibili le complesse funzionalità hardware) Epomaker fornisce un proprio software proprietario che, nei nostri test, si è rivelato molto intuitivo nonostante le tante funzionalità integrate nella tastiera.
Tramite l’applicazione di Epomaker è possibile ad esempio regolare con slider grafici il punto di attuazione, configurare l’illuminazione RGB per ogni singolo tasto e, soprattutto, programmare le funzioni DKS in maniera molto semplice.
Insomma, è una scelta progettuale molto intelligente: offre la potenza e la flessibilità di QMK/VIA agli utenti più esperti e, al contempo, fornisce uno strumento accessibile e molto semplice per chiunque voglia sfruttare le potenzialità della tastiera senza dover interagire con interfacce complesse.
Prezzo di vendita e considerazioni
Il prezzo di vendita della Epomaker Magcore 87 è di 175,36 euro sul sito ufficiale del brand. Quindi sì, non è una tastiera per tutti ed è effettivamente un po’ fuori budget soprattutto per gli utenti più casuali. Va detto però che se è più basso rispetto a quello di altri prodotti che fanno parte di questo particolare mercato.
Insomma, è una tastiera che punta alla vera innovazione, in cui la qualità dei materiali e dell’assemblaggio rappresentano una soluzione affidabile e duratura. Il vero elemento differenziante, la tecnologia a sensori induttivi, è implementato efficacemente e le funzionalità di Fast Trigger e Dynamic Keystrokes sono strumenti che offrono vantaggi tangibili soprattutto nel gaming competitivo.
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