Aggiornamento 23/10: dopo GeekBench, anche Google parla del ban della serie Pixel 8, trovate le dichiarazioni a fine articolo.
L’esistenza di Google Pixel 8 e 8 Pro evidenzia per l’ennesima volta che oggi è sempre più difficile stabilire le effettive capacità di uno smartphone. Sin dall’esistenza della famiglia Pixel, il team di Big G non ha mai spinto l’acceleratore sulla componentistica hardware, optando per specifiche a volte più modeste della concorrenza ma corroborate da un software cucito su misura. Lo abbiamo visto confermato col Tensor G3, System-on-a-Chip a 4 nm di nuova generazione ma che, rispetto ai migliori rivali Qualcomm e MediaTek, non è in grado di bissare le performance sintetiche migliori in circolazione.
Google Pixel 8 e 8 Pro non eccellono nei benchmark, anzi, ma Big G non sembra starci
Nonostante abbia un’inedita CPU 9-core (1 x 2,91 GHz X3 + 4 x 2,37 GHz A715 + 4 x 1,7 GHz A510) anziché quella classica 8-core della totalità dei SoC odierni, il Tensor G3 non dà il meglio di sé nei benchmark. Se si prende in esame il core Cortex-X3, secondo i test SPECint06 le sue capacità sono inferiori rispetto allo stesso core su Snapdragon 8 Gen 2 e Dimensity 9200 ma anche rispetto a quello Cortex-X2 di scorsa generazione su Snapdragon 8 Gen 1, Dimensity 9000 e persino lo sfortunato Exynos 2200.
Oltre alle prestazioni di per sé, a colpire è la scarsa efficienza, cioè il rapporto fra performance e consumi in Watt, dove Tensor G3 fa peggio di tutti i competitor; per trovare un microchip meno efficiente bisogna tornare all’Exynos 990 del 2020. “Google ha dovuto underclockarlo significativamente in modo che lo smartphone non si sciogliesse in mano“, afferma l’insider Golden Reviewer. Così come il core Cortex-X3, anche il core mediano Cortex-A715 non si comporta tanto meglio, sia in termini di prestazioni che di efficienza, posizionandosi nella parte bassa della classifica.
C’è poi la componente gaming, gestita dalla GPU Mali-G715 MP10 di ARM. Anche in questo caso, il Tensor G3 non si rivela affatto competitivo: mettendolo alla prova con un titolo impegnativo come Genshin Impact, Pixel 8 Pro restituisce una media di 33,5 FPS, un risultato peggiore di quasi tutti gli altri smartphone testati, anche modelli non top come iPhone SE, Xiaomi 12T Pro, Redmi K50, POCO F3 e persino lo stesso Pixel 7 Pro. Se non bastasse, le temperature di 42,2°C non sono affatto le più basse, nonostante il frame rate più basso degli altri modelli testati.
Che ci fossero problemi nei benchmark per Pixel 8 e 8 Pro era saltato fuori già negli scorsi giorni, specialmente in termini di temperature, ma probabilmente nessuno si aspettava che Google decidesse di bannare GeekBench e 3DMark. Provando a scaricare le due app dal Play Store, si riceve il seguente messaggio: “Questa app non funziona sul tuo dispositivo“. Tuttavia, non è chiaro se questo blocco sia da accreditare a un’intenzionalità di Google o a qualche intoppo involontario, anche perché la natura flessibile di Android permette comunque di installarle tramite file APK.
Sulla base delle ultime informazioni, il blocco delle app sarebbe durato per tutto il periodo di embargo sulle recensioni, salvo poi proseguire anche durante i primi giorni di commercializzazione. Tuttavia, dopo che la notizia è circolata in rete, Google ha tolto il blocco ed è adesso possibile installare sia GeekBench che 3DMark.
GeekBench parla del ban | Aggiornamento 22/10
In seguito alla vicenda, i colleghi di NotebookCheck hanno contattato Primate Labs, l’azienda che ha creato GeekBench, per avere dettagli sull’accaduto. Ecco quanto affermato:
“Non sappiamo perché Geekbench 6 non fosse disponibile sui dispositivi Pixel 8 (anche se sospettiamo che avesse qualcosa a che fare con gli embarghi). Non siamo a conoscenza di eventuali problemi di compatibilità con Geekbench 6 su Pixel 8 o Pixel 8 Pro.“
Si fa presente che, a partire dalla sua sesta versione, GeekBench non è più soltanto utile per testare le prestazioni di CPU e GPU dei dispositivi elettronici, ma anche le loro capacità relative a intelligenza artificiale e machine learning. Proprio in virtù di ciò, sarebbe strano che Google ne avesse proibito l’utilizzo, visto che Pixel 8 e 8 Pro vengono principalmente pubblicizzati come macchine focalizzate moltissimo sull’AI.
Alle affermazioni di Primate Labs si aggiungono quelle dello youtuber Mrwhosetheboss, che nei suoi test ha dimostrato che le effettive capacità AI della serie Pixel 8 sono vincolate alla connettività internet: se lo smartphone è offline, alcune delle feature AI sponsorizzate da Google (Magic Editor, AI Wallpaper e Best Take, per esempio) non funzionano, il ché significa che non sono interamente elaborate dal Tensor G3 (come lasciato intendere da Google) ma dai server Google, cosa che non viene apertamente specificata dall’azienda.
Alla luce dei punteggi non entusiasmanti nei benchmark, l’ipotesi che viene avanzata è che il Tensor G3 non sia interamente capace di gestire funzionalità AI così avanzate, e che quindi Google sia dovuta ricorrere a questo escamotage, cioè affidare parte dell’elaborazione ai suoi server per evitare di dover cancellare funzionalità previste per la serie Pixel 8.
Parla Google | Aggiornamento 23/10
Dopo giorni di dubbi, ipotesi e speculazioni, Google stessa si è ufficialmente espresso in merito alla vicenda del ban di GeekBench su Pixel 8 e 8 Pro. Tramite i colleghi di NotebookCheck, la compagnia ha confermato di aver impedito di usare GeekBench durante il periodo d’embargo dei recensori che stavano testando i suoi nuovi smartphone. Questo impedimento non era di natura tecnica, come inizialmente ipotizzato, ma una strategia intrapresa da Google per evitare fughe di notizie riguardo ai punteggi dei benchmark, sapendo comunque che Android permette di installare file APK e poter comunque eseguirli nonostante il blocco.
In questi anni, sappiamo bene che Google è stata vittima di numerose fughe di notizie con anche diversi mesi d’anticipo, seppur Google affermi che per lei sia la prassi bloccare i benchmark durante il periodo pre-lancio. C’è poi un problema, perché Google dichiara di revocare il blocco al momento dell’arrivo sul mercato, quando in realtà il blocco di GeekBench è stato revocato giorni dopo e in seguito alle lamentele sui social.
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