Ultimamente si è riaccesa la discussione attorno alla tutela online dei minori, che fra smartphone e social è costantemente a contatto con contenuti digitali di ogni tipo. E nel mentre una frangia dei politici italiani propone di vietare i social sotto i 13 anni, l’AGCOM si è mosso per realizzare una misura che obbligherà gli operatori a mettere un filtro sui contenuti per evitare che i più piccoli possano imbattersi in argomenti di natura controversa. Ma per quanto l’idea possa anche essere condivisibile, ci sono diversi dubbi sull’efficacia e sui problemi che ne potranno derivare.
L’AGCOM vuole un filtro contenuti per minorenni, ma i dubbi sono ancora tanti
A partire dal mese di settembre 2023, il decreto-legge dell’AGCOM parla di “sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio” e prevede che tutti gli operatori telefonici italiani implementino il blocco dei contenuti inappropriati per i minori di 18 anni. Ed è qua che si incappa nel primo quesito: quando un contenuto è definibile “inappropriato”? Secondo le linee guida dell’AGCOM, tali contenuti sono quelli relativi a pornografia, gioco d’azzardo, vendita di armi, violenza, odio e discriminazione, danneggiamento della salute, culti soprannaturali e siti d’anonimizzazione (stile VPN, per intenderci).
Il secondo quesito è: quali siti vanno bloccati? L’AGCOM non ha deciso una lista bensì lascia agli operatori autonomia in tal senso, e questo significa che potranno decidere loro quali siti bloccare e/o affidarsi a liste create da compagnie di terze parti. Di conseguenza, il rischio è che ci possano essere siti bloccati da alcuni operatori e da altri no, oltre all’ovvia possibilità che alcuni siti (specie quelli più recenti e meno conosciuti) inappropriati sfuggano alle maglie di questa rete di controllo.
Terza domanda: come fa un operatore a sapere se è un minore quello che sta navigando online? Nel senso, come fa a sapere se dietro quella SIM c’è un minorenne o meno? La legge dell’AGCOM prevede che il blocco sia pre-attivato in automatico su tutte le offerte rivolte ai minori di 18 anni. Più complesso è il discorso della rete fissa, che molto frequentemente è utilizzata sia da maggiori che minori d’età: in questa circostanza, il blocco non è pre-attivo ma il titolare del contratto può scegliere se averlo o meno. Ma questo significherebbe un blocco applicato a tutti i dispositivi connessi, e non soltanto a quelli dei minori, pertanto gli operatori dovrebbero implementare un sistema che permetta al titolare di selezionare i dispositivi connessi e abilitarlo su quelli interessati (cosa che alcuni router permettono già di fare, fra l’altro).
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